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Opponiamoci all'intervento imperialista in Libia

E' iniziato l'intervento imperialista in Libia. Scendiamo in piazza per gridare il nostro NO!

(19 Marzo 2011)

Dopo settimane di pressioni da parte di USA, Francia e Gran Bretagna, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato una risoluzione che autorizza la “no fly zone” contro le forze militari di Gheddafi, sostenuto e armato fino a ieri dagli stessi stati imperialisti che ora l'attaccano.
La risoluzione ha visto l'astensione di Russia, Cina, Germania, Brasile e India, segno delle contraddizioni esistenti. La crisi economica ha infatti determinato una lotta più acuta fra le potenze capitaliste per il controllo delle materie prime, dei mercati, delle sfere di influenza.

L'ipocrita giustificazione usata per dare il via all'intervento militare, la cosiddetta “difesa dei diritti umani”, è la stessa utilizzata per altre guerre: dalla Somalia ai Balcani, dall'Iraq, all'Afghanistan. Ma per la Palestina bombardata dai sionisti, per gli yemeniti massacrati da un regime reazionario, nessuno della “coalizione dei “volenterosi” ha mosso un dito.

In realtà questi banditi approfittano della situazione creatasi sul campo per scatenare un’aggressione volta a spartirsi la Libia, impadronirsi delle sue risorse energetiche e proteggere gli interessi dei propri monopoli capitalisti.
I “gendarmi del mondo” vogliono riprendere il controllo di un'area strategica, scossa dalle rivoluzioni democratiche che minacciano i loro interessi. A costoro interessano il petrolio, il gas, le riserve d'acqua, non le aspirazione dei popoli.

Di fronte all’ennesima aggressione imperialista, portata avanti con l'apparato di guerra e di terrore della NATO, la classe operaia e le masse popolari, tutti i sinceri democratici e gli amanti della pace devono mobilitarsi immediatamente.
Opponiamoci fermamente alle azioni militari in Libia e alla politica guerrafondaia del governo vassallo di Berlusconi, che ha coinvolto l’Italia nell’aggressione. Il ministro della Difesa, il fascista La Russa ha dichiarato che “l'Italia interverrà offrendo le basi, senza nessun limite restrittivo all'intervento”.

Tutta la retorica patriottarda alimentata in questi giorni dalle istituzioni per le «celebrazioni» del 150° anniversario dell'unità d'Italia viene ora utilizzata per ottenere il consenso dell'opinione pubblica alle mosse di un governo reazionario che cerca di riguadagnare un “posto al sole”.
Il Partito Democratico ha mostrato ancora una volta il suo vero volto di partito della borghesia dando l'assenso alla nuova impresa imperialista. Ccome meravigliarsene se ha fra i suoi massimi dirigenti il sig. D'Alema, il bombardatore di Belgrado nel 1999, quando era Presidente del Consiglio?

Operai, lavoratori, studenti! Scendiamo in piazza compatti per fermare la macchina da guerra che si è messa in movimento!
Uniamoci in un ampio fronte popolare contro i fomentatori di guerra, per la solidarietà e la pace fra i popoli. Un fronte di lotta che si basi sull’unità di azione di tutte le organizzazioni operaie e popolari.
Mettiamo al centro di ogni manifestazione, di ogni sciopero, la parola d’ordine “non pagheremo la vostra crisi, non pagheremo la vostra guerra!” per dimostrare che non siamo disposti ad accettare altri sacrifici e restrizioni.
Battiamoci uniti per far cessare le azioni belliche e impedire la militarizzazione della vita sociale, la soppressione dei diritti e delle libertà democratiche, per utilizzare il denaro pubblico per le esigenze dei lavoratori e dei disoccupati, non per le spese militari.

Appoggiamo le rivolte dei popoli oppressi contro regimi dispotici e corrotti, le lotte di liberazione nazionale che indeboliscono l'imperialismo. Spetta al popolo libico decidere il proprio futuro e farla finita col regime di Gheddafi, senza ingerenze e interventi imperialisti.
Una particolare responsabilità spetta oggi ai sinceri comunisti: è il momento di mostrare, nei fatti, la loro volontà unitaria, la capacità di porsi unitariamente alla testa di un grande movimento operaio e popolare di lotta contro l'offensiva capitalista, la reazione politica e la guerra imperialista.

19.3.2011

Piattaforma Comunista

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