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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Fiat. Operai Melfi, il giudice si riserva di decidere su richiesta Fiom

(19 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Ancora una udienza in tribunale per i tre operai Fiat-Sata di Melfi, licenziati e reintegrati al posto di lavoro ma in realtà mai tornati alle loro mansioni per decisione dell’azienda, che ha intentato ricorso contro il provvedimento di reintegro. Ieri il giudice del lavoro del Tribunale di Melfi (Potenza), Amerigo Palma, nella terza udienza per il ricorso presentato dalla Fiat, contro il provvedimento di reintegro di Giovanni Barozzino, Marco Pignatelli e Antonio Lamorte si è riservato di «decidere sulla richiesta della Fiom di presentare nuovi elementi istruttori, ma non ha ancora fissato la data della nuova udienza». Lo ha dichiarato il segretario della Basilicata della Fiom-Cgil, Emanuele De Nicola. «Abbiamo richiesto - ha spiegato De Nicola - non solo di depositare le registrazioni conservate da alcuni lavoratori, e di ammettere altre 24 testimonianze. Tra le istanze, c'è anche quella che vengano acquisiti come elementi istruttori, gli accordi siglati a Pomigliano e a Mirafiori. Questo - ha spiegato il sindacalista - perché riteniamo che i contenuti di quelle intese, siano stati elementi di tensione all'interno della fabbrica, e che quindi, possano essere ritenuti causa scatenante di quanto è avvenuto quella notte di luglio, quando i tre lavoratori vennero sospesi perché accusati di aver ostacolato le produzioni». Nell'udienza di ieri, il magistrato del Tribunale di Melfi ha ascoltato un responsabile dello stabilimento di Melfi e due lavoratori della fabbrica melfitana. In attesa delle prossime decisioni, i tre operai rimangono fuori dal luogo di lavoro seppur formalmente reintegrati, «siamo stanchi - ha commentato Barozzino - per una situazione assurda che si trascina da oltre sei mesi».

A.V.

19-1-11

DirittiDistorti

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