">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Il dilemma dei generali

Il dilemma dei generali

(23 Giugno 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Libia: dagli islamici ai liberali, la galassia dell'opposizione a Gheddafi

(25 Febbraio 2011)

Fratelli Musulmani, Fronte Nazionale di Salvezza libica e movimenti jihadisti le forze principali

Sono le tribù e i clan che, principalmente, compongono il tessuto sociale e politico in Libia. I maggiori esponenti dell'opposizione a Muammar Gheddafi vivono in esilio all'estero, ma restando nel Paese nordafricano i principali movimenti che si oppongono al suo regime sono i Fratelli Musulmani, il Fronte Nazionale di Salvezza libica e i movimenti jihadisti, oltre a esponenti liberali, socialisti e nazionalisti.

I FRATELLI MUSULMANI. La Fratellanza musulmana libica è nata nel 1979 e, come il resto del gruppo islamico nel mondo arabo, ha come principio fondante quello dello «Stato e della religione islamica». Dopo il 1993, i Fratelli islamici libici hanno iniziato a chiamarsi Fratelli musulmani libici. Durante gli anni Settanta e Ottanta, a causa del duro approccio repressivo dell'amministrazione Gheddafi nei loro confronti, i fondatori del movimento hanno tenuto le loro azioni molto segrete. I Fratelli musulmani libici ritengono che la Libia sia una parte inseparabile del mondo islamico e considerano il regime di Gheddafi come contrario all'Islam, che combatte le libertà e opprime il popolo. La Fratellanza sostiene infine che il divieto alla formazione di partiti politici in Libia da parte dell'amministrazione Gheddafi e il suo rigido controllo sui sindacati, la magistratura e tutte le organizzazioni sociali sono contrarie ai diritti umani.

FRONTE NAZIONALE DI SALVEZZA LIBICA. Fondato nel 1981 in opposizione all'amministrazione Gheddafi, il Fronte punta a rovesciare Gheddafi e a istaurare un sistema costituzionale e democratico. Se il colonnello dovesse abbandonare il potere, il Fronte ha in programma la formazione di un'assemblea di ministri e di un governo ad interim la cui durata non dovrà essere superiore a un anno. Entro sei mesi dalla nascita dell'esecutivo temporaneo, si dovrà poi procedere a elezioni generali. Tramite un referendum verrà quindi riscritta la Costituzione in base alla quale si procederà alla elezioni di un nuovo capo di Stato. In modo da evitare che l'autorità venga presa in mano da un solo individuo, com'era ora, si provvederà a una sua distribuzione su diverse istituzioni dello Stato in base ai principi della separazione dei poteri. Il Fronte punta anche alla protezione della sacralità e della spiritualità della Libia, mentre le risorse del Paese dovranno essere messe al servizio del suo popolo, degli Stati fratelli e confinanti e di tutta l'umanità, come si legge nel programma politico del gruppo. Per modificare l'immagine negativa che la Libia si è conquistata sull'area internazionale durante il regime di Gheddafi, il movimento punterà a stabilire buone relazioni basate sul rispetto reciproco con i Paesi vicini e con il resto del mondo.

MOVIMENTI JIHADISTI. Tra questi, in Libia si registrano il 'Movimento dei martirì e il 'Gruppo di combattimento islamicò. Il primo conflitto tra questi due movimenti e il regime di Gheddafi risale al 1986 a Bengasi. Nell'agosto di quell'anno Ahmed Misbah al Warifli, membro dei 'Comitati della Rivoluzionè creati da Gheddafi a Bengasi, fu ucciso da nove membri del movimento jihadista come risposta alla dura repressione di Tripoli nei confronti degli abitanti di questa città e soprattutto dei suoi venditori ambulanti. Nell'ottobre del 1987 Gheddafi fece giustiziare i nove membri del Jihad che uccisero Warifli e da allora iniziò un lungo periodo di conflitto tra le parti. Gli uomini dei 'Comitati della Rivoluzionè vennero quindi percepiti come nemici dalla gente di Bengasi e da allora si tennero diversi raid contro le moschee gestite dai movimenti jihadisti, soprattutto a Tripoli, con diverse perdite su entrambi i fronti.

NAZIONALISTI, SOCIALISTI, LIBERALI. Il 15 febbraio del 2011, i movimenti del jihad hanno formato un nuovo gruppo chiamato 'Movimento islamico libico per il Cambiamentò. Annunciando di non essere armati, i membri del gruppo hanno sottolineato la volontà di portare un cambiamento nel governo libico in modo pacifico. Del movimento fanno parte esponenti religiosi e membri di gruppi islamici. Dopo l'indipendenza della Libia, sulla scena politica si sono affacciati anche movimenti socialisti cone il partito Arab Baath, Hizb ut Tahrir al Islami e movimenti arabi nazionalisti. Tra loro anche comunisti, socialisti, liberali e partigiani per la democrazia nel Paese. Come in altri Paesi arabi, comunque, la stragrande maggioranza della popolazione in Libia non ha legami con alcun partito politico.

Fonte: Brt/AKI

www.peacereporter.net

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il Mondo Arabo in fiamme»

Ultime notizie dell'autore «Peace Reporter»

3914