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(18 Agosto 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

Padova, aumentano gli sfratti per morosità

1.700 domande inevase - occupati 7 alloggi sfitti (articolo di Liberazione)

(3 Gennaio 2004)

A Padova le domande inevase di abitazioni presentate all'Ater sono 1.700, ma questo dato non registra completamente la gravità del problema abitativo. Occorre tener conto anche di 800 sfratti di imminente esecuzione e di centinaia di persone che non presentano le domande per sfiducia o per difficoltà oggettive a districarsi nella burocrazia e che sopravvivono in case malsane o sovraffollate. Tra questi vanno certamente annoverati gli anziani e i lavoratori migranti.

Ma un nuovo fenomeno è in preoccupante aumento: quello degli sfratti per morosità. Il cambio lira-euro 1 a 1 che si sta affermando in tutti i settori commerciali, anche in quello dell'abitazione, sta rendendo impossibile per molte famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati il pagamento delle pigioni, che di norma ormai superano abbondantemente la metà del salario, o delle rate dei mutui. Un nuovo esercito di senza-casa sta quindi incrementando quello già esistente.

Il pomposo e inconcludente incontro tra i ministri europei che si è tenuto a Padova a fine novembre non ha deciso nulla per alleviare questa piaga sociale, che continua ad aggravarsi. Al contrario, il controvertice e le diverse iniziative del movimento, se non hanno ottenuto risultati concreti sul piano della politica, hanno però sortito l'effetto di rivitalizzare in tutta la regione i movimenti di lotta per la casa. Un primo risultato è l'occupazione a Padova di 7 alloggi sfitti di proprietà di un ente assistenziale che, dopo averli ristrutturati, li teneva chiusi, forse nell'inconfessabile prospettiva di venderli. L'iniziativa di lotta si deve ad un ampio cartello di forze, a partire dall'Unione Inquilini fino alla Rete di Padova del Lavoro Migrante, all'Associazione per la Pace, all'Arci, ai Beati i costruttori di Pace, naturalmente con il sostegno concreto della Federazione del Prc.

Protagonisti sono lavoratori italiani e non, che non riescono a trovare alloggi dignitosi sul mercato a portata dei loro stipendi. Per i lavoratori migranti la situazione è particolarmente grave poiché restano schiacciati tra il pregiudizio razzista dei proprietari che rifiutano di affittare loro le case e lo sciacallaggio di chi invece offre loro sistemazioni di fortuna a prezzi esorbitanti. Tra questi anche presunte cooperative no-profit che arrivano ad affittare un appartamento a 7 persone a 250 euro l'uno, salvo poi incassare anche contributi pubblici per l'"assistenza" che offrono.

Siamo coscienti che il problema casa non si risolve con le occupazioni, ma con una politica che riconosca a tutti il diritto costituzionale ad avere un alloggio dignitoso. Però non si può nemmeno permettere che il patrimonio abitativo pubblico venga svenduto o resti strumentalmente sottoutilizzato mentre ci sono persone che non hanno un tetto. Ecco allora quest'iniziativa d'emergenza, che vuole risolvere concretamente la situazione di alcuni lavoratori e insieme denunciare la gravità della situazione che le politiche dei governi di destra nazionale e locale stanno determinando. In attesa che le prossime elezioni di primavera portino in municipio una giunta realmente intenzionata ad affrontare il problema casa come il dovere di garantire un diritto costituzionale a tutti i cittadini.

Rosy Marano (Liberazione)

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