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(22 Febbraio 2011)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in medioevosociale-pietro.blogspot.com
foto: medioevosociale-pietro.blogspot.com
Bisogna capire bene da che cosa è fatta l'insurrezione contro Gheddafi in Libia, quanto c'è di sofferenza popolare e giovanile e quanto di interessi tribali che si sono aggrovigliati con quelli USA e delle multinazionali dell'Energia.
Quello che è certo è che il metanodotto che porta il gas dall'Algeria alla Libia alla Sicilia è fermo. Non escludo che una vittima designata di questa rivolta sia l'Eni e comunque la politica commerciale autonoma dell'Italia che gli USA hanno "subito" con molti mal di pancia. Il PD maramaldesco farebbe bene a stare più accorto nelle critiche ed a distinguere l'Italia da Berlusconi e la Libia da Gheddafi
La grandiosa opera di pace del metanodotto, estranea agli interessi delle Sette Sorelle, garantisce energie e benessere da trenta anni all'Italia, all'Algeria, alla Libia. Gli Usa sono stati ostili da sempre.
La politica fatta dal governo italiano nei confronti della Libia e della Russia è la meno berlusconiana fatta dal Governo Berlusconi. Viene da molto lontano, dalla illuminata apertura terzamondista e pacifista di La Pira e Moro, di Nenni e di Fanfani.
Gli obiettivi dei rivoluzionari in Libia non sono chiari, non sono stati espressi. L'anelito di libertà e di democrazia si esprime in modi diversi.
Non difendo il regime di Gheddafi ma vorrei capire chi lo sta demolendo.
L'Italia rischia di essere travolta non solo da una ondata emigratoria ma dal crollo di suoi fondamentali interessi economici
crollo che va a sommarsi alla crisi ed al trasferimento della Fiat in USA ed alla scomparsa della sua industria di base e manifatturiera.
Anche la pace potrebbe essere travolta da una crisi di tutta l'area del Mediterraneo dentro la quale mimetizzare l'attacco e l'incenerimento dell'Iran e la fine della Palestina.
Pietro Ancona
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