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Fiat voluntas Pomigliani

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(19 Giugno 2010) Enzo Apicella
A Pomigliano ci si prepara al referendum truffa che dovrebbe sancire il ricatto padronale

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Lettera Aperta al Segretario FIOM Maurizio Landini

di Rosario Monda, operaio FIAT di Pomigliano, licenziato e non reintegrato malgrado una sentenza favorevole della magistratura

(19 Gennaio 2011)

Mi chiamo Rosario Monda e sono un operaio licenziato FIAT di Pomigliano.
La mia situazione rappresenta un esempio chiaro di come la FIAT e il suo capo Marchionne intendano il concetto di “legalità” e “democrazia”.
Il mio caso è ancora più eclatante di quello, gravissimo, dei tre compagni di Melfi, perché io, dopo essere stato licenziato nel 2006 e aver vinto la “causa” più di un anno e sei mesi fa, con una sentenza definitiva che “impone” all’azienda l’immediato reintegro, sono ancora fuori e anche senza salario. La FIAT ha deciso di non farmi rientrare e di non pagarmi.
Sono fuori per rappresaglia. Non sono un pericoloso sovversivo, né un capo sindacale. L’azienda mi tiene così come esempio per gli altri: “Non ribellatevi, abbassate la testa, altrimenti vi licenzio come Rosario e se anche vincete i ricorsi legali, io non vi reintegro lo stesso”.
Da qualche mese ho cercato di far conoscere la mia situazione. Molti giornali, tra cui Il Fatto, l’Unità, Repubblica e moltissimi siti internet si sono occupati del mio caso. In ultimo ho rilasciato un intervista anche a RaiNews andata in onda il 14 Gennaio 2011 (Il link per vederla è: http://www.youtube.com/watch?v=hzK0WhpHZIk). Ho ricevuto molta solidarietà personale. Alcuni operai mi hanno sostenuto attivamente, in particolare quelli della INNSE di Milano.
La cosa strana è però che nessuna organizzazione sindacale mi sostiene in questa battaglia.
Non capisco in particolare la posizione della FIOM.
La FIOM, di cui lei è segretario, non ha speso per ora una sola parola sul mio caso.
Non penso che il motivo risieda nel fatto che il mio licenziamento avvenne ufficialmente per una contestazione ai vertici dei sindacati confederali in un’assemblea di fabbrica in concomitanza di un rinnovo del contratto.
A quella contestazione io partecipai, come migliaia di altri, alzando la mano e votando contro quel contratto su cui non ero d’accordo.
Non riesco pertanto a capire cosa mi abbia reso un “invisibile” .
Per i sindacati filo aziendali credo che la cosa sia nel conto. Quello che trovo sbagliato è che anche la FIOM si sia tirata fuori. Comunque la si rigiri, io sono un licenziato “politico”. Sono stato espulso non perché contestatore degli altri sindacati, ma perché ho scioperato e ho lottato ogni volta che vedevo calpestati i miei diritti e quelli dei miei compagni. Questi sono i veri motivi del mio licenziamento.
La FIOM, oggi sotto attacco da parte della FIAT, denuncia giustamente come la linea Marchionne a Pomigliano e Mirafiori segna un peggioramento delle condizioni di noi operai. Ebbene, il mio caso è la dimostrazione di dove si stia spingendo la FIAT. Vuole il controllo assoluto degli operai, senza limiti sindacali e giuridici.
Marchionne si è presentato agli occhi dell’opinione pubblica come un manager che vuole semplicemente condizioni di lavoro diverse dalle precedenti, rispettando le regole e le leggi dello Stato. Invece il mio caso dimostra chiaramente come Marchionne e la FIAT siano disposti a non rispettare neanche le sentenze della magistratura pur di raggiungere i loro scopi.
La FIOM ha denunciato apertamente le violazioni della costituzione e delle leggi contenute negli accordi di Pomigliano e Mirafiori e non può tacere quindi di fronte all’arroganza dell’azienda di tenere fuori e senza salario un operaio che la magistratura ha reintegrato pienamente sul proprio posto di lavoro.
Io sono come gli altri operai e l’ingiustizia che mi viene inflitta è l’esempio di quello che stanno facendo a tutti gli operai, credo che la FIOM non possa lasciarmi nel dimenticatoio, alla fame, come vuole Marchionne e quelli che la pensano come lui.
Certo di una sua risposta, la saluto.

Pomigliano d’Arco, 18/01/2011

Rosario Monda

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