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No alla guerra imperialista in libia

(22 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

No alla guerra imperialista in libia

foto: www.comunistiuniti.it


Dopo il via libera della risoluzione ONU sulla “No-Fly Zone”, Francia, Gran Bretagna e USA hanno cominciato i bombardamenti sul suolo dello Stato libico provocando le prime morti e distruzioni. Questa nuova sporca guerra, condotta dalle potenze imperialiste sotto il falso ombrello ONU di una missione di protezione civile, viola ancora una volta ogni norma di legalità e civiltà internazionale. Una ristretta élite di paesi - con a capo gli Stati Uniti del nobel per la pace Barack Obama! - pretende di governare il mondo con la forza delle armi e decide chi fa parte della comunità internazionale e chi ne è escluso, chi è civile e chi è barbaro, chi è sovrano e chi può essere oggetto di ingerenza in qualsiasi momento.

I governi delle principali potenze capitalistiche europee si sono dimostrati subito pronti ad intervenire, cercando ognuno un proprio ruolo nell'architettura imperialistica globale disegnata dagli USA. Essi sosterranno e finanzieranno la guerra con le risorse delle proprie classi lavoratrici e al prezzo del sangue di migliaia di vite umane della stessa popolazione libica. La guerra costerà dunque carissima a tutti: difficilmente fermerà la crisi globale in atto ma sarà una manna per gli interessi geopolitici di un pugno di paesi neo-colonialisti e per le imprese capitalistiche dell’apparato militare-industriale.

In Italia il governo Berlusconi concede le basi sul nostro suolo e partecipa all’intervento militare diretto, aspirando a proporsi, pur con qualche improvvisazione, come avamposto imperialista nel Mediterraneo e come piattaforma per le dinamiche imperialistiche più complessive. E tutto questo con la vergognosa sollecitazione del Presidente della Repubblica, di tutta l’opposizione (PD in primis) e persino con il beneplacito di parte dell’intellighenzia “pacifista” della sinistra (SEL).

E' difficile capire cosa stia avvenendo in tutto il Maghreb. E' un fatto che rivolte popolari per il pane ed il lavoro siano in corso da almeno due anni e siano fortemente legate alla crisi del capitalismo su scala planetaria nonché alle ricette liberiste che i regimi e governi locali hanno accettato provocando enormi disparità sociali. Altrettanto chiaro è che i fermenti e le contraddizioni delle società nordafricane - fermenti e contraddizioni che attraversano la società civile, le istituzioni e persino le forze armate - sono guardate con molto interesse dall'Occidente. In alcuni casi, come in Tunisia ed Egitto, queste ribellioni popolari hanno provocato una sollevazione di massa che ha costretto i governi a cadere, lasciando il campo ad una situazione politica che è ancora incerta ma che non sembra mettere in discussione l'ordine imperialista nel Mediterraneo. In Libia hanno invece provocato una guerra civile all’interno del sistema sociale tribale, dell'establishment e dell'esercito, un conflitto nel quale il collegamento con le centrali imperialiste si è reso evidente nel momento in cui i "ribelli" hanno richiesto esplicitamente l'intervento militare occidentale.

E' chiaro, in generale, che le potenze imperialiste cercano di approfittare dell’instabilità geopolitica o di sollecitarla per rimettere sotto il proprio controllo neo-coloniale le ricchezze naturali e la manodopera di questi paesi, magari instaurando “manu miltari” dei protettorati della NATO.

La lotta di liberazione nazionale della Libia si è compiuta 40 anni fa. Questo non ha certamente risolto tutti i problemi di quel paese. E però l'autodeterminazione del popolo libico - che come quella di ogni popolo è un processo complesso e non privo di contraddizioni interne - per essere autenticamente tale dovrebbe svilupparsi in piena autonomia e al di fuori di ogni ingerenza esterna. Non è questo ciò che sta avvenendo oggi. Riportare la Libia oggi, e altri paesi domani, sotto il controllo imperialista sarebbe uno smacco sia per l’autodecisione e la sovranità delle nazioni, sia per le legittime lotte sociali. La Libia ha già conosciuto le efferratezze e le rapine del colonialismo di Italia, Francia e USA: evitiamo questo nuovo bagno di sangue e questo ennesimo tradimento della Costituzione.

Mobilitiamoci contro la guerra imperialista

Ritirare gli aerei e le navi italiane dal fronte libico

Chiudere le basi USA-NATO in Italia
Basta guerre e spese militari
i soldi per l'emergenza lavoro e per l’emergenza casa

Comunisti Uniti

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