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ASSEMBLEA di Livorno - 29 Gennaio 2010 - RISOLUZIONE FINALE

(1 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

ASSEMBLEA di Livorno - 29 Gennaio 2010 - RISOLUZIONE FINALE

foto: www.comunistiuniti.it

A 90 anni dalla fondazione del PCdI, la drammatica crisi economica, il pesante attacco ai diritti, alla democrazia e alle condizioni di vita di milioni di persone, ripropongono l'attualità del comunismo e la necessità di ricostruire un Partito Comunista e di riaggregare una sinistra anticapitalista, costruendo un ampio Fronte di realtà sociali e politiche, capace di delineare una alternativa e dare rappresentanza ai diversi soggetti ed al movimento di lotta che anche il 28 Gennaio si è espresso con forza nello sciopero generale indetto dalla Fiom e dal sindacalismo di base.

Dal dibattito e dagli interventi che hanno sviluppato i temi proposti nella convocazione e nella introduzione di questa assemblea, sono emerse le seguenti esigenze:

- agire per unire, collegare e salvaguardare le energie conflittuali, le militanze di compagni/e ovunque collocati/e, sia nei partiti comunisti della FdS e sia nelle altre organizzazioni;
- difendere le comunità resistenti e le esperienze politiche, in particolare quelle di base, mettendo in contatto le diverse realtà critiche presenti nel paese, ancora scollegate e frammentate;
- sviluppare tavoli di confronto permanenti tra tutte le esperienze comuniste ed anticapitaliste, sociali e politiche, disponibili ad una ricerca e ad un lavoro collettivo rigorosamente sul terreno dei contenuti, delle analisi e delle concrete esperienze nelle lotte sociali, convergendo su battaglie e campagne comuni per costruire un processo di riaggregazione su contenuti di classe.

Per fare questo dobbiamo rafforzare, monitorare e collegare la presenza dei/lle compagni/e, dei circoli e sezioni di PRC e PdCI, delle varie forze e realtà comuniste nel conflitto sociale, agendo in maniera dialettica (impegno diretto, proposta, sintesi e orientamento politico nei/dei movimenti) con la necessaria chiarezza e coerenza tra impegno sociale e rappresentanza politico-istituzionale, per evitare contraddizioni che spesso rischiano di distruggere la credibilità dell'iniziativa politica.

Va inoltre riaffermata la necessità di un partito comunista di quadri con un radicamento di massa, riempendo questa enunciazione di contenuti concreti. C’è bisogno di una riflessione di fondo su questioni centrali come la linea politica, la democrazia interna, la forma partito, il contrasto alla formazione e alla separatezza dei ceti politici, la critica alla “doppiezza”, all’istituzionalismo, al governismo così come al settarismo dogmatico.

Occorre altresì, una adeguata formazione teorica e pratica, la centralità del conflitto capitale/lavoro, una seria rielaborazione della questione giovanile e della questione meridionale, della differenza di genere, del rapporto tra ambiente e contraddizione di classe, del senso della militanza, della funzione indispensabile dell’opposizione, della gestione delle risorse, del diritto di cittadina agli immigrati. In evidenza la critica al federalismo e all'Europa della BCE e della moneta. Per questo riteniamo si debba attuare una rottura con le politiche dell'Unione Europea imperialista in sintonia con le battaglie dei comunisti greci e portoghesi, di pari passo con l'uscita dell' Italia dalla Nato e/o la fuoriuscita della Nato dall'Italia.

Dobbiamo superare da comunisti, i limiti della sinistra italiana sulla questione dell'internazionalismo, utile a tal fine, è il lavoro di relazione e di studio per la solidarietà e l'unità tra partiti e movimenti, che sappia adeguatamente contrastare le manovre del capitale su scala planetaria. Un altro elemento è il contrasto alla gestione del potere statale nelle forme populiste e fasciste messe in campo dal capitalismo, la sua articolazione nei Paesi occidentali, al fine di elaborare strategie per la sua disarticolazione e dissoluzione.

Fermo restando la funzione storica e sempre attuale del Partito, una priorità assoluta ricopre il lavoro di riaggregazione di una sinistra anticapitalista, antagonista alle destre e alternativa al PD, unita su programmi e obiettivi concreti, al fine di fondare un ampio Fronte di realtà sociali e politiche presente nei luoghi del conflitto, con l’obiettivo di ricostruire una rappresentanza autonoma e indipendente della classe e favorire la costituzione di un Blocco Sociale antagonista agli interessi del capitalismo, con particolare attenzione alla necessità di ricostruire su precisi contenuti un sindacato democratico e di classe. Per questo va pianificata una decisa opposizione alla concertazione e al patto sociale, impegnandoci per la proclamazione dello sciopero generale.

Su obiettivi chiari e prioritari, ci impegnamo a dispiegare un lavoro capillare, realizzando una convergenza e un cooordinamento nazionale articolato a livello territoriale, tra tutte le realtà comuniste e anticapitaliste interessate, ovunque collocate, per dare un concreto segnale di riaggregazione e di contrasto alla frammentazione, per riprendere un confronto politico-teorico e un lavoro comune sui temi e nelle lotte che caratterizzano lo scontro di classe in questa fase (lavoro, diritti, ambiente e teritorio, beni comuni, antifascismo, antirazzismo, internazionalismo), per contribuire alla formazione di un ampio fronte di resistenza alla crisi e rafforzare la presenza dei comunisti nei luoghi di lavoro e nei conflitti sociali.

Comunisti Uniti

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