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BURKINA FASO - DICHIARAZIONE DEI PARTITI POLITICI DELL'OPPOSIZIONE SULLA SITUAZIONE NAZIONALE

Continuano le manifestazioni in Burkina Faso. Oggi sabato 19 marzo 2011 meeting della società civile alla Camera del Lavoro di Ouagadougou e di Bobo Dioulasso

(19 Marzo 2011)

La repressione messa in atto dal 20 febbraio : 6 morti una cinquantina di feriti 19 arresti al carcere di Maco. Milizie armate. Università e campus chiusi.

DICHIARAZIONE DI VENERDÌ 18 MARZO 2011 DEI PARTITI POLITICI DELL'OPPOSIZIONE SULLA SITUAZIONE NAZIONALE

Dal 22 Febbraio 2011 il nostro paese attraversa un momento di disordini equivalente a quello registrato nel 1998 nel giorno successivo all'assassinio infame del giornalista Norbert ZONGO e dei suoi compagni di sventura.

Nel 1998 come nel 2011, ciò che si può notare al di là della similitudine dei nomi e della provincia di origine delle vittime in questione, è soprattutto l'insistenza del regime a prendere i nostri compatrioti per idioti, se non per degli imbecilli che si possono imbrogliare ad ogni piè sospinto ! Infatti, anche allora i detentori del potere non mostrarono nessuna vergogna ad affermare che Norbert ZONGO era stato vittima di un incidente stradale, successivamente che era stato bersaglio di bracconieri, ecc.

Ogni cosa immediatamente smentita dalla realtà dei fatti e confermata dalla Commissione di inchiesta indipendente messa in piedi sotto la pressione popolare, che indicava invece chiaramente che il giornalista ed i suoi compagni erano stati assassinati e poi bruciati da un commando del reparto di sicurezza presidenziale.

Oggi, gli stessi che hanno in mano il potere, hanno un’altra volta tentato di farci ingoiare un altro grosso oltraggio : quello della meningite, in seguito alla morte del giovane Justin L. ZONGO maltrattato nei locali del commissariato di polizia di Koudougou.

Occorre anche ricordare che nel 1987 il Presidente Thomas SANKARA, assassinato dai militari, venne dichiarato morto di "morte naturale" dallo stesso regime di Blaise COMPAORE, che del resto fu il primo beneficiario di questa omissione d’atti d’ufficio.

Come si constata facilmente, le situazioni si rassomigliano molto, con quasi gli stessi attori, una vittima innocente da una parte e uomini in divisa dall’altra, le stesse affermazioni menzognere : morte naturale, morte accidentale, morte di malattia e la stessa triste realtà (assassinio).

Il popolo burkinabè non tollera più queste menzogne di stato. Non tollera più questa « democrazia western ». E lo fa sapere manifestando il suo malcontento, con i mezzi a disposizione e a modo suo.
È questo il senso profondo delle manifestazioni attuali di allievi e studenti.

Questi giovani manifestano con vigore perché si sentono chiamati per prima cosa per la ripetuta scomparsa dei loro compagni e dei valorosi figli del nostro paese il cui contributo al benessere del nostro popolo sarebbe servito sotto tutti i punti di vista. Manifestano perché non vogliono essere i prossimi nell'elenco macabro di questo regime.

Ma questa situazione non riguarda soltanto i giovani, riguarda tutti i burkinabè, ivi compreso coloro che pretendono di avere una qualsivoglia briciola di autorità amministrativa, politica o militare.
Difatti, osservando bene i fatti, ci si convince che la nostra società è malata, vittima di un male insidioso che la rode da ben quasi 24 anni.

Questa triste realtà ci porta ad una presa di coscienza individuale e collettiva che ineluttabilmente sfocia in un sentimento legittimo di rivolta per aspirare a più libertà, uguaglianza e soprattutto verità e giustizia.

Nessuna strumentalizzazione saprebbe soppiantare questi valori così cari al nostro popolo, così come lo è stato il fermento delle rivoluzioni tunisine ed egiziane. Il popolo burkinabè non è diverso dai popoli arabi che, diciamolo chiaramente, non hanno avuto bisogno di essere cooptati da uomini politici, ancor meno strumentalizzati da questi per esprimere le loro giuste rivendicazioni : più pane, libertà e democrazia.

Tutto questo allorquando il Capo di Stato, di ritorno da Addis Abeba, dando il suo punto vista sulla situazione, non ha nemmeno creduto suo dovere presentare le sue condoglianze alle famiglie degli scomparsi, accontentandosi di deplorare la distruzione dei beni pubblici.

Dunque, reprimere alunni e studenti per mano dei militari, chiudere le scuole, licei ed università, mettere per strada gli studenti sfiniti privandoli del beneficio dei campus universitari, non potrà costituire un atto coraggioso o responsabile che porti ad una risoluzione del problema, ma che deve invece essere risolto alla radice.

È questo il momento per l'opposizione politica del Burkina Faso di esprimere la sua totale disapprovazione per i propositi diffamatori, ingiuriosi e provocatori fatti dal partito al potere il CDP (Congresso per la democrazia e il progresso) che, lontano da cercare soluzioni politiche idonee di un problema strutturale, adotta posizioni opportunistiche che spostano il problema.

In una dichiarazione incendiaria firmata dal suo presidente, letta più volte alla televisione nazionale lunedì 14 marzo e poi rilanciata dai quotidiani, questo partito ha attaccato aspramente l'opposizione politica con termini amari e parossistici: « Quale codardia per i nostri oppositori nascondersi dietro alunni e studenti per raggiungere i loro obiettivi politici! »

E questo dopo avere rievocato « le forze occulte del male che vogliono disfare il regime » ed ancora « ideologia della violenza » ecc. Il culmine che mal nasconde la ferocia e lo stato febbrile del regime è stato raggiunto con la chiamata alle armi di milizie allo scopo di difendere, proteggere e salvaguardare la democrazia !

Si comprende come e perché fin da martedì 15 marzo, milizie armate di randelli e machete sono apparse in giro per picchiare gli studenti.

Questa situazione inaccettabile che l'opposizione denuncia con forza è simile al 1998 dopo un'elezione presidenziale piena di brogli e frodi a favore di Blaise COMPAORE nonostante un fronte che guadagnava tutti gli strati sociali e in modo particolare la gioventù.

Per i capi dei trentaquattro (34) partiti che hanno reso ufficialmente la loro dichiarazione di appartenenza all'opposizione politica e sono riuniti in seduta straordinaria oggi, mercoledì 16 marzo 2011, le cose sono chiare.

Gli eredi della barbarie insanguinata del 15 ottobre 1987, che beneficiano per altro di altri crimini economici e di sangue che macchiano il percorso di questo regime da 24 anni, non hanno diritto di dare lezioni di democrazia, ancor meno di erigersi a protettori della vera democrazia.

L'opposizione politica, così come gli alunni, gli studenti e la maggior parte dei partiti del popolo ha sete di verità, di giustizia e di democrazia nel nostro paese.

Rivendica il diritto di manifestare liberamente e pacificamente, senza costrizioni, senza « zone rosse » ed ogni altro artificio che restringano la libertà dei cittadini.

Esige allo stesso modo la riapertura immediata e senza condizioni di tutte le scuole di ogni ordine e grado e la ripresa dei servizi di tutti i campus universitari.

Siamo in ogni caso convinti che nessuno deve opporsi ad un popolo che aspira alla realizzazione delle sue aspirazioni profonde di libertà e di giustizia sociale.

Ouagadougou, il 16 marzo 2011

Per i partiti politici di opposizione:

ADEFA, CDS, ADR, CNR/MS, CNPB, COPAC, FASO METBA, FDR, FFS, FPC, GDP, L’Autre Burkina/PSR, LCB, Les Verts du Faso, MDR, MPS/Parti fédéral, PAREN, PDP/PS, PDS, PFID, PNP, PRDF, PSU, PPP, RDS, RPC, UDD, UDPS, UFP, UFR, UPS-MP, URDB, UPC et UNIR/PS.

Il Capo fila dell'opposizione politica

Dottor Bénéwendé S. SANKARA
(Presidente dell'UNIR/PS)

Comitato SankaraXX

Fonte

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