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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Contro la riforma Moratti

(12 Gennaio 2004)

Tornano a manifestare gli insegnanti, i genitori e gli studenti che difendono il tempo pieno nelle scuole. Una protesta capillare, che ha coinvolto famiglie di tutti gli strati sociali, scuole di ogni parte d'Italia, uniti nell'opposizione al primo decreto attuativo della riforma Moratti, ormai (quasi) in dirittura d'arrivo. Sabato 17 gennaio, alle 14, partirà da piazza della Repubblica a Roma una manifestazione nazionale per cercare di scongiurare che il Consiglio dei ministri dia semaforo verde al decreto. Lunedì inizierà l'esame del testo da parte delle commissioni cultura del parlamento, e per l'occasione è stato indetto un sit-in a piazza Montecitorio (ore 17) mentre da Bologna, Firenze e altre città arriveranno delegazioni del "Coordinamento per la difesa del tempo pieno" nato spontaneamente diversi mesi fa. Porteranno le firme raccolte per chiedere di non cancellare quel particolare modello pedagogico che va sotto il nome di tempo pieno e prolungato: sono già 110 mila.

Il testo ridefinisce il primo ciclo di istruzione (elementari e medie) e la scuola dell'infanzia. Gli elementi principali sono la diminuzione del tempo scuola e la personalizzazione dei percorsi di studio, "contrattati" direttamente con le famiglie. Alla scuola elementare tre ore settimanali saranno "opzionali", le famiglie dovranno cioè decidere, in base all'offerta delle scuole, quali attività far seguire ai propri figli. Viene inoltre introdotta la figura del "maestro prevalente", cioè un insegnante che avrà un ruolo preminente rispetto agli altri, tornando indietro di anni rispetto al modello sancito dalla riforma del '90. Viene inoltre introdotto l'anticipo scolastico: alla scuola dell'infanzia potranno essere iscritti i bambini che compiono 3 anni entro il 30 aprile dell'anno riferimento, mentre alla scuola elementare potranno essere iscritti i bambini che ne compiono sei entro la stessa data.

Per quanto riguarda il tempo pieno l'orario viene spezzettato settimanalmente come segue: 27 ore obbligatorie, 3 opzionali, più un massimo di 10 ore di tempo mensa. Il tempo pieno non significa soltanto stare per 40 ore a scuola, parcheggiati dai genitori, ma seguire un piano educativo molto preciso che segue una logica lineare, prevede la collaborazione tra gli insegnanti, individua anche nel tempo mensa un momento di apprendimento.

10 gennaio 2004

Centro di documentazione e lotta

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