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I lavoratori delle agenzie Fiscali: "Vasi di coccio"

Agenzie Fiscali: il processo di privatizzazione e il contratto

(14 Dicembre 2003)

La vicenda contrattuale ci impone, per compiutezza di analisi, alcune riflessioni sulla questione causa-effetto. Oggi tutte le organizzazioni sindacali sono sugli scudi, seppur ognuna a modo suo, per rivendicare la sottoscrizione del contratto per i dipendenti delle Agenzie Fiscali. Bene.

Ritornare al passato potrebbe sembrare inutile e polemico. Ma è bene comprendere gli sviluppi delle questioni perché gli errori del passato non possano ripetersi in futuro.

1) Le Agenzie Fiscali. Molto abbiamo detto negli anni sulle Agenzie Fiscali. Tutto, tristemente, si è avverato. Non ci sono soldi in più, i processi di privatizzazione sono sempre più spinti ed incontrollati, lo sfruttamento del personale ha raggiunto livelli parossistici... e proprio oggi, la questione contrattuale scopre l’ultimo atto di questa tragedia. Ricordate? Si era detto che separarci dai Ministeriali ci avrebbe dato maggior forza contrattuale! Noi abbiamo sempre detto che la divisione dei lavoratori non è mai un dato positivo... ed ecco lì... i dipendenti del Fisco, separati da tutti, non solo non vedono rinnovato il loro contratto, mentre gli ex colleghi ministeriali lo hanno già da sei mesi, ma non trovano diritto di cittadinanza in alcun luogo. Chi parla di noi? Nessuno, solo noi! La costituzione di un comparto Agenzie Fiscali, che abbiamo sempre osteggiato, ci ha resi soli e deboli... Vasi di coccio tra vasi di ferro. Altra cosa sarebbe stata se le cose fossero andate come avevamo proposto noi... una trasformazione in Ente Pubblici NON Economici ed un passaggio al Parastato... ma ai signori concertativi sembrava troppo poco...

2) Concertazione e politica dei redditi. Nel 1990 la CGIL ha cominciato una battaglia per la contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. Questa battaglia ha avuto come esito il decreto legislativo 29/1993 mentre, pochi mesi dopo, un accordo, quello di luglio 1993 in cui, CGIL, CISL, UIL & C. varavano la politica dei redditi e la concertazione. L’effetto congiunto di queste due scelte ha sconvolto il mondo del lavoro ed in particolare il Pubblico Impiego.

Nodo della Politica dei Redditi è la rinuncia a meccanismi automatici di adeguamento dei salari al costo della vita e disponibilità a contenere gli incrementi all’interno dell’inflazione programmata.

Questo, in dieci anni ha devastato i nostri salari che hanno perso oltre il 30% in potere d’acquisto, il 13% negli ultimi tre anni dimostrando che il vortice si sta pericolosamente accelerando. Non solo, ci ha sottoposti al ricatto salariale. Cosa intendiamo? E’ chiaro che un meccanismo automatico di riallineamento dei salari consente di concentrare l’attività sindacale sui diritti... un sistema come quello attuale consente ai datori di lavoro di allungare i tempi, di prendere per il collo i dipendenti e di ricattarli sul piano dei diritti. Ad esempio: se vuoi che rinnoviamo il contratto, visto che sono due anni che sei al palo come stipendio, devi accettare nell’ordinamento professionale un ampia discrezionalità dei dirigenti... E’ chiaro, anche senza essere sindacalisti professionisti, che o si mettono in discussione le scelte di fondo oppure diviene tutto inutile.

Se ci passate una (ardita) metafora, è un po’ come accade nella situazione internazionale. CGIL, CISL, UIL & C, oggi sono sulle barricate, per una nobile battaglia, ma le armi al nemico le hanno fornite loro... e continuano a fornirgliele!

13 dicembre 2003

RdB/CUB PI Agenzie Fiscali

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