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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Riflessioni sulla guerra

(23 Marzo 2011)

Da sabato pomeriggio la coalizione composta da Francia, USA, GB, Canada, Italia ed altri Stati imperialisti ha iniziato una violenta guerra caratterizzata da bombardamenti sulla popolazione civile libica. E' evidente che, con il pretesto di appoggiare le presunte forze insorte contro il regime di Gheddafi, l'obiettivo principale della coalizione sia quello di ridefinire il controllo delle ingenti risorse naturali ed energetiche (petrolio in primis), nonché il riposizionamento in chiave geopolitica dell'intera area nordafricana.

La dittatura di Gheddafi e la Libia, storicamente terreno di conquista, hanno rappresentato un'anomalia, anche con aspetti anticolonialisti (ma non sicuramente antimperialisti), una eccezione storica e geopolitica in un'area in cui i diversi regimi sono sempre stati uniti da una subordinazione agli interessi statunitensi.

Eccezione che si è però modificata nel corso dell'ultimo decennio allorché i capitali libici sono in parte serviti, con la propria liquidità, per contribuire al salvataggio e alla sopravvivenza di importanti multinazionali di diversi settori (Fiat, ENI e Unicredit su tutti) nonché direttamente Stati (p.e. Italia e Francia). Anche sul fronte della repressione dei movimenti migratori, Gheddafi da bravo gendarme ha contribuito ad assassinare migliaia di migranti costretti alla traversata del Mediterraneo, nonché con la costruzione, dietro appalto occidentale, di numerosi lager costruiti nel deserto.

Ma nondimeno gli insorti, i cui leaders per la grossa parte in precedenza legati al regime di Gheddafi, dopo aver strumentalizzato e isolato le istanze di rivendicazione sociale, si candidano quali prossimi interlocutori privilegiati dell'imperialismo occidentale.

Nessuna risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, notoriamente strumento sovranazionale controllato e diretto dagli Stati protagonisti dell'attacco (nonché delle precedenti aggressioni, solo negli ultimi anni, in Afghanistan e Iraq) può pertanto legittimare le guerre imperialiste e padronali in qualsiasi forma condotte (bombardamenti “umanitari”, istituzione di presunte “no fly zone”,...).

Il governo Berlusconi, prima alleato e complice interessato del regine libico, ora non può più esimersi dal partecipare attivamente al massacro dopo una campagna mediatica di costruzione del nemico di turno da abbattere con ogni mezzo possibile. E' notizia di ieri, infatti, che i primi “Tornado” sono partiti alla volta della Libia.

Non sorprende del resto la supina adesione della coalizione di centro-sinistra alla aggressione definita “necessaria e legale” dai propri leader che si candidano a sostituirsi, quali partners fidati, al governo Berlusconi ormai in fase decadente.

Su queste posizioni, dopo le mobilitazioni di questi giorni, crediamo profondamente sbagliato accettare l'imposizione di una posizione contro la guerra che dia credito alle scelte dell'ONU.

Siamo assolutamente convinti che sulla contrapposizione alla guerra vadano creati ampi fronti in cui le differenti posizioni (dal pacifismo all'anticapitalismo più o meno radicale) siano legittimate all'interno di un quadro di azione comune e condiviso.

Non possiamo però accettare l'imposizione di un appello, espresso dalle posizione della sinistra ex parlamentare e pacifista, che vorrebbe riportare l'opposizione alla guerra imperialista su un presunto terreno di legalità internazionale e di rimonta elettorale.

Per questo manterremo ferma l'iniziativa di martedì 22 marzo alle ore 18.00, peraltro già indetta domenica pomeriggio, davanti ai Consolati statunitense e francese cui invitiamo alla massima partecipazione.

Milano, 21 marzo 2011

Le compagne e i compagni del Centro Sociale Autogestite Vittoria

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