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Requerdo de Madrid

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(20 Agosto 2011) Enzo Apicella
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Così muore la democrazia

(21 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cattolicesimo-reale.it

Così muore la democrazia

foto: www.cattolicesimo-reale.it

A sentire l'intercettata T.M., il termine “puttanaio” calzava bene per Arcore.

Ma, visto il numero in continua crescita di comprati/e (da Capezzone a Bertone, dalla Gelmini a Bagnasco, da Stracquadanio a Moffa o Bossi, da Barbareschi a Ratizinger) che si strusciano al papi-pappone, il termine va esteso al Parlamento italiano e ai palazzi vaticani (scusandoci con le oneste lavoratrici del sesso equiparate, per nostre inveterate cattive usanze linguistiche, agli scilipoti, alle minetti o alla gerarchia vaticana).

Sveltina col Vaticano, palpatina con la CEI

L'ultimo incontro di cui si ha notizia fra Berlusconi e Bertone è quello riferito da Ettore Colombo sul “Riformista” del 19 febbraio scorso: un contatto segreto precedente a quello ufficiale per i Patti lateranensi, un abboccamento o una sveltina discreta, per sfuggire al giudizio di chi “attenziona” le pratiche sessuali del Caimano, ma con reciproca soddisfazione: garantita a papi la prostituzione alla notte con comunione il mattino dopo e a Bertone i contributi per le scuole private più la possibilità di sfogare per legge il suo sadismo sui malati terminali (leggi testamento biologico).

Un incontro comunque sgradevole di questi tempi, in cui esponenti del dissenso cattolico come Noi siamo Chiesa hanno telegrafato a Bertone e Bagnasco pregandoli di disertare la cerimonia. Loro non l'hanno fatto, ovviamente, ma Bagnasco - imbarazzato per dover sedere a lato del Caimano - ha dovuto precisare trattarsi di un “incontro istituzionale, di prassi, nella norma dell’incontro e del rapporto tra le istituzioni”. Il che non gli ha impedito di usare il fugace contatto, una palpatina, per chiedere notizie sull'intervento dell'Italia a Strasburgo in sostegno della esposizione del crocifisso cattolico nei luoghi pubblici.

Qui non si parla di politica

Contemporaneamente papi, che di politica non si è mai occupato, essendo andato al governo solo per non andare in galera, ha mantenuto il più stretto riserbo sulle vicende che coinvolgevano nella sconfitta e nella sanguinosa repressione i dittatori amici, da quello tunisino all'improbabile zio della sua minorenne prediletta al massacratore Gheddafi. Ha solo espresso l'auspicio che durino quanto serve per tenerci lontani o per poter loro rinviare i profughi in rotta verso le nostre coste, mentre farneticava su “riforme” ad personam della giustizia. Intanto un parlamento di comprati giurava che la telefonata alla questura fu fatta per scongiurare l'incidente diplomatico con l'Egitto, mentre un consiglio dei ministri allo sbando si divideva sulla festa nazionale del 17 marzo e tre cialtroni, reclutati nei bar della “Padania” e fatti ministri, votavano contro l'unità d'Italia fatta a loro insaputa centocinquanta anni fa.

Dove sono Famiglia cristiana, Ciotti, Zanotelli?

Ma lo spettacolo più scovolgente è l'assoluto aplomb con cui i cattolici progressisti e l'opposizione democratica vanno avanti per la loro strada, senza neppure alzare la testa, qualunque cosa intorno a loro accada.

Il Vaticano chiede la pelle dei cittadini italiani, si prepara d'intesa col governo a tenere in vita i già morti o chi vuol morire, a disporre in nome di Dio della loro/nostra esistenza. Il Vaticano continua a imporci i suoi simboli, a usare il crocifisso per marcare il territorio come i gatti con la loro urina. Il Vaticano continua a fare il suo mestiere di avvoltoio e di beccamorto, continua e rinnova come può, compatibilmente con quanto consente la avvenuta rivoluzione illuminista, i fasti dell'inquisizione. Eppure solo quattro cattolici e preti sfigati alzano la voce per protestare. Gli altri, che potrebbero fare un memorabile casino, condividono in nome dei valori non negoziabili l'imposizione a tutti i cittadini della morale cattolica o, al massimo, se ne stanno a pestare nel loro mortaio appelli per la pace o contro la mafia e non levano la voce contro i Bellarmino dei giorni nostri. Servi, irrilevanti o complici: questo sono i cattolici, “progressisti” compresi.

E le forze politiche democratiche?

Per parte sua Bersani, e da un po' anche Di Pietro, per non dire di un Fli che si svena ogni giorno un po' e di una UdC sorniona che aspetta ordini dal Vaticano, proseguono nei loro stanchi rituali come se intorno non stesse cadendo a pezzi, sotto i colpi del Caimano, il poco che resta della democrazia. Si improvvisano ridicoli dialoghi con la Lega, dandole patenti di non razzismo. Si ignorano spinte e manifestazioni di donne e movimento viola, di Fiom o migranti, che, a intermittenza e sia pur con contraddizioni e limiti, fanno sussultare il paese.

Le forze politiche, né separate né tutte insieme, sanno cogliere l'occasione per dare una continuità e una linea di marcia chiara alla protesta, per rendere permanenti le mobilitazioni, per occupare le aule parlamentari che una sordida compravendita ha trasformato in suk del pappone di Arcore, per andare oltre la ridicola e pigolante richiesta di dimissioni, per imporla nelle piazza e nel palazzo. E tutto mentre il tempo incalza, e la possibilità di invertire la rotta è sempre di meno.

cattolicesimoreale.it

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