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(29 Marzo 2011) Enzo Apicella
Guerra in Libia. Videoconferenza tra Obama, Merkel, Cameron, Sarkozy. Il governo italiano non è invitato

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No alla nuova guerra “umanitaria” occidentale in libia.

La ribellione del popolo libico non deve diventare il grimaldello per scardinare la cassaforte petrolifera del nordafrica.

(19 Marzo 2011)

L’ipocrisia degli occidentali non ha limite, guidati dai più che interessati francesi e inglesi, con al carro il premio Nobel per la pace Obama, si preparano all’ennesima guerra umanitaria.

Tutti i paesi arabi sono in fiamme, dal Marocco allo Yemen, ma gli europei e gli americani che fanno, scelgono un obiettivo militare per niente casuale, la Libia dell’inaffidabile, per l’occidente, Gheddafi, l’uomo con cui Berlusconi ha firmato da poco, in modo solenne, un trattato di amicizia. Questo avviene mentre regimi altrettanto corrotti e dittatoriali, teocratici e monarchici (ma amici sicuri dell’occidente) di Marocco, Giordania, Arabia Saudita e Bahrein, soffocano nel sangue manifestazioni e proteste.

E’ la solita falsa scusa di appoggiare chi lotta per la democrazia. Come suonano stonate queste motivazioni se si pensa al massacro israeliano di Gaza di due anni fa (1.400 i morti, la metà civili inermi, quattro volte le vittime che ci sono state fino ad ora in Libia).

Ma quali diritti umani, sono il gas e il petrolio, l’unico motivo dell’intervento.

E l’Italia che fa? Prima ha steso per anni tappeti sotto i piedi del dittatore Gheddafi, prima il Centro Sinistra, poi il Centro Destra che ha aggiunto baciamani e frecce tricolori, per garantirsi un ruolo primario dell’ENI e contratti privilegiati sul petrolio libico. Ora dopo aver balbettato in modo indegno per qualsiasi stato, indeciso tra il sostenere gli interessi “nazionali” di ENI e compagnie di affari italiane o servire i padroni occidentali, il Governo sembra ora piegarsi a chi comanda davvero in occidente, USA, GB e Francia e prepararsi alla guerra, al modo jugoslavo probabilmente, facendo dell’Italia la portaerei naturale dell’aggressione e non disdegnando qualche contributo aereo.

Dove vogliono arrivare gli occidentali lo vedremo subito. Il governo libico ha dichiarato l’immediata cessazione del fuoco, questo obbligherà gli interventisti a decidere o di accontentarsi della spaccatura neocoloniale della Libia, in Tripolitania e Cirenaica, obiettivo leggibilissimo negli intenti dei 10 stati che hanno votato a favore dell’iniziativa militare all’ONU, oppure seguire la linea “francese”, bombardamenti e rovesciamento con ogni mezzo di Gheddafi. Accontentarsi di una parte o prendere tutto, vedremo.

Comunque sia è necessario schierarsi fin da subito contro la nuova guerra nel Mediterraneo e impedire che l’Italia se ne faccia complice, dicendo un No immediato all'uso delle basi militari in Italia nella guerra di Libia.

(18 marzo 2011)

Associazione Culturale CASA ROSSA

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