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Il nucleare è una truffa. Respingiamola VOTANDO SI al referendum

(17 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cobas.it

Il nucleare e' un crimine

foto: www.cobas.it

L’Italia non ha bisogno di nuove centrali elettriche perché ne ha tante (97.000 MW), da poter soddisfare quasi il doppio della domanda massima (56.000 MW), senza contare che si stanno costruendo (in maniera sconsiderata) altri 6-8.000 MW di impianti eolici e fotovoltaici. Inoltre negli ultimi due anni i consumi di elettricità sono calati a causa della crisi.

Eppure importiamo energia dalla Francia! Perché?

Per l’interesse reciproco delle società elettriche italiane e francesi. In Francia infatti ci sono molte centrali nucleari e queste non possono diminuire la potenza o fermarsi, per cui la Francia produce più energia di quanta gliene serve ed è costretta a esportarla a prezzi stracciati. In Italia dopo la privatizzazione dell’Enel le tariffe, invece di diminuire come ci era stato promesso, sono diventate le più alte d’Europa e quindi le società elettriche italiane importano energia a basso prezzo ottenendo enormi profitti e in più fanno funzionare meno i loro impianti. Tutto ciò provoca un ulteriore scompenso, perché l’energia importata dall’estero serve solo alle regioni del Nord, col risultato che le tariffe elettriche non domestiche sono più alte al centro-sud del 15- 30%.

Con il nucleare non consumeremmo meno petrolio?

NO, percheé solo il 5% dell’energia elettrica prodotta in Italia è ottenuta col petrolio che invece è quasi tutto consumato nei trasporti e nell’industria, e siccome con l’uranio che serve al nucleare non si fanno funzionare gli aerei e le automobili, ma si produce solo energia elettrica, il risparmio sarebbe irrilevante a fronte degli investimenti richiesti da questa tecnologia.

Col nucleare l’Italia dipenderebbe meno dai paesi che possiedono gas e petrolio?

L’Italia non possiede URANIO e quindi dovrebbe importarlo. Le miniere di Uranio esistenti SONO CONTROLLATE da 7 MULTINAZIONALI, mentre le società che producono URANIO ARRICCHITO (che è indispensabile per far funzionare le centrali) sono solo 4. Si tratta quindi di un vero e proprio monopolio capace di condizionare e ricattare ancora di più i paesi che sceglieranno di costruire centrali nucleari, indipendentemente che si compri questa sostanza in CANADA, in RUSSIA o nei PAESI ARABI

Il nucleare riduce l’inquinamento?

L’uranio non “brucia”: quindi dal camino di una centrale nucleare non esce fumo. Ma se consideriamo tutte le attivitaà necessarie per estrarre e arricchire l’uranio, costruire e poi a
demolire la centrale (decommissioning),trattare e sistemare le scorie nucleari, allora le cose cambiano:

la lavorazione dell’uranio e il trattamento delle scorie richiedono grandi quantità di sostanze nocive (acido solforico e nitrico) che rendono inabitabili le zone intorno alle miniere e agli impianti; fluoro e cloro che si accumulano nell’atmosfera sotto forma di gas, insieme all’anidride carbonica prodotta durante l’estrazione dell’uranio: per ottenere 1 kg di uranio naturale - da un giacimento che ha una concentrazione dello 0,1% -occorre estrarre e lavorare 1 tonnellata di minerale.

Il consumo mondiale di uranio è di 66.000-68.000 t/anno quindi per ottenerlo occorre estrarre e lavorare ogni anno un volume di minerale pari al lago di Garda. Questo numero è destinato a crescere fino a 10 Volte e quindi i livelli l’emissione di anidride carbonica necessari per una centrale atomica (nel corso di tutta la sua vita ) superano quella di una centrale a gas.

L’uranio durerà più a lungo del petrolio o del gas?

E’ quello che ci vogliono far credere. In passato ci fecero credere lo stesso del petrolio. Il trucco sta nel NON SPECIFICARE la differenza tra RISERVE ACCERTATE e RISERVE STIMATE (che come per il petrolio non sono certe).

Secondo i dati ufficiali dei produttori di uranio, le riserve accertate ammontano a 3.600.000 tonnellate che ai ritmi attuali di consumo (66.000-68.000 t/anno) possono durare 50-60 anni. Con la costruzione di nuove centrali nucleari il consumo aumenterebbe e quindi le riserve di uranio finirebbero anche prima.
Per giunta le nuove centrali sono progettate per funzionare 60 anni: anche se la prima centrale nucleare italiana andasse in funzione nel 2020, c’è il rischio che rimanga ferma perché l’uranio finirebbe prima del 2080, o ce ne sarebbe talmente poco da farlo salire a prezzi proibitivi.
I sostenitori del nucleare affermano che questo problema sarà risolto utilizzando il plutonio ottenuto dai reattori veloci: ma questi reattori si sono dimostrati un fallimento tanto che dopo 50 anni di ricerche ed esperimenti non ce n’è uno che funzioni al mondo.

Quanto costa veramente il nucleare?

I costi che ci presentano in TV e giornali sono stime fornite dalle industrie del settore. Ma una stima è come un preventivo che non corrisponde mai a quanto si paga alla fine dei lavori e questo vale anche per il nucleare: le centrali in costruzione in Francia e in Finlandia stanno costando il doppio di quello che era stato preventivato (anche i tempi di costruzione si sono raddoppiati) e i loro costi veri coincidono con quelli denunciati dalle società finanziarie (Moody’s; Standard&Poor; etc). Anche loro cominciano a sostenere che il nucleare non conviene a meno che non ci metta i soldi lo Stato

Aumenterà l’occupazione col nucleare?

No, perché i posti di lavoro stabili sono pochissimi rispetto all’investimento: una centrale costa 6-7 miliardi di € e impiega circa 350 persone. Il resto è occupazione temporanea legata alla durata dei cantieri.

Le centrali nucleari sono pericolose?

La radioattività presente in una sola centrale è mille volte superiore a quella emessa dalla bomba atomica di Hiroshima.
Ci dicono che non può uscire fuori dall’impianto, ma poi avvengono incidenti come quello di Three Mile Island nel 1979 e Chernobil nel 1986 dove tutto l’ambiente esterno fu contaminato dalle radiazioni: in Russia, Ucraina e Bielorussia sono morte decine di migliaia di persone (anche se le fonti ufficiali lo negano) e continuano a nascere bambini malformati.
Da noi migliaia di donne soffrono di tiroidite dopo che la nube di Chernobil cosparse l’Italia di Iodio 131 radioattivo. Ci dicono però che la centrale di Chernobil, essendo sovietica, era di tecnologia scadente che da noi non sarebbe accettata: e allora perché l’Enel ha comprato quattro centrali nucleari in Slovacchia di tecnologia sovietica? I rilasci di radioattività avvengono continuamente in tutti gli impianti nucleari, ma vengono taciuti o definiti irrilevanti per le pressioni della lobby nucleare che si oppone a qualsiasi revisione delle norme di radioprotezione giudicate inadatte da medici e specialisti del settore.

Come si risolve il problema delle scorie e quello del decommissioning?

I soliti esperti dicono che ci stanno lavorando: ma sono trenta anni che dicono la stessa cosa! Non c’è al mondo un deposito che funzioni per rifiuti di III categoria (quelli più pericolosi) mentre gli altri, che sono milioni di metri cubi, continuano ad essere ammucchiati in depositi che poi si rivelano insicuri, come la miniera di sale di Asse in Germania in cui l’acqua ha corroso i bidoni e la radioattività ha contaminato il suolo e le falde.

Se in Italia, dopo oltre venti anni dalla chiusura del vecchio nucleare, non si è trovato il modo di sistemare le scorie che giacciono a Saluggia, Trisaia, Trino, Caorso, Latina e Garigliano nonostante i miliardi prelevati dalle nostre tasche attraverso le tariffe elettriche, figuriamoci a quali disastri può portare la costruzione di nuove centrali nucleari

Il nucleare è una truffa perché: è una tecnologia vecchia, costosa, pericolosa, CHE NON CREA OCCUPAZIONE, dannosa per l’ambiente, trasforma i territori in presidi di interesse strategico militare

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Confederazione Cobas

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