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(Senza casa mai più!)

Occupati a Padova una decina di appartamenti in nome del diritto alla casa

(3 Gennaio 2004)

Occupati in nome del diritto alla casa una decina di appartamenti di via Vesalio. Al numero 8, in uno stabile di proprietà della Pia Opera Fondazione casette per vedove povere, ora alloggiano una ventina di lavoratori italiani e stranieri, tutti senza tetto e da mesi alle prese con affitti che non si possono permettere.

L'inaugurazione della casa ieri, con gli esponenti delle associazioni che delle politiche abitative fanno la loro battaglia: Unione inquilini, Rete del lavoro migrante, Associazione per la pace, ARCI, Beati i costruttori, Genitori democratici e la sezione locale del partito di Rifondazione comunista. Delusi dall'esito della mobilitazione in occasione dell'incontro europeo dei minstri di fine novembre e dall'operazione "Casa buona" del Comune (secondo loro gestita in maniera "privatistica" e senza concrete ricadute sulla gente bisognosa di aiuto), i rappresentanti dei vari gruppi chiedono, in sintesi, un deciso intervento dell'amministrazione in materia abitativa, un nuovo piano per l'edilizia sociale e il blocco degli sfratti.

«Purtroppo la manifestazione del 22 novembre è stata acqua su vetro - ha detto Cesare Ottolini di Unione inquilini - e nulla si è mosso per il pieno utilizzo del patrimonio abitativo». «Restano oltre 1700 domande di alloggio inevase e duemila senzatetto - ha aggiunto Daniela Ruffini di RC - e tante ingiunzioni di sfratto per morosità. La realtà è che gli affitti spesso superano abbondantemente la metà del salario. Molti hanno un guadagno inadeguato a pagare l'affitto e gli enti locali seguitano a non dare risposte». Una storia è quella portata da Ismail, marocchino, da sei anni in Italia come operaio. Ogni mese paga 250 euro per un posto letto a Limena, in un appartamento che condivide con altre sei persone. Messo a disposizione da una cooperativa "no profit".

È della Vigilia di Natale, è stato detto, il caso di sessanta lavoratori sfrattati all'ex Grosoli di Cadoneghe. La giunta comunale ha distrutto quel che restava dell'edilizia sociale, questa la denuncia degli occupanti di via Vesalio.

Gli alloggi che il Comune assegna con il metodo "Casa buona", dicono, non sono altro che case Ater che dovrebbero essere a canone agevolato e invece sono a caro prezzo. La proposta, ora, è per aprire un tavolo con l'ente che possiede lo stabile, Comune e Prefettura.


Domenica, 28 Dicembre 2003

Cesare Ottolini Presidente nazionale Unione Inquilini

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