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Terrorista Nato

(20 Marzo 2011)

war for oil

Sabato 19 marzo 2011 ore 18.00, una nuova coalizione di volenterosi, sotto il comando militare del premio nobel per la pace Obama, la guida morale del francese Sarkozy, e l'appoggio bipartisan delle forze politiche italiane (da PDL a Vendola), dietro l'effige della Nato e la legittimazione spirituale delle nazioni unite, si cimenta in una nuova missione umanitaria sul territorio libico.
Nella giornata di venerdi il consiglio di sicurezza dell'ONU con la risoluzione n°1973 sancisce una no fly zone sullo spazio aereo libico e la possibilità di intervenire militarmente per porre rimedio all'avanzata dell'esercito del colonnello.

Le prime bombe umanitarie sganciate dalle truppe NATO, che già hanno causato una cinquantina di morti tra la popolazione libica, portano i colori del democratico tricolore francese e della fantomatica esportatrice di democrazia a stelle e strisce.
Che la situazione libica fosse diversa rispetto al resto delle rivolte del Magreb lo era chiaro fin dal principio, una guerra civile condotta tra i fedeli del regime del rais e numerosi spezzoni delle tribù della cirenaica, i clan di Misurata e Warfalla, storicamente ostili al governo del colonnello, fedeli alla monarchia filo-occidentale del re IDRIS 1°d esposdestato dalla rivoluzione del 1969, con l'appoggio di settori dell'esercito e del governo che cercano di garantirsi nuove posizioni di direzione politica dopo l'eventuale defenestrazione del colonnello, con la copertura e il rifornimento di armi da parte degli stati sub-sahaariani filo-occidentali.

Inoltre che gli appetiti e gli interessi dei poli imperialisti europeo e americano sull'area non fossero certamente un mistero lo era ben chiaro da tempo considerando che la Libia da stato canaglia e covo di terroristi, fu nel giro degli ultimi 10 anni riabilitata ed elevata al rango di privilegiato partner economico e politico. Il governo di Tripoli negli ultimi tempi ha firmato accordi di miliardi di petrol dollari con le multinazionali occidentali americane della Chevron, della Texaco, o le inglesi della British poetroleum, con le italiane ENI e Impregilo, e stipulato accordi bilaterali in materia di contenimento dei flussi migratori con il governo Berlusconi.

Nonostante le manipolazioni mass-mediatiche e le falsificazioni politiche finalizzate a screditare un governo fino a ieri alleato per giustificare un intervento militare (pensiamo a Saddam del 1980 allaeato americano nella guerra contro l'ran, o al mujaheddin Bin Laden contro il regime dei comunisti Parcham in Afganistan) noi non scordiamo i vertici bilaterali tra gheddafi e Blair, Azanar, Zapatero, Chirac o le pompose serate con Berlusconi a base di donne e corano.

La guerra geurreggiata è il passo successivo di una più ipocrita e mistificatrice operazione condotta ad arte dai mass-media occidentali con il favore di importanti testate arabe quali Al-arabya e Al-jazeera. Infatti se le operazioni belliche iniziano solo nelle ore scorse, è da alcune settimane che la propaganda occidentale prepara psicologicamente e moralmente l'opinione pubblica all'intervento umanitario in soccorso delle popolazioni inermi, vittime di bombardamenti aerei, raid indiscriminati, strumentali scudi umani in difesa del rais e sepolte vive in ipotetiche fosse comuni.

Ora non vogliamo certo ergerci a difensori di Gheddafi e del suo regime finto-anticoloniale, condanniamo fermamente i pogrom libici nei confronti dei migranti rinchiusi nelle carceri nel deserto della tripolitania, e qualsiasi forma di dominio che opprime intere popolazioni, ma allo stesso tempo condanniamo la complicità del governo italiano in una operazione che niente ha di umanitario ma che è finalizzata a instaurare un dominio economico su un'area geo-politica che fino a ieri sfuggiva ad un controllo diretto dell'imperialismo occidentale.

Tra le rivendicazioni di democrazia e libertà della popolazione libica, e il controllo diretto dei gasdotti e dei giacimenti di petrolio e materie prime sappiamo bene quale sia stato l'elemento determinante che ha dettato l'intervento degli eserciti occidentali.
Priorità delle centrali imperialiste europea e americana sotto la bandiera Nato, di fronte all'aggravarsi della crisi economica, è riuscire a instaurare nuove forme di controllo diretto sull'area, così come successe nel 2003 in Iraq e ancora prima nell'ex Jugoslavia.
Il governo italiano, chino ai diktat della NATO, nella persona del ministro della difesa dichiara che l'italia non può permettersi di stare a guardare, di limitarsi al ruolo di affittacamere, e di offrire le basi e consegnare le chiavi di casa.
L'italia non si limiterà ad un semplice supporto logistico attraverso l'impiego delle basi di appoggio, ma impiegherà uomini e mezzi in questa operazione in modo da non essere tagliata fuori nella spartizione dell'area e perdere la posizione privilegiata che manteneva fino a ieri.
In questa operazione di “peace kipping", il governo in difficoltà, viste le resistenze della lega, ottiene la sponda politica degli europeisti e filo-nato del PD e UDC ai quali si aggiunge l'appoggio di Vendola preoccupato però che non ci si impantani in Libia così come è successo in Iraq.

Per far fronte alla situazione libica non servono operazioni militari sotto la falsa copertura umanitaria. Ma neanche a dirlo, la proposta dell'ALBA nella persona del Comandante Chavez, di una delegazione europea e latino americana che trovasse modo di risolvere la questione in maniera pacifica attraverso un dialogo tra le forze governative e le “truppe ribelli” , non è stata minimamente presa in considerazione, tanti e tali erano gli appetiti e gli interessi economici in campo da parte delle forze occidentali.

Di fronte a tutto ciò è necessario che si metta in piedi un operazione di seria controinformazione in modo da frenare le falsificazioni messe in atto dai mezzi di manipolazione di massa, svelare le reali intenzioni che stanno alla base dell'intervento militare, fermare ulteriormente lo spargimento di sangue (questa volta reale) causato dalle bombe umanitarie/intelligenti del patto atlantico, denunciare la subalternità del governo italiano nei confronti della nato.

NO ALLA GUERRA
FUORI L'ITALIA DALLA NATO
FUORI LA NATO DALL'ITALIA

Collettivo Politico MILITANZ

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