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Movimenti per l'acqua pubblica e contro il nucleare oggi in piazza. Maroni ignora le richieste e boicotta i referendum

(4 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Movimenti per l'acqua pubblica e contro il nucleare oggi in piazza. Maroni ignora le richieste e boicotta i referendum

foto: www.radiocittaperta.it

03-03-2011/22:06 --- Si è svolto questa mattina un presidio in piazza di Montecitorio, organizzato dal comitato referendario '2 si per l'acqua pubblica' e dal neonato comitato 'vota sì per fermare il nucleare'. Il presidio, al quale hanno partecipato anche associazioni come Greenpeace, WWF e Legambiente, è stato indetto per chiedere al governo di accorpare le elezioni amministrative, che si terranno a maggio, con il voto referendario su nucleare e acqua. Come ha spiegato Cristiana del 'Coordinamento romano acqua pubblica' ai microfoni di Radio Città Aperta "è fondamentale che ai cittadini venga dato il diritto di poter andare a votare. È scandaloso che, nonostante la crisi economica, si vada verso due tornate elettorali ovviamente costosissimee per lo stato perchè, per come si è espresso finora il ministro Maroni, si voterà in due momenti separati: per le amministrative a maggio e per il referendum su acqua e nucleare in una domenica di giugno". Dubbi, quelli del comitato, confermati in giornata dalle dichiarazioni del Ministro Maroni che ha annunciato che proporrà, al prossimo consiglio dei ministri, il 12 Giugno come giorno per lo svolgimento dei referendum. Con un aggravio di spesa per le casse dello stato di circa 350 milioni di euro. "La scelta non è casuale - denunciano i movimenti per l'aqua pubblica e contro il nucleare - il 12 giugno le scuole saranno già chiuse e l'inizio della stagione estiva rappresenterà per chi può permetterselo un incentivo ad andare fuori città. Maroni ha scelto la strada del boicottaggio pur di rendere difficoltosa la libera espressione della volontà dei cittadini".
E sulla volontà del governo di complicare la buona riuscita dei referendum si è espresso anche Fulvio Vescia, responsabile dell'Usb Acea, organizzazione oggi presente in piazza: "siamo convinti- ha dichiarato - che la volontà di questo governo è quella di non far andare la gente a votare e quindi di non farci raggiungere il quorum, sapendo che raggiunto il quorum saranno sicuramente i 'sì' a vincere. Inoltre - prosegue Vescia - il governo sa che questo è anche un referendum di richiesta di democrazia e partecipazione da parte dei cittadini italiani e di 1 milione e 400 mila persone che hanno firmato per i referendum, oltre che una richiesta di ritorno alla gestione pubblica di tutti quei beni comuni che appartengono ai cittadini come i trasporti, i rifiuti, la sanità, gli asili nido, cioè tutte quelle situazioni che man mano ci stanno smantellando e togliendo".
Nonostante la richiesta di un incontro al Ministro Maroni per illustrare le ragioni che sostengono l'accorpamento, il governo continua ad ignorare la volontà di 1400000 cittadini che hanno firmato per i referendum, oltre che la volontà di quei cittadini italiani che nell'87 avevano bocciato il nucleare, proprio attraverso una consultazione referendaria. Come spiega, infatti, il direttore di Greenpeace Giuseppe Onufrio, ai microfoni di Radio Città Aperta: "anche se la legge prevede di rivotare dopo dieci anni su un referendum, è sbagliato tornare su una scelta così importante, che vincola il paese per decine e decine di anni, senza una discussione pubblica. Il referendum - conclude Onufrio - deve anche servire perchè ci sia un dibattito con quelle componenti della società civile che ad oggi sono state escluse da un dibattito, così come è successo anche sul campo delle fonti rinnovabili: il governo sta di fatto bloccando, con il decreto sugli incentivi, le rinnovabili. Pochi sanno che nel corso del 2010, in Italia, le fonti rinnovabili come l'eolico e il solare hanno prodotto in un solo anno elettricità pari a quella di un reattore nucleare".

Marina D'Ecclesiis, Radio Città Aperta

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