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Esperti militari italiani in Libia

Esperti militari italiani in Libia

(21 Aprile 2011) Enzo Apicella
Il governo italiano ha deciso di inviare esperti militari a Bengasi, roccaforte dei ribelli libici

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Dopo la repressione di Gheddafi, l’intervento occidentale : un nuovo colpo contro il popolo libico!

dalla Francia

(23 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

No, l’intervento militare franco- anglo- americano in Libia non mira a venire in aiuto della popolazione civile, ancor meno a soccorrere gli insorti contro il dittatore Gheddafi. Da oltre un mese il popolo libico si è ribellato contro la dittatura, seguendo gli esempi tunisino ed egiziano. Durante tutte queste settimane, le stesse grandi potenze hanno permesso a Gheddafi di bombardare e massacrare, grazie alle armi, agli aerei e ai blindati che le stesse gli hanno fornito da anni. Soltanto dopo migliaia di morti, dopo che i mercenari del dittatore erano entrati in Bengasi, dopo che l’esercito della dittatura aveva ripreso il sopravvento a spese degli insorti disarmati e isolati, costretti alla fuga, i nostri pretesi democratici, da buoni avvoltoi, fanno partire i bombardieri. Quei bombardieri che, a loro volta, fanno nuove vittime, evidentemente non soltanto tra i mercenari di Gheddafi.

Certamente, si può comprendere il sollievo provvisorio che hanno espresso alcuni insorti di Bengasi, nell’apprendere che il loro nemico era colpito militarmente. Ma le bombe occidentali potrebbero far loro cambiare rapidamente opinione, almeno a quelli che hanno conquistato la piazza e preso le armi per cambiare veramente di regime. A questi deve andare tutta la solidarietà dei lavoratori di Francia e del mondo.

E’ un’altra storia per gli interlocutori che si sono scelti i capi di stato occidentali, quei dirigenti autoproclamatisi dell’opposizione libica, quel « Consiglio nazionale di transizione », in cui si ritrovano molti ex funzionari del regime, come l’ex ministro della giustizia o ex ambasciatori. Questi, senza dubbio, sono pronti a negoziare con le forze imperialiste per prendere il posto di Gheddafi, forse anche a intendersi con lo stesso Gheddafi, per trovare una soluzione conveniente per le potenze imperialiste: un regime più o meno rintonacato in gran fretta, senza dubbio altrettanto dittatoriale quanto l’attuale, e di conseguenza senza che la popolazione libica abbia la possibilità di dire la sua parola

Sarkozy, Cameron e Obama si dicono per la democrazia ? Ma nel Bahrein, si assiste in questo momento all’intervento degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita, due buoni alleati degli Stati Uniti, per andare in aiuto, non della popolazione in rivolta, ma del regime ! Gli stessi Emirati che sostengono l’intervento in Libia e dovrebbero contribuirvi con la loro aviazione!

La Francia, gli Stati Uniti e i loro alleati, ma anche tutti i regimi della regione condividono una paura comune, la paura dell’approfondirsi e della propagazione delle rivoluzioni. Da gennaio, i ribelli del mondo arabo hanno fatto cadere un dittatore, poi un altro, e altri sono sotto tiro. La prima ragione dell’intervento militare occidentale è proprio ostacolare il movimento rivoluzionario in corso nei paesi arabi. Imporgli una battuta d’arresto.

Di fronte a questo schieramento, non facciamoci ingannare. Gli stati maggiori occidentali e i loro alleati locali non sono gli amici, ma i nemici dei lavoratori, dei popoli e delle rivoluzioni arabe. A questi esprimiamo la nostra solidarietà dichiarando in tutti i modi possibili e il più forte possibile la nostra opposizione a un intervento militare, in mancanza della possibilità di ostacolarlo e fermarlo; un intervento diretto, a breve termine come a lungo termine, contro di loro.

Editoriale del bollettino di fabbrica "l’Etincelle" pubblicato dalla frazione di minoranza di Lutte Ouvrière - 21 marzo 2011

http://www.convergencesrevolutionnaires.org

traduzione di Michele Basso

Convergences Révolutionnaires

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