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    Torino. Processo “Borghezio”. Report

    (15 Febbraio 2011)

    Lunedì 14 febbraio. Alla terza udienza del processo contro due anarchici accusati di aver diffamato e minacciato Borghezio, il PM Antonio Rinaudo, in evidente difficoltà, ha chiesto ed ottenuto di presentare altri testimoni. Alla faccia del diritto della difesa di conoscere tutti gli elementi del processo prima e non durante il dibattimento!
    I testimoni erano due poliziotti, chiamati sebbene non avessero nulla da aggiungere alle deposizioni degli altri, per condire meglio un’accusa che non regge. Uno dei due si è dato un gran daffare per infilare qua e là che i due compagni erano molto noti, che erano stati inquisiti per altre iniziative politiche.
    Rinaudo ha chiamato un imbonitore dalla questura per meglio vendere la sua
    tesi.
    Il secondo testimone, un poliziotto con nozioni di informatica, si è prodotto in un lavoro da vero hacker: ha copiato e incollato il post comparso su indymedia nel quale si dava la notizia del Borghezio appeso in effige di fronte alla sede della Lega in via
    Poggio!
    Ha tuttavia dovuto riconoscere che non era in grado di dire chi avesse pubblicato la notizia.
    I due compagni hanno letto una dichiarazione spontanea nella quale hanno ribadito la piena condivisione politica e morale delle iniziative svoltesi in occasione del 25 aprile del 2009.
    Ne riportiamo un paio di stralci.
    “Noi siamo anarchici. Gli anarchici sono sempre stati in prima fila contro il fascismo.
    Oggi il fascismo è tornato. Guerra, razzismo, militari in strada, profughi respinti in
    mare, campi di concentramento per gli indesiderabili.
    La Lega Nord ne è l’emblema.
    Siamo accusati di aver appeso un manichino con la faccia di Borghezio davanti alla sede della Lega alla vigilia del 25 aprile.
    Un gesto provocatorio per scuotere le coscienze, perché, alla vigilia del giorno in cui si ricorda l’insurrezione contro il fascismo, la memoria della gente di Torino tornasse a quei giorni. Quando nelle strade di Torino i partigiani combattevano per la libertà, la giustizia sociale, la solidarietà.
    La Lega Nord promuove continue campagne di odio razzista e xenofobo.
    Borghezio fa comizi con i neofascisti di Forza Nuova, gli stessi che in questi giorni “festeggiano” in rete la morte di quattro bambini rom, bruciati vivi in una baracca.
    Borghezio ha dato fuoco ai ricoveri degli immigrati, ha spruzzato l’insetticida addosso a povere ragazze africane, ha malmenato un bambino marocchino che vendeva accendini.
    Nessuno minaccia Borghezio. Borghezio è solo l’icona triste, che meglio svela la ferocia delle politiche della Lega. Politiche che sono ben più che una minaccia per chi vive in questo paese.

    Siamo processati solo per aver espresso liberamente le nostre opinioni.
    Difendiamo anche in quest’aula la libertà di esprimere le nostre idee. La libertà di dire, oggi come nell’aprile del 2009, che il fascismo colpisce ogni giorno.
    La libertà di ricordare le ragioni di chi combatteva il fascismo, portando in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale. Le ragioni di chi lottava perché uguaglianza/libertà/solidarietà non fossero solo parole ma il cuore stesso della nostra società. Queste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.
    Oggi siamo in quest’aula per queste idee e non per altro.
    Se ci condannate, ci condannate per queste idee e non per altro.”

    La prossima udienza – per sentire un ultimo testimone della difesa – è fissata il 15 aprile alle 12,30 in aula 82.
    Quella successiva – con le arringhe e la sentenza - sarà il 20 maggio alle ore 9 in aula 81

    Federazione Anarchica Torinese - FAI

    Fonte

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