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Libia

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(24 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Libia: rivolta di popolo o guerra per il petrolio?

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Contro ogni ingerenza “umanitaria” dell’imperialismo italiano/europeo

(6 Marzo 2011)

Nel contesto di uno spiegamento militare davvero “multilaterale” (Gran Bretagna, Grecia, Turchia, USA, perfino India, ma, soprattutto Germania…), l’imperialismo di casa nostra ancora una volta manda propri militari in un teatro “caldo”: questa volta le coste nordafricane della Libia.

Nessun problema; con la “missione umanitaria” al confine tra Tunisia e Libia, grazie ad una provvidenziale richiesta di non meglio identificati “membri dell’attuale governo tunisino”, l’Italia ha già un piede sul posto, per tutelare i profitti di ENI, SNAM, FIAT, e di tutte le altre Aziende nostrane che vi operano… Era così bravo il Colonnello Gheddafi a tenere lontani i migranti ed i profughi africani dai nostri confini geografici, utilizzandoli nel lavoro in veri e propri “campi di concentramento”, secondo il Trattato di alleanza italo-libico del 2008, che, adesso che è impegnato nella guerra civile, qualcuno ci deve pur pensare!!!… …ed allo scopo non basta l’Agenzia europea FRONTEX, che, incaricata dall’Unione Europea (UE) e dalla stessa Germania, sta già lavorando in quel senso!

Ci aveva messo tanti anni Gheddafi per diventare un buon alleato, da diabolico e “pericoloso” nemico quale era, ed ora la risposta brutalmente repressiva al nascente movimento popolare in Libia ha costretto tutti i governanti europei a condannarne l’operato, non senza averne subito congelato tutti i beni (e non sono pochi…) nel continente…

Va chiarito che le azioni militari di Gheddafi all’interno della Libia hanno coagulato, come opposizione, le forze più organizzate all’interno del Paese, islamiste e non, ma certamente al servizio di una parte della borghesia locale, insofferente verso un regime sempre più anacronistico; tra di essi, lo stesso rappresentante all’ONU, Adel Shaltout, a suo tempo nominato da Gheddafi stesso.

Ancora un (ultimo?) favore Gheddafi lo sta facendo all’imperialismo! L’attuale situazione, infatti, di guerra civile in Libia, non fa che giustificare l’intervento imperialista nell’area nordafricana e mediorientale, mettendo in pericolo le rivolte popolari che vi si stanno succedendo da qualche mese. Si tratta, senza dubbio, di movimenti interclassisti, a volte dallo sbocco già segnato, ma la sconfitta di dittatori di fatto, come Ben Alì in Tunisia e Mubarak in Egitto, da parte di una rivolta popolare, rappresenta, nella misura in cui la rivolta è sempre in piedi e tende ad organizzarsi autonomamente, una situazione dai caratteri storicamente e socialmente progressivi, anche suscettibile di radicalizzazione, specialmente in una crisi come quella attuale.

- NO AD OGNI MISSIONE ALL’ESTERO ED ALL’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI!

- UNITA’ DI TUTTA LA FORZA-LAVORO, NATIVA ED IMMIGRATA!

Circolo ALTERNATIVA DI CLASSE

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