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(1 Settembre 2011) Enzo Apicella

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L'imperialismo genera immigrazione

(25 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in it.kke.gr

Aleka Papariga, Segretaria Generale del CC del KKE, nell'incontro del 9/2/2011 con il Primo Ministro G. Papandreou sulla questione dell'immigrazione ha presentato un documento contenente le valutazioni e le proposte del Partito Comunista di Grecia.

"Primo ministro,

Come lei ben sa, le politiche realizzate rispetto alle centinaia di migliaia di immigrati e rifugiati che risiedono nel nostro paese hanno generato una situazione esplosiva.

Centinaia di migliaia di rifugiati e immigrati, provenienti in maggioranza da paesi che hanno subito invasioni militari, che sono stati occupati, lacerati da guerre civili e da regimi dispotici o da paesi dove sono stati perseguitati per le loro opinioni, rimangono intrappolati in Grecia senza diritti, in condizioni inaccettabili e disumane, pur avendo come destinazione finale altri stati membri dell'Unione. Tutto cio a causa del Regolamento Dublino II della UE. Le loro condizioni di vita a Patrasso, Igoumenitsa, sia nel centro che nei sobborghi di Atene, cosi come il tragico naufragio di Corfu, testimoniano questa forma contemporanea di barbarie.

Decine di migliaia di profughi, che vivono, lavorano e desiderano rimanere nel nostro paese sono ostaggio del regime della carta rosa, incerti del loro futuro. Hanno ragione di temere che il nuovo sistema di concessione dell'asilo condurra al respingimento della loro domanda al tasso vergognoso del 99% come avvenuto fino ad ora.

Centinaia di migliaia di immigrati per motivi economici, con le famiglie e i bambini, non potranno rinnovare i permessi di soggiorno molto costosi (a causa delle multe, tasse, ecc.) Essi rischiano di essere deportati secondo la legge appena varata, perche i presupposti stringenti della normativa sull'immigrazione richiedono di avere un punteggio elevato in termini di sicurezza (150-200) e un contratto con un datore di lavoro, costringendo un numero crescente di immigrati disoccupati nell'illegalita.

Per altri, che hanno vissuto e lavorato nel nostro paese per molti anni, non c'e mai stata l'occasione per essere legalizzati ne per accedere alla procedura di asilo o rientrare nei termini molto severi della sua applicazione.

Disperazione e rabbia sono in aumento

Come risultato di tutto questo, molti immigrati sono costretti a lavorare senza tutele, con salari umilianti, letteralmente per un tozzo di pane, ostaggi dei datori di lavoro, esposti ai meccanismi anti-immigrati e agli ambienti malavitosi.

La decisione inaccettabile e ferocemente nazionalista della sezione preposta del Consiglio di Stato che ha annullato la Legge 2838/2010 sulla cittadinanza e la partecipazione alle elezioni locali di un piccolo numero di immigrati, fornisce copertura giuridica alla continuazione e intensificazione delle politiche repressive contro gli immigrati. E' stata adottata nel momento stesso in cui il governo ha deciso che non avrebbe legalizzato altri immigrati e quando il Ministro degli Interni, in un atto di crudelta indescrivibile, per dimostrare il pugno di ferro contro gli immigrati in sciopero della fame, ha annullato il regolamento del governo che consentiva la loro legalizzazione per motivi umanitari.

L'indignazione e la legittima disperazione degli immigrati e in aumento, come testimonia il tragico e crescente numero di scioperi della fame, soprattutto da parte di quelli arrivati di recente da Creta.

E' una situazione che ha un impatto estremamente negativo sulla vita dei lavoratori greci e immigrati, i cui quartieri gia deteriorati rischiano di essere ulteriormente ghettizzati, prima di venir consegnati alla speculazione delle grandi imprese. Sono preoccupati e allarmati per l'attivita di gruppi razzisti contro gli immigrati e contro i greci che si schierano al loro fianco in protesta perche i quartieri e le periferie non siano trasformati in laboratori per l'attuazione di nuovi metodi e meccanismi di repressione.

Il governo invece di affrontare il problema e trovare soluzioni adeguate alla gravita della situazione, ha scelto la repressione, nonostante sia consapevole che la repressione, oltre a essere disumana, e una via senza uscita. Qualifica le manifestazioni degli immigrati in questo periodo come un pericolo per la "sicurezza interna", a causa dei gravi fatti che si svolgono in Egitto e in altri paesi africani.

Il nostro Partito ripete, ancora una volta, un'ovvieta: finche perdurano e si intensificano le cause dell'immigrazione e della miseria, si generano e crescono ondate di immigrati e rifugiati perseguitati, miserabili, alla disperata ricerca di salvarsi la vita attraverso l'immigrazione .

Le cause, deliberatamente nascoste o minimizzate, sono la continuazione e l'intensificazione delle aggressioni imperialiste, delle guerre, degli interventi, delle guerre civili fomentate, scatenate da Stati Uniti, NATO e UE, con la partecipazione dei governi succedutisi in Grecia e il saccheggio delle ricchezza dei popoli da parte di una banda di monopolisti. La lotta di queste persone per la sopravvivenza non solo e giusta, ma anche piu forte di qualsiasi misura repressiva. Nessun Frontex [Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea, ndt], nessun campo di concentramento, nessuna barriera, per mare o terra, possono impedirla.

Come Partito, abbiamo piu volte evidenziato e condannato le cause dell'immigrazione contemporanea di massa. Siamo contro l'intero apparato di politiche anti-immigrazione e la legislazione dell'Unione europea e dei governi greci, che selettivamente cercano immigranti per le esigenze di capitale, come manodopera a basso costo e facile da manipolare, mentre gettano gli altri nella "pattumiera". Noi siamo del parere che i lavoratori e le persone perseguitate non possano essere divise tra stranieri e autoctoni, legali e illegali. Lottiamo per un'altra politica radicalmente diversa che servira ad affrontare le cause del problema dell'immigrazione, e ne smorzera le conseguenze per il nostro paese.

Le proposte del Partito

Di fronte alla situazione inaccettabile e insopportabile in cui si trovano gli immigrati e tutti i lavoratori che risiedono nel nostro paese, il nostro Partito, comprendendo appieno la gravita del problema ha elaborato misure specifiche per alleviare la situazione. La loro adozione e una questione di urgenza.

Queste sono:

La fine della conformita con il meccanismo comunitario noto come Regolamento Dublino II, che tiene centinaia di migliaia di immigrati in ostaggio. Questi immigrati hanno come destinazione altri paesi UE. Essi devono essere dotati di documenti di viaggio in modo che possano entrare nei loro paesi di destinazione in modo legale e sicuro.

L'immediato rilascio del permesso di asilo o altre forme di protezione internazionale alle vittime di guerre e interventi imperialisti (ad esempio per chi proviene da Afghanistan, Iraq, Palestina, Somalia).

Il rinnovo del permesso di soggiorno, svincolato dalla questione sicurezza e dai contratti di lavoro, che sia concessi ai disoccupati, che le procedure siano semplificate e facilitato il ricongiungimento familiare.

L'immediata legalizzazione di tutti gli immigrati che vivono e lavorano nel nostro paese, in particolare coloro che permangono nel nostro paese da lungo tempo, hanno formato una famiglia o hanno creato un forte legame con il nostro paese e desiderano rimanere.
Riteniamo che queste misure servano gli interessi dei lavoratori greci ed immigrati e dei rifugiati, soddisfino le loro legittime aspirazioni e siano di realistica e matura attuazione. Esse contribuiranno, almeno temporaneamente, ad individuare un modo per affrontare la questione dell'immigrazione nel nostro paese, che il governo, cosi come le altre forze politiche, hanno riconosciuto e costantemente invocato. Nella misura in cui il governo continuera a seguire la strada della repressione per affrontare il problema, sara responsabile dell'ulteriore inasprimento della situazione in futuro".

11/02/2011

Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Partito Comunista di Grecia (KKE)

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