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E' anche colpa nostra.

(18 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

E' anche colpa nostra.

foto: www.comunistiuniti.it

Questi giorni son particolarmente difficili,ma nello stesso tempo fibrillanti.

Proprio quando il Cavaliere per qualche giorno esce dai primi titoli dei giornali, ecco che in una qualunque domenica di fine inverno decide che la stampa senza di lui non può essere stampa, ed allora spara a zero contro una intera categoria quale quella docente, spara a zero contro la dignità professionale ed etica del docente, spara a zero contro la scuola pubblica.
Ma senti dire anche che persone come Veltroni hanno a cuore la scuola pubblica. Certo, ovvio.
Ma chi ha avviato il processo di scuola azienda? Certamente non la destra berlusconiana. Ma non è questo il tempo di polemizzare contro la retorica ipocrisia di una certa politica sinistra italiana.
Pochi giorni addietro mi confrontavo con un ex operaio della Fincantieri di Monfalcone.
Mi raccontava il modo in cui lavoravano in quel posto.
La mancanza di comunicazione tra gli operai, e specialmente il senso di rassegnazione e relativa manifestazione di accettare il volere del padrone pur di lavorare era ed è pratica ben affermata.

In quel cantiere la scorsa settimana è morto un ragazzo.

Tutti son ben consapevoli delle condizioni in cui spesso si lavora, la inesistenza della sicurezza sul lavoro, i ricatti padronali.

Eppure è così difficile intervenire quando si vede un proprio collega costretto a fare ciò che non dovrebbe fare?
E' così difficile dire no?
E' cosi difficile dire quel ragazzo in quel posto non ci deve stare, non ci deve andare?
Certo tale iniziativa non può esser relegata all'eroe di turno.
Gli operai non hanno bisogno di eroi.
Necessitano di solidarietà viva, umana, di coscienza di classe.
Poi succede la tragedia, le fiaccolate, piccolo sciopero, e si attende la prossima tragedia.
Se veramente vogliamo dire basta a questo sistema di abuso della dignità umana e del lavoratore, basta allo sfruttamento, si deve iniziare a contrastare con effettività il potere del padrone,sul luogo di lavoro, ogni giorno.

A cosa mi serve la fiaccolata di solidarietà umana quando poi si lavora come prima se non peggio di prima?
Siamo tutti responsabili di ciò che accade nei luoghi di lavoro.
Se passano modelli come quello Agnelli, ciò è perchè i primi a non cotrastarlo veramente sono gli stessi lavoratori.
Certamente non piacerà ciò che ora scrivo, ma sinceramente son stufo di sentire lamentele, che è colpa di quello, che colpa di Tizio, Caio, Meio e brutta compagnia.

La colpa se Berlusconi si permette di dire quello che dice, se governa, ancora ,se ora ha ribaltato il bunga bunga utilizzandolo come slogan personale con tanto di applausi, se si cede al consumismo, alle finanziarie,a mega indebitamenti per svendere il proprio essere uomo al peggior materialismo, se tanta indignazione manifestiamo verso il presente e poi nei luoghi di lavoro si manifestano divisioni, individualismi, servilismi,se non si riesce a dire in modo corale NO al volere padronale, allora la colpa non è solo ed unicamente del Sistema,ma di tutti noi che nel bene o nel male ci adattiamo ad esso.

Non si può migliorare ciò che non funziona. Questo sistema non funziona. Nessun se e nessun ma.

Eppure basta poco. Basta poco per riunire la indignazione presente Basta poco per aprire gli occhi. Basta poco per uscire dall'ammortizzatore sociale perennemente prorogato. Basta poco per agire nella propria quotidianità e lottare per altro sistema. Molti docenti oggi, domani ed ancora, discuteranno sul modus operandi del Capo di Governo Italiano.

Tante lamentele, tanta amarezza, tanto disgusto. E poi? Si deve attendere che qualcuno dall'alto conceda uno sciopero elettorale generale? Si deve attendere che qualcuno intervenga in nome e per conto della non categoria docente? Perchè non agire sin da subito nelle proprie scuole?

Si è delegato sin troppo in questo paese. Ed oggi gli effetti di tale deleghe i primi a viverli sono gli stessi lavoratori che non conoscono neanche l'abc del proprio contratto di lavoro, perchè tanto ci sarà qualcuno che spiegherà loro come difendersi.

Ma sarà sempre interpretazione di parte, sempre informazione di parte, sempre diritto piegato verso l'interesse non del lavoratore, ma del sistema ora dominante.

Nel momento in cui delego l'affermazione di un mio diritto, in quel preciso momento, ho reso più debole l'essenza dello stesso diritto che ora pretendo di far valere.

Cosa altro dobbiamo attendere?

Le carceri scoppiano, persone si uccidono perchè hanno perso il lavoro, altre son state addormentate dall'ammortizzatore sociale che prima o poi finirà, la pensione la vedranno in pochi,e la generazione attuale non la sfiorerà neanche, la precarietà lavorativa è destinata a divenire regola affermata, i morti sul lavoro, nel lavoro aumentano giorno dopo giorno, cosa altro si deve attendere?

Qualcuno mi diceva che le piazze italiane esploderanno quando non si potrà più ricaricare il proprio telefonino, o non si avranno i soldi per fare il pieno alla propria macchina.

Sarà vero?

Siamo tutti dipendenti dal consumismo?

Siamo drogati dal consumismo?

Abbiamo svenduto i nostri diritti, la nostra dignità di persona e lavoratore alla logica del consumo?

Marco Barone

Comunisti Uniti

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