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Morire in Afghanistan

Morire in Afghanistan

(29 Luglio 2010) Enzo Apicella
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(Imperialismo e guerra)

Saluto delle FARC-EP al popolo colombiano in occasione del nuovo anno 2004

(3 Gennaio 2004)

Compatrioti:

L'anno 2003 è giunto al termine con l'intensificazione della guerra interna nel nostro paese. E' stato l'anno delle tenebrose catture di massa, che svuotano piccoli centri abitati e riempiono le carceri di innocenti, della riesumazione dello "Statuto di Sicurezza" o "Legge antiterrorista" che annuncia ulteriori violazioni dei diritti umani, torture, assassinii e sparizioni, dell'incremento dell'umiliante estradizione di connazionali negli Stati Uniti, di altre tasse per la guerra, per la corruzione e per dare un anticipo del pagamento dell'indignante debito nei confronti del Fondo Usuraio Internazionale. E' stato anche l'anno dell'intensificazione delle criminali fumigazioni che distruggono la selva e la sopravvivenza di migliaia di famiglie, anno in cui gli sfollati a causa del terrore ufficiale-paramilitare hanno raggiunto i 3 milioni, delle menzogne ripetute centinaia di volte al fine di farle diventare verità, della grossolana montatura per perdonare e rispolverare il sicariato paramilitare e del referendum che ha propinato a Uribe Vélez una clamorosa sconfitta, in virtù del rifiuto del suo progetto di governo fascista da parte del 76 % dei colombiani aventi diritto al voto.

La minoranza uribista al potere scommette sulla guerra, accarezzando il sogno impossibile della "pax romana". Essa non vuole vedere colombe neanche in fotografia, per non pagare l'immenso debito sociale che ha nei confronti della stragrande maggioranza dei colombiani. E' per questo motivo che hanno cancellato la possibilità del dialogo, in modo da non dover discutere col popolo i suoi vergognosi privilegi in uno dei paesi con la più elevata disuguaglianza al mondo. Lo ha fatto per continuare a congedare i generali della guerra sporca con pensioni milionarie, o per dare loro promozioni esigendogli risultati inarrivabili.

E mentre i conglomerati economici nazionali ed internazionali fanno grandi affari e pubblicizzano profitti multimilionari, la miseria, la fame e la disoccupazione crescono incessantemente. E per quanto ricorrano a cifre manipolate, luci multicolore e discorsi abbelliti, tutto ciò è innegabile. A dimostrazione di quanto detto, un esempio: parlano di grandi conquiste a Bogotá, mentre la povertà -che quattro anni fa colpiva il 35 % dei suoi abitanti- interessa oggi oltre il 50 % degli stessi, l'indigenza -che era del 5 %- è salita al 15 % ed i suoi due ospedali più popolari ed importanti si dimenano nell'agonia.

La Colombia finisce l'anno con oltre il 60 % della sua popolazione sommersa dalla povertà assoluta.

Di conseguenza, è assurdo che l'oligarchia pretenda di opporre con la sua propaganda un popolo povero e disoccupato ai suoi propri figli, che lottano sollevati in armi contro lo Stato e le ingiustizie. Tale pretesa non sta in piedi! Gli stessi soldati e comandi medi dell'esercito ufficiale si stanno rendendo conto, poco a poco, di non difendere niente di giusto, e che i ricconi non vanno mai al fronte.

Il movimento insorgente rivoluzionario va avanti ed i suoi combattenti issano con coscienza ed onore le nostre bandiere per la causa comune: la pace di una nuova Colombia con terra, crediti economici e sussidi per tutti i contadini, con posti di lavoro per i 6 milioni che non ce l'hanno, con educazione giacché milioni di giovani non vi possono accedere, e con opportunità politiche, visto che il sistema tollera esclusivamente chi non minaccia i suoi privilegi e potere, mentre fomenta l'impunità rispetto all'assassinio di migliaia di oppositori. Un nuovo paese, con sanità per tutti e non con elemosina, con protezione della nostra verde biodiversità e di tutte le nostre risorse, con stimolo e difesa dell'industria nazionale e della ricerca scientifica. Un paese che tracci indipendentemente la propria strategia, con le migliori idee che ci ha lasciato il Libertador Simón Bolívar.

Invitiamo il nostro popolo alla lotta, nel 2004, per migliori condizioni di vita, pace, pane, lavoro, dignità ed indipendenza; ad avere una presenza combattiva nelle piazze, nei villaggi, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle università; ad opporsi al fascismo, ad esigere lo scambio di prigionieri di guerra, a prodigarsi per la formazione di un nuovo governo di riconciliazione e ricostruzione nazionale, e ad esprimere incredulità e indignazione di fronte a tutta la propaganda ufficiale, menzognera, truccata e narcisista.

Saremo presenti in tutte le lotte popolari, cercando di accorciare questo doloroso tragitto della vita nazionale che deve condurci alla pace. Contate su di noi in tutti i momenti e le forme della lotta per il benessere progressivo e per il salto verso una nuova società, che sarà il frutto della coscienza e della lotta risoluta delle maggioranze.

Onoriamo la memoria dei miliziani, guerriglieri e comandanti fariani, che hanno dato la vita per la causa comune dei colombiani. Il loro sacrificio non é stato vano, giacché l'offerta guerrafondaia dell'oligarchia ha già dipinto il suo fallimento. I nostri caduti sono figli semplici di questo popolo, che oggi la propaganda ufficiale pretende di mostrare come banditi così come facevano gli spagnoli oppressori con i comunardi di José Antonio Galán e con i patrioti dell'esercito liberatore.

Con la coscienza e la combattività crescenti di questo popolo figlio di Bolívar, con i nostri giusti obiettivi di lotta e col nostro popolo che si va destando ed organizzando, l'anno che ha inizio, nonostante tutto ed aldilà dei sacrifici, sarà di nuove battaglie per i veri diritti umani del nostro popolo.

Intensificheremo gli sforzi per conquistare un mondo migliore, poiché non crediamo che questo regno dell'egoismo e della fame di milioni di uomini e donne sia lo stadio ultimo che possa raggiungere l'umanità. Il pensiero politico e sociale é progressista, ci scommettiamo.

Felice 2004, pieno di lotte e di conquiste!

SEGRETARIATO DELLO STATO MAGGIORE CENTRALE DELLE FARC-EP

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