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Tripoli. La borsa esulta

Tripoli. La borsa esulta

(23 Agosto 2011) Enzo Apicella
Le quotazioni in borsa delle multinazionali imperialiste crescono alla notizia dell'occupazione NATO di Tripoli

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    (Imperialismo e guerra)

    No all'intervento armato in Libia

    (10 Marzo 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

    La crisi libica sta facendo crescere la tensione in tutto il Mediterraneo. A largo delle coste libiche, nel golfo della Sirte, stazionano navi da guerra italiane, tedesche, inglesi e statunitensi. Le basi militari italiane e USA di Sigonella (Ct), Augusta (Sr), Niscemi (Cl), Birgi (Tp) sono state messe in preallarme pronte ad ospitare navi ed aerei da guerra per un eventuale attacco contro la Libia.

    Nascosti dietro il paravento dell’intervento umanitario le potenze occidentali si apprestano a rimettere le mani sui ricchi giacimenti di petrolio e di gas naturale nazionalizzati dopo la rivoluzione del 1969. Uno scenario già visto in Kossovo e in IRAK. Si approfitta dell’impresentabilità del governante di turno (nella fattispecie prima ammesso con tutti gli onori alle corti occidentali, con tenda beduina e odalische al seguito) per “ristabilire” il potere politico ed economico in aree del Pianeta non perfettamente sotto il controllo dei grandi gruppi economici e finanziari occidentali.

    Ci chiediamo come il “sensibile” occidente, come la NATO, non si siano minimamente commossi per altri recenti ed efferati massacri di gente inerme. Ci chiediamo come i medesimi non si siano accorti delle donne, dei vecchi, dei bambini bombardati con il fosforo bianco a gaza o in Libano dagli eredi del più sanguinario colonialismo europeo.

    L’intervento “umanitario” di coloro che sono i sostenitori occulti (o addirittura palesi) di governi responsabili di crimini contro l’umanità, di coloro che blindano la “fortezza Europa” con leggi razziste contro il flusso dei migranti lascia molto da pensare.

    Preoccupanti sono le dichiarazioni del Ministro Frattini che candidamente dichiara che per attuare la No Fly Zone bisogna bombardare le basi militari ed aeree dell’esercito Libico. Il Ministro La Russa sa benissimo che le nostre coste e le basi di Sigonella, Birgi, Augusta e Niscemi, da lui messe a disposizione della macchina bellica occidentale, sono nel raggio di azione delle armi missilistiche della Libia.

    Bisogna fermare questo piano criminale di guerra dagli esiti incerti che vedrebbe la Sicilia in prima linea. Bisogna fermare l’ escalation militare finché si è in tempo.

    FERMIAMO LA GUERRA

    7 marzo 2011

    >Confederazione COBAS della Sicilia

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