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Trayvon

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(20 Luglio 2013) Enzo Apicella
Assolto il vigilante George Zimmerman che nel 2012 uccise il 17enne nero Trayvon Martin

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    (22 Gennaio 2011)

    Bruno Bellomonte, 61 anni, capostazione a Sassari, militante di "A Manca pro S'Indipendentzia" (A sinistra per l'indipendenza), è in carcere dal giugno 2009. Come riporta ancora in Marcia! è stato arrestato «con l'inverosimile accusa, basata solo su alcune intercettazioni ambientali, di aver ideato azioni contro il vertice G8 [per] "attaccare i grandi della terra" utilizzando modellini di elicotteri telecomandati. In realtà la sua attività, pienamente lecita e condivisa da tanti cittadini in quei mesi era concentrata, assieme a molti attivisti e militanti sardi, nella preparazione del controvertice delle "Nazioni senza stato"».
    Nel frattempo è stato licenziato da RFI.
    Attualmente Bruno è recluso nel carcere di Viterbo. Per scrivergli: BRUNO BELLOMONTE, C/O CASA CIRCONDARIALE DI VITERBO, STRADA SAN SALVATORE, 01100 VITERBO


    COMUNICATO STAMPA Orsa Sardegna
    Abbiamo appreso che Rete Ferroviaria Italiana ha emanato un provvedimento di licenziamento senza preavviso nei confronti del nostro collega (Dirigente Movimento della stazione di Sassari) Bruno Bellomonte.
    Bruno attualmente è detenuto presso la casa di reclusione di Siano (Catanzaro) dove, a quanto ci risulta, si trova in stato di carcerazione preventiva da giugno del 2009 e tuttora in attesa di udienza per l’eventuale rinvio a giudizio.
    Per quanto riguarda i rapporti con R.F.I. (sempre in base alle informazioni in nostro possesso) egli si trova in stato di sospensione cautelare senza percepire stipendio da luglio del 2009.
    Leggendo la lettera di licenziamento siamo rimasti esterrefatti dalla perizia e dalla solerzia dimostrata da R.F.I. nell’elencare minuziosamente la lunga lista di capi di imputazione a carico di Bruno, quasi a voler evidenziare che per l’azienda egli è già condannato.
    Lungi da noi l’intenzione di voler entrare nel merito della vicenda, non è questo il nostro compito, ma dobbiamo evidenziare e stigmatizzare il comportamento della società che, con l’emanazione del suddetto provvedimento ha dimostrato, nei confronti di Bruno, un atteggiamento preventivo e pretestuoso.
    Il CCNL delle A.F. parla chiaro, il licenziamento senza preavviso è previsto in caso di condanna passata in giudicato. anche le motivazioni giuridiche (Legge 604/66) addotte a motivazione del licenziamento ci sembrano assolutamente pretestuose, l’azienda cita l’art. 3 sostenendo che la prolungata indisponibilità a rendere la prestazione sia unicamente ascrivibile alla responsabilità di Bruno e questo deve ancora essere dimostrato; come si fa inoltre a sostenere che la sua assenza crei pregiudizio al servizio quando nel Settore Movimento in Sardegna, l’azienda stessa non sa dove collocare il personale sopravissuto al processo di automazione degli impianti.
    L’azienda cita l’art 3 ma si dimentica dell’art. 10 (omissis…… “le medesime norme si applicano nei confronti dei prestatori di lavoro che rivestano la qualifica di impiegato e di operaio, ai sensi dell’articolo 2095 del Codice Civile…”), ricordiamo che Bruno è inquadrato nella qualifica di “Professional”, area B quadri…).
    L’azienda cita l’art. 3 ma si dimentica dell’ art. 12 dove “Sono fatte salve le disposizioni di contratti collettivi e accordi sindacali che contengano per la materia disciplinata dalla presente legge, condizioni più favorevoli ai prestatori di lavoro” (licenziamento solo in caso di condanna passata in giudicato).
    Bruno, da sempre impegnato sia politicamente che sindacalmente, è sempre stato in prima linea per la tutela dei diritti dei lavoratori e sempre al nostro fianco nelle vertenze sindacali e negli scioperi e per questo (ma prima ancora come collega) merita fino a prova contraria la nostra solidarietà.
    È inconcepibile che, dove ancora non è arrivata l’autorità giudiziaria sia già arrivata l’azienda; e se Bruno dovesse essere dichiarato innocente? Cosa succederebbe in quel caso? Vogliamo che R.F.I., con un atto di chiarezza e trasparenza, ritiri il provvedimento e attenda che la giustizia faccia il suo corso.

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