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Se non le donne, chi?

Se non le donne, chi?

(11 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Dopo il 13 febbraio... verso l’8 marzo
La mobilitazione non si può fermare

(1 Marzo 2011)

La numerosissima presenza alla giornata di mobilitazione del 13 febbraio di migliaia di donne, tra le quali tante giovani, ha posto il bisogno/necessità di proseguire come donne, femministe, proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate...nella lotta

in primis per cacciare questo governo che rappresenta oggi la sintesi più marcia di un sistema fascista, sessista, razzista pregno di maschilismo, arroganza e disprezzo verso le donne, non ultimi i vergognosi proclami di Berlusconi sulla centralità della “sacra famiglia” mentre in contemporanea la chiesa di Ratzinger rilancia la crociata contro l’aborto glissando invece schifosamente sulle vicende escort/festini… del capo di governo.

“Occorre non fermarsi... occorre far cadere Berlusconi e il suo governo" abbiamo scritto all’indomani del 13 febbraio , lanciando un 8 marzo "..da ogni luogo di lavoro da ogni scuola, da ogni casa, scendiamo ancora di più e con più forza nelle piazze" perché c’è bisogno di uno sciopero totale delle donne, uno sciopero di classe e di genere, dalle operaie alle lavoratrici in lotta, dalle femministe alle studentesse… che guardi a tutti gli aspetti della nostra vita.

Uno sciopero delle donne inteso come una campagna di lotta prolungata contro una società di cui non abbiamo nulla da difendere, volta a che “tutta la nostra vita cambi!” che l’8 marzo si caratterizzi come un altro forte momento di rottura anche contro chi, deviando dal problema centrale, non pone come condizione essenziale per la lotta contro il governo e tutto il sistema anche la lotta contro la falsa opposizione che ancora una volta vuole soffocare la nuova potenzialità della lotta delle donne (il Pd oggi parla di quote per la presenza di donne al governo,tutto qui???), tentando di rinchiudere la nuova ribellione delle donne dentro appelli all’insegna del “…Rimettiamo al mondo l’Italia… informare, chiedere, ottenere…”

E ora non ci fermiamo... facciamo cadere Berlusconi... continuiamo a lottare ... 8 marzo da ogni luogo di lavoro, da ogni scuola, da ogni casa tutte e di più di nuovo nelle piazze!

Vogliamo ora lo sciopero generale!

Vogliamo costruire insieme lo sciopero totale delle donne...
tutta la vita deve cambiare!


Una grandissima partecipazione dovunque, oltre un milione di donne dal nord al sud, dalle grandi città ai paesi, 230 piazze: 200 mila a Roma, 100 mila a Napoli, Milano, Torino, ecc., 50 mila a Genova, Bologna, ecc.; oltre tuttele aspettative - anche le nostre -. Si può dire che non c’è stato posto in cui le donne non hanno manifestato contro Berlusconi e non solo. Anche in tante città all’estero le donne hanno manifestato (da Parigi a New York, da Barcellona a Tokyo.

E’ andata in scena insieme alla ribellione anche la fantasia, l’ironia negli striscioni, negli slogan (processate il porco / mo’ sbarak / stop al telefemminicidio / nel Palazzo regna il cazzo. diamogli un taglio / in galera / Nonno Silvio fai come lo zio di Ruby / Ora basta ma non basta / Berlusconi, una spallata femminile t’abbatterà.).

Dovunque le donne hanno superato i numeri di precedenti manifestazioni E’ andata in scena la dignità, l’orgoglio, la determinazione contro un potere di marciume politico e di porci. E’ andato in scena l’abisso tra il senso di civiltà vera delle donne e l’inciviltà, la putrefazione del fascista sessista Berlusconi e della sua corte di uomini e di donne.

Questo movimento non può fermarsi. Intanto per la giusta e necessaria caduta di Berlusconi perché come gli scandali sessuali sono la punta di iceberg di un sistema di moderno fascismo, di moderno medioevo, così la "rivolta di dignità" delle donne è punta avanzata nella battaglia di tutte le masse popolari contro questo governo e questo sistema. Ora più che mai. come disse Marx, la condizione delle donne esprime il grado di civiltà – o di inciviltà - di un paese.

La caduta del governo può essere frutto solo della continuazione, sviluppo della mobilitazione, della rivolta di massa, non certo di firme (raccolte in alcune piazze dalle donne del PD), né di dibattiti in Parlamento o di pressione su di esso.

Non fermarsi fino alla cacciata di Berlusconi è anche la strada perché questo grande movimento non sia indirizzato da alcune promotrici, esponenti, dirigenti del PD, dei partiti parlamentari,, dei sindacati confederali, delle istituzioni, a meri fini elettorali.

Tutto il movimento delle donne deve anche negli altri 364 giorni- come facciamo noi - occuparsi -preoccuparsi delle condizioni delle donne per respingere, contrastare gli attacchi, la subcultura offensiva e le violenze verso le donne, come delle lotte delle operaie, lavoratrici, precarie, disoccupate, studentesse, delle donne delle zone disastrate, ecc:: Non lo fanno e possono certo farlo quel ceto di donne, spesso ieri sui palchi, che sostiene questo sistema sociale capitalista che sta nei partiti di falsa opposizione. Serve a noi tutte un grande movimento delle donne continui ad essere protagonista e a sviluppare autonomia di genere e di classe, politica e sociale.

Noi compagne del MFPR siamo per lo Sciopero totale delle donne, che si carica non solo della questione Berlusconi, ma di tutti gli attacchi che governo padroni, chiesa, mass media, Stato, ’Famiglia’ stanno facendo contro le donne.

Noi abbiamo bisogno di una rivoluzione, di una doppia rivoluzione per spezzare non una ma mille catene !

Nelle manifestazioni del 13 - da Roma a Padova al sud - tante hanno chiesto lo sciopero generale. Le operaie metalmeccaniche, in particolare le lavoratrici della Fiat in lotta contro l’altro fascismo quello di Marchionne che per le donne comporta doppio attacco al posto di lavoro, alle condizioni di lavoro, alla salute, alla dignità, le operaie dell’Omsa, tante altre lavoratrici, le precarie, le disoccupate, hanno gridato non solo in questa occasione, ma il 16 ottobre, il 14 dicembre, il 28 gennaio

"Se non ora quando" ..signora Camusso lo sciopero generale ?

L’8 marzo da ogni luogo di lavoro, da ogni scuola, da ogni casa, scendiamo ancora di più e con più forza nelle piazze.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

Fonte

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