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Basta con i rinvii - serve una assemblea nazionale della sinistra sindacale Cgil

(11 Gennaio 2004)

Sulla necessità di una riflessione e di una verifica sulla linea e sull'azione della Sinistra sindacale Cgil, per il rilancio degli obiettivi che abbiamo sostenuto con il nostro documento congressuale

Dove và la Cgil ?


Come è ormai evidente siamo oggi di fronte ad una svolta della Cgil rispetto alle posizioni ed agli atteggiamenti che questa aveva assunto a partire dall'opposizione al Governo Berlusconi sulla questione dei diritti fino alle recenti posizioni sulla legge 30 e sulle pensioni.

Come si può vedere osservando le ultime vicende è evidente la frenata della Cgil rispetto alle recenti posizioni nazionali e sembra consolidarsi nella maggioranza della Cgil una posizione più attenta e preoccupata a ricucire, senza far venire meno l'opposizione al Governo, i rapporti con Cisl e Uil da una parte e con le associazioni padronali dall'altra (in proposito vedere la precedente nota del coord. rsu del luglio 2003 ).



Una situazione questa che, non essendo per altro mutati i caratteri dell'offensiva liberista condotta da padroni e Governo, porta con sè l'aumento della confusione nella linea Cgil, sempre più disarticolata sul merito e sempre più guidata da valutazioni di carattere tattico. A nulla servono le discussioni anche interessanti che pure in Cgil si tengono (basti vedere il documento votato al direttivo nazionale del 16 dicembre scorso) quando poi è nella pratica che vengono a mancare le coerenze.

Così è che l'atteggiamento critico verso l'efficacia delle politiche concertative, emerso alla fine del congresso di Rimini (su cui Lavoro e Società della Cgil aveva tanto scommesso), è sempre più contraddetto (a parte la vicenda FIOM) dalle conclusioni contrattuali di questi mesi che anche la Cgil ha firmato. Basterebbe citare i contratti del Turismo, delle Poste, degli autoferrotranvieri per capire il collasso strategico della Cgil dal congresso ad oggi.

Guidata più che altro dalla decisione di recuperare i rapporti con Cisl e Uil, la linea Cgil è oggi tutta orientata alla ricerca di una mediazione tra una ritrovata fissazione concertativa e la rampante propensione neocorporativa che caratterizza l'attuale deriva sindacale non solo di Cisl e Uil ma anche delle componenti più moderate della stessa Cgil. Una mediazione che non può che produrre pasticci e risultati addirittura più negativi sul piano contrattuale e politico.

Questa propensione mediatoria, presente ormai in tutte le vicende contrattuali, sta di fatto modificando a destra lo stesso modello contrattuale, ed apre pericolosamente (sia a livello concettuale che normativo) al recepimento di quelle modifiche nel rapporto di lavoro che il Governo Berluscono ha imposto per legge (legge 66 sugli orari e legge 30 sopratutto).

E' questa una linea ed una pratica da contrastare, sia perchè accetta l'arretramento salariale e normativo che Governo e Confindustria stanno perseguendo, sia perchè intacca sostanzialemente il modello contrattuale indebolendo il contratto nazionale, e sia perchè, con l'isolamento della Fiom, prepara il terreno per una sconfitta politica del sindacalismo rivendicativo a favore di un uovo modello sindacale neocorporativo.

E la sinistra sindacale in Cgil ?

Lo scenario è quindi sufficientemente chiaro per riproporre con forza la necessità dell'esistenza e dell'iniziativa, di una forte sinistra sindacale in Cgil come strumento e percorso di battaglia per un vero cambiamento di rotta della Cgil e per impedirne la deriva moderata che già si sta affermando sulle politiche contrattuali.

Su questo fronte dobbiamo purtroppo registrare non poca confusione. La sinistra sindacale, nelle ultime vicende contrattuali, è stata praticamente assente. Nei Ccnl Poste, Autoferrotranvieri, nel recente rinnovo del biennio chimico ecc. è mancata una capacità critica, una capacità organizzativa e di coordinamento di tutte le forze critiche che pure su queste vicende contrattuali si sono manifestate. Troppo spesso gli esponenti, anche nazionali della sinistrra sindacale, hanno sostenuto, giustificato, difeso, dei brutti contratti (vedi Poste) ed altrettanto spesso si sono limitati a deboli osservazioni di critica sostanzialmente solo metodologica sulle trattative e sugli accordi (vedi le recenti prese di posizione sui chimici e negli autoferrotranvieri).

La sinistra sindacale in Cgil, oggi particolarmente impegnata nei suoi apparati a negozziare diversi rapporti di validazione nei confronti della maggioranza ed a validarsi nei percorsi politici di costruzione del nuovo fronte elettorale antiberlusconiano, è venuta pericolosamente a meno nel suo ruolo principale ...l'organizzazione delle delegate e dei delegati su una piattaforma di lotta in Cgil. La maggiore preoccupazione alle questioni organizzative e tattiche interne alla Cgil ed alle dinamiche del centrosinistra non può giustificare in alcun modo l'assenza di una vera battaglia contro la natura concretamente concertativa della strategia Cgili e contro le derive neocorporative che sempre di più fanno capolino.

E' nostra convinzione che non sia più rinviabile una assemblea nazionale dell'area programmatica con l'obiettivo di rilanciarne l'iniziativa a partire da una ripuntualizzazione dei nostri obiettivi congressuali e dalla necessaria risoluzione di ogni dubbio ed incertezza riguardo al fatto che la battaglia per una diversa linea in Cgil rimane questione aperta e tutt'ora irrisolta.

L'impegno ad organizzare una assemblea nazionale dell'area programmatica era stato assunto in precedenti occasioni, non ultima quella del coordinamento nazionale dell'area tenutosi lo scorso ottobre a Roma (vedi la nota del coordinamento Rsu a quella riunione e il testo della relazione introduttiva ).

A quanto pare l'assemblea prevista prima per la fine dell'anno, poi prospettata per gennaio, sembra non essere più nell'interesse ed all'ordine del giorno dei prossimi impegni dell'area. Pur non conoscendo ufficialmente i motivi di tanto ritardo e di tanta incertezza (non ci si venga a dire che manca il tempo) rimane grave che in una situazione così delicata e confusa non si avverta l'urgenza e la necessità di un momento di discussione e riflessione generale, aperta e costruttiva, che coinvolga tutti i delegati dell'area. Ed in questa situazione è inaccettabile che gli apparati dell'area si arroghino il diritto di continuare a gestire l'area nel chiuso delle loro riunioni e dei loro coordinamenti ristretti, tanto più che anche il loro riunirsi appare sempre più inconcludente, vista la confusione imperante nel come si stanno gestendo le scadenze contrattuali. Una confusione che in realtà denota una forte divisione nell'area, dove, a secoda delle situazioni e delle categorie, notiamo affermarsi sempre più distinzioni sul merito, come ad esempio su come affrontare la legge 30, o la discussione sul nuovo modello contrattuale. Distinzioni che se non risolte porteranno inevitabilmente l'area ad indebolirsi ed a frantumasi ulteriormente nei suoi interessi categoriali e territoriali.

Con questa breve nota vogliamo sollevare ancora una volta la necessità che l'area programmatica dia l'opportunità e l'occasione alle delegate ed ai delegati che ne costiuiscono l'ossatura, di essere chiamati a discutere ed a verificare i compiti immediati e di strategia che l'area deve darsi per essere adeguata all'attuale fase dello scontro sindacale e della situazione in Cgil.

Ogni ulteriore rinvio sarebbe inaccettabile e denoterebbe l'assoluta mancanza di sensibilità da parte del coordinamento nazionale dell'area programmatica e la sua incapacità di essere riferimento propulsivo e dirigente dell'iniziativa dell'area. Denoterebbe in particolare il venir meno della stessa coscenza di essere "area programmatica", nata su mandato congressuale e grazie all'impegno di centinaia di militanti.

Come delegate e delegati che si riconoscono nel movimento "per un coordinamwento nazionale delle Rsu" chiediamo quindi che venga al più presto fissata la data dell'assemblea nazionale dell'area, con percorsi categoriali e territoriali, in cui sia data la possibilità a tutti di portare il proprio contributo (basta con le assemblee "passerella" e blindate tipiche di questi anni).

Essendo inoltre la necessità di discussione e di verifica, una necessità oggettiva ed urgente, avanziamo si d'ora la proposta che, qualora il coordinamento nazionale dell'area non arrivi a decidere in proposito, siano i delegati stessi dell'area a convocare l'assemblea nazionale dell'area.

10 gennaio 2004

Le delegate ed i delegati che si riconoscono nel movimento "per un coordinamento nazionale delle RSU"

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