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Al fianco delle rivolte dei nuovi “DANNATI DELLA TERRA”

(24 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Al fianco delle rivolte dei nuovi “DANNATI DELLA TERRA”

foto: www.caunapoli.org

verso le giornate di mobilitazione del 26 Febbraio a Milano (Corteo Nazionale al Fianco dei popoli in lotta) del 25 Febbraio e del 1 Marzo, sciopero dei migranti e giornate di mobilitazione al fianco delle rivolte in Nord Africa e contro l'imperialismo italiano.

Questi ultimi mesi sono stati segnati dalle rivolte di milioni di persone che dal nord Africa hanno aperto nuovi scenari, la cui rilevanza va al di là dei confini dei paesi interessati. Milioni di persone, hanno portato per giorni in piazza la propria rabbia e le proprie rivendicazioni cercando di costruire un futuro diverso da quello che fino ad oggi gli era stato prospettato. Per quanto i mass media nei paesi europei abbiano cercato di raccontare queste rivolte come fenomeni lontani, senza alcun collegamento con le lotte a cui abbiamo assistito in quest’autunno in Europa, senza ripercussioni sulle nostre vite, le mobilitazioni in Egitto, Libia, Tunisia, hanno molto a che fare con il “nostro” mondo.

Le condizioni di vita delle masse arabe sono il frutto dell’imperialismo occidentale, in cui la nostra cara e buona Italia gioca un ruolo di primo piano. L’esempio dell’ultima ribellione, quella libica, vede il nostro paese partecipare ai massacri di civili, con la presenza attiva di uomini e mezzi forniti dal governo Berlusconi. Gli interessi delle aziende italiane che da decenni operano in Libia, grazie agli accordi sottoscritti dai nostri governi (a prescindere dal loro orientamento politico) e il regime di Tripoli, sono tra le principali cause dello sfruttamento e della miseria del popolo libico, nonché della longevità del potere di Gheddafi. La ribellione è quindi anche contro l'ENI, l'Impregilo e tutte quelle imprese che hanno macinato profitti e rapinato risorse a danno della popolazione locale. Le stesse che qui in Italia sono impegnate a calpestare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, a cassaintegrare e licenziare.

Dinanzi a questo panorama le classi dirigenti del nostro paese sbandierano lo spauracchio dell’“invasione”, criminalizzando gli sbarchi e gli immigrati presenti sul nostro territorio; alla criminalizzazione mediatica, virtuale, se ne affianca una di fatto: le leggi italiane sono infatti costruite in modo tale da rendere l'immigrato il soggetto più sfruttato e ricattabile per i profitti dei nostri padroni, una vera e propria arma da utilizzare per peggiorare ulteriormente le condizioni dei lavoratori autoctoni, con l'obiettivo di frammentare il fronte dei lavoratori.

Se questa è la strategia del capitalismo, le lotte che infiammano il Nord Africa ci permettono ancor meglio di delimitare il campo tra amici e nemici, tra quelli al cui fianco combattere e quelli contro cui combattere.
È per questo che il primo marzo saremo al fianco dei fratelli immigrati e dei popoli in rivolta contro le politiche dei padroni e contro l'imperialismo nostrano.

qualche link di approfondimento sulla situazione in Nord Africa

- La seconda rivolta araba: vincitori e sconfitti (di Immanuel Wallerstein)
- Libia - Nel precipizio (di Angelo del Boca)
- Le ragioni della rivoluzione e il futuro dell’Egitto. Intervista a Massimo Campanini (docente di Storia dei paesi islamici all’Università di Napoli l’Orientale)

- Intervista a Vladimiro Giacché
- Il Medio Oriente dopo Mubarak: alba democratica o crisi dei popoli? (da contropiano.org)
- Un articolo sul ruolo delle organizzazioni dei lavoratori nelle rivolte in Tunisia e in Egitto

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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