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In 200.000 a Piazza Tahrir in attesa dell’annuncio delle dimissioni di Mubarak. La corrispondenza di Michele Giorgio

(11 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

In 200.000 a Piazza Tahrir in attesa dell’annuncio delle dimissioni di Mubarak. La corrispondenza di Michele Giorgio

foto: www.radiocittaperta.it

10-02-2011/20:58 --- Da alcune ore Piazza Tahrir, al Cairo, è completamente invasa da duecentomila manifestanti in attesa del preannunciato discorso di Mubarak che questa sera, secondo alcune indiscrezioni del pomeriggio trapelate anche da alcuni rappresentanti delle forze armate egiziane, pronuncerà un discorso alla nazione con l’annuncio delle sue dimissioni. E’ quanto attendeva da quasi 3 settimane un movimento popolare che altro non ha fatto che chiedere al trentennale regime di Mubarak di lasciare il potere affinché nel paese prenda il via l’epoca delle riforme con una reale democratizzazione della vita politica e sociale. “Sono momenti molto importanti ed eccitanti ma anche di preoccupazione e tensione – ha detto dal Cairo l’inviato del Manifesto Michele Giorgio, contattato da Radio Città Aperta - Mubarak dovrebbe palare, secondo quanto comunicato dalla tv egiziana, intorno alle 21 ora italiana e quindi finalmente dare quell’annuncio che è atteso da 80 milioni di egiziani, lasciare il potere subito per farsi da parte, inaugurando una nuova stagione per l’Egitto che in tanti si augurano sia una stagione di democrazia, ma anche di lavoro e di redistribuzione della ricchezza, in un paese dove circa il 40 per cento della popolazione vive in estrema povertà anche a causa di questo regime”.
Nel pomeriggio alcune fonti dell’aeroporto militare avevano diffuso la notizia della partenza dal Cairo di Mubarak. “Probabilmente Mubarak parlerà dal Cairo e non da Sharm El Sheik – ha affermato Michele Giorgio - dove secondo alcune indiscrezioni circolate nel pomeriggio si sarebbe recato insieme al Direttore dell’ufficio della Presidenza della Repubblica. Mubarak sarebbe ancora al Cairo e leggerebbe un discorso in diretta e non registrato. Però queste notizie attendono una conferma. Il dato certo è che è entrato prepotentemente sulla scena l’esercito – ha detto ancora Michele Giorgio - con un comunicato le Forze Armate hanno annunciato che tuteleranno i diritti e le aspirazioni del popolo egiziano garantendo quindi il passaggio dei poteri e l’uscita di scena di Mubarak, ma hanno fatto capire anche di avere il controllo ad interim del paese. Tutti si augurano che l’esercito mantenga un ruolo di garante della transizione politica verso un regime più democratico, lasciando poi presto alla politica il compito di dare agli egiziani queste riforme tanto attese. Piazza Tahrir dice anche, infatti, che il popolo vuole un governo civile con il grandissimo entusiasmo della folla. Certo è che dobbiamo seguire con attenzione gli sviluppi nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Sappiamo che in questo momento il paese è nelle mani del Consiglio Militare Supremo, e Mubarak, che pure ne è il capo, non ha partecipato nel pomeriggio alla riunione che ha portato a questo eccezionale sviluppo.
Fonti dell'emittente tv Al Jazeera hanno detto che l'esercito si è opposto alla diffusione di un discorso in cui il presidente Mubarak avrebbe dovuto annunciare il trasferimento di tutti i suoi poteri a Suleiman. “Rispetto alla posizione di Suleiman ci sono molti dubbi – ha detto l’inviato del Manifesto - secondo alcune voci Suleiman e il Primo Ministro sono fuori gioco e sarà il Consiglio Supremo Militare a gestire la politica. I motivi per l’entusiasmo ci sono, perché se il regime Mubarak va via lo si deve alla rivoluzione dei giovani egiziani e di tutti gli egiziani; ma è vero anche che il futuro non è affatto garantito nei termini positivi attesi da tutti e quindi dobbiamo seguire con attenzione e anche con un po’ di inquietudine i prossimi sviluppi. Sin dalla rivoluzione del 1952, infatti, i militari hanno sempre mantenuto un ruolo di primissimo piano anche nella gestione degli affari politici: non dimentichiamo che diversi ministri del passato governo e anche del “nuovo”, si fa per dire, erano membri o ex membri delle Forze Armate, quindi parlare di un dopo-Mubarak ma anche di un dopo-Suleiman come di una fase effettivamente nuova è azzardato, perché comunque i militari potrebbero essere garanti proprio degli interessi dell’imperialismo americano che il popolo vorrebbe quantomeno ridimensionare. Se come tutti speriamo, e come soprattutto sperano gli egiziani, Mubarak darà le dimissioni, questa notte sarà di festa e di grande gioia per gli egiziani e anche domani. Poi verrà il periodo in cui vedremo come questa rivoluzione procederà, se porterà a quei frutti che tutti sperano”, così ha concluso Michele Giorgio ai nostri microfoni.

Mila Pernice – Radio Città Aperta

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