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    (Imperialismo e guerra)

    Libia: il virus omicida dell'imperialismo e del neo-colonialismo

    (23 Marzo 2011)

    L'attacco contro la Libia è un attacco contro i movimenti rivoluzionari del mondo arabo e una guerra per mettere al sicuro il controllo occidentale delle risorse petrolifere che quei movimenti potrebbero mettere in discussione.
    Invocare ragioni umanitarie è solo l'ennesima manifestazione di ipocrisia, di cinismo e di mendacia dell'occidente. La Francia e la Gran Bretagna ripetono il tragico, e per alcuni versi grottesco, copione dell'attacco del 1956 contro l'Egitto1.

    Nicolas Sarkozy vuole piazzare la Total in Libia e tentare, con la carta della guerra, un recupero elettorale (una delle ragioni che spinsero il duo Olmert-Livni a scatenare l'operazione Piombo Fuso a Gaza).
    L'Obama, premio Nobel per la pace, ha dichiarato che “il cappio al collo di Gheddafi si sta stringendo”, ricorrendo a una truce metafora che richiama i molti cappi usati dal Ku Klux Klan
    Nelle stesse ore dell'attacco imperialistico contro la Libia, nessuno pensa di bombardare i carri armati del Barhein, dell'Arabia Saudita e dello Yemen che continuano a uccidere i cittadini che là chiedono libertà e democrazia.
    Nessuna delle potenze occidentali ha offerto le sue basi per imporre una no fly zone, mentre Israele con l'Operazione “Piombo Fuso” massacrava i civili palestinesi di Gaza con il fosforo bianco e con le bombe Dime.

    Il parlamento italiano, destra centro e sinistra, salvo poche eccezioni, si è subito servilmente allineato. Piero Fassino e Walter Veltroni, che durante l'attacco israeliano contro il Libano del 2006 hanno sostenuto, in manifestazioni bipartisan, che bisognava salvare Israele, ora sono per l'attacco con tutto il PD.
    Quello che viene chiamato da molti il fronte pacifista si è immediatamente spaccato. Arci e Cgil sono per una no fly zone, trasformatasi subito in una guerra micidiale. Anche questo è un copione consunto, basta ricordare le ricorrenti divisioni sulla questione palestinese.
    L'Italia è in guerra. Dove sono ora quanti/e hanno sbandierato recentemente la Costituzione Repubblicana nelle piazze?
    L'articolo 11 della Costituzione che recita "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione alle controversie internazionali", viene ancora una volta violato con la complicità del Presidente della Repubblicana che ne dovrebbe essere il garante.

    Il motivo di questa guerra, come delle altre guerre in corso da decenni, è uno solo: il virus omicida dell'imperialismo e del neo-colonialismo.
    Le molte bandiere, esposte in questi giorni di celebrazioni di una unità mai così di facciata, sono ora bagnate di sangue.
    L'operazione militare deve terminare immediatamente.

    Torino, 21 marzo 2011

    1. Utilissima e istruttiva la lettura di quanto ne ha scritto Avi Shlaim ne Il muro di ferro nel capitolo La strada per Suez 1955-1957.
    www.ism-italia.org

    ISM-Italia

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