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(29 Luglio 2011) Enzo Apicella

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CCNL Commercio: il rinnovo del "baratto"

(10 Gennaio 2004)

Il 19 dicembre i lavoratori della grande distribuzione sono stati chiamati ad una prima mobilitazione a sostegno del rinnovo del contratto del commercio scaduto ormai da oltre un anno.
Sono stati posti a sostegno della rivendicazione stessa, numerosi punti su cui convergevano,
stranamente viste le divisioni laceranti che le separano, tutte e tre le sigle sindacali cosiddette "ufficiali", ossia l’introduzione della nuova legge 30 (Legge Biagi e conseguente decreto applicativo n° 276 del 10/09/03) che ridefinisce in pratica tutte le figure del mercato del lavoro e ponendo l’accento sull’inadeguatezza della proposta della Confcommercio di un aumento di 70 euro in tre anni...

Questo è quello che viene sbandierato a sostegno della lotta ma...

I LAVORATORI SANNO PER COSA HANNO VERAMENTE SCIOPERATO?

E visto che si tratta di rivendicazioni comuni è giusto approfondire un po’... allora andando con ordine, uno dei punti principali della piattaforma di rinnovo contrattuale proposta da cgil-cisl-uil è la riscrittura dell’accordo interconfederale sulle rappresentanze sindacali del 27/07/94.

In sostanza viene aggiunto al testo originale delle rappresentanze un cocktail di nuove norme a partire dalla firma degli accordi del 93, e che hanno condotto i lavoratori nella situazione di bassi salari e zero diritti impedendo di fatto di fatto alla Confederazione Unitaria di Base che non li ha firmati di partecipare alle elezioni del rinnovo R.S.U.

Un po’ come se Berlusconi decidesse di procedere a libere elezioni democratiche a patto che si votasse solo un partito a scelta tra Lega, Alleanza Nazionale e Forza Italia...
Ma quello che ci sconcerta è che tale argomento, che limita fortemente le Rappresentanze Sindacali Unitarie nei luoghi di lavoro, venga definito dalla Confcommercio come "materia di scambio". Ora ci pare di capire che a fronte di queste premesse l’interesse principale delle tre sigle "di palazzo" sia quello di proporre "un baratto" invece che un contratto vero e proprio.

Ossia cedere diritti dei lavoratori si istituti fondamentali come introduzione Legge Biagi, tipologie di contratto flessibile, lavoro di domenica obbligatorio, aumento economico inadeguato al caro vita dell’inflazione, purchè ai Sindacati venga garantito di essere i soli interlocutori delle aziende e dei lavoratori.

Noi riteniamo invece che bisogna scioperare per obiettivi veri:

- Salari europei con aumenti di 250 Euro per recuperare quanto perso in questi anni.
- Riduzione della precarietà lavorativa e sociale
- Ripristino del diritto di sciopero
- Democrazia sindacale, fine del 1/3 garantito ai confederali nelle elezione delle RSU, diritto alla trattativa sulla base della effettiva rappresentatività, voto dei lavoratori sugli accordi che li riguardano.

Noi chiediamo a quella coscienza che anima chi fa sindacato ‘’vero’’ di solidarizzare con noi come hanno già fatto con gli Autoferrotranvieri e il personale di terra Alitalia e di contestare i Sindacati Confederali che si prestano a simili balzelli usando la buona fede dei lavoratori solo per mantenersi quello status e quei privilegi sottraendosi al voto democratico dei lavoratori e firmando contratti che vanno al contrario rispetto agli interessi dei lavoratori.

FLAICA –CUB
Walter Montagnoli
flaica@cubnazionale.it

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