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(1 Settembre 2011) Enzo Apicella

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Centri di permanenza temporanea ma che bella accoglienza!

volantino diffuso a Gorizia nell'ambito della giornata europea di mobilitazione antirazzista

(1 Febbraio 2004)

I Centri di Permanenza Temporanea (CPT) sono stati istituiti in Italia nel '98 con la legge Turco-Napolitano del centrosinistra per rinchiudere gli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno, che non era possibile identificare ed espellere immediatamente, e che, quindi, secondo i sinistri legislatori, avrebbero potuto rappresentare un pericolo sociale. Gli immigrati vi dovevano rimanere fino a 30 giorni in vista dell' espulsione. Con la Bossi-Fini il termine è diventato di 60 giorni e i CPT hanno consolidato il loro aspetto di vere e proprie carceri, destinate oggi anche ai richiedenti asilo. Sono luoghi che dovrebbero far inorridire anche un "sincero democratico", luoghi in cui sono stati sospesi anche quei diritti, seppur minimi e precari, che regolano la vita dei carcerati "normali".

I CPT oggi sono 16 nel territorio italiano e solo nell' ultimo anno per questi lager sono passate 17.000 persone (fonte:Medici senza frontiere).

Il loro numero però è destinato ad aumentare notevolmente e con buona probabilità nel giro di breve tempo -se ne parla da anni- ne sorgerà uno in provincia di Gorizia, verosimilmente nell' ex-caserma Polonio di Gradisca.

La costruzione di questi centri, decisa direttamente dal ministero dell'Interno, viene tenuta strumentalmente sotto silenzio per evitare che -come successo altrove- il caso esploda pubblicamente e si sviluppino lotte e proteste.

Questi luoghi di detenzione simboleggiano bene l'atteggiamento della nostra "civile" società nei confronti di persone colpevoli di fuggire da situazioni di miseria, sfruttamento, oppressione, tortura o guerra: la sola mancanza di un documento, di un pezzo di carta che attesti il loro essere "regolari" è sufficiente per essere sottoposti ad una carcerazione inumana e arbitraria in luoghi ancora più opprimenti delle "normali" galere.

Questi moderni lager sono l'espressione più evidente della barbarie generata dalle varie leggi sull'immigrazione. Frontiere blindate, stragi sui mari, impronte digitali (oggi agli immigrati domani a tutti noi), rastrellamenti nei quartieri, espulsioni arbitrarie sono solo alcuni delle nefandezze create da questi provvedimenti. Tutti questi provvedimenti hanno creato e diffuso l'artificiale divisione fra "immigrati buoni e lavoratori" e "clandestini cattivi e criminali".

Detta in altri termini gli immigrati possono essere tollerati solo se rimangono nell'ombra, chini al dispotismo dei padroni nei luoghi di lavoro, in modo da fornire docile manodopera per le industrie. Da dove credete che venga buona parte del miracolo del nord-est? E perché fra i primi a chiedere più immigrati c'è sempre Confindustria? Se "sono di troppo", se "non servono più" ridiventano automaticamente "clandestini" (molti non hanno mai smesso di esserlo, e gli imprenditori lo sanno bene) e perciò sono ritenuti colpevoli di tutti i crimini possibili.

Siamo perciò consapevoli che sono proprio le leggi degli stati a creare la clandestinità e per questo è necessario lottare contro queste leggi razziste e liberticide.

Una lotta che per essere coerente ed efficace deve incentrarsi sulla libertà di circolazione per tutti gli uomini e le donne del pianeta, sull'abbattimento di tutte le frontiere e sul rifiuto di ogni artificiale divisione degli individui fra "immigrati", "clandestini", "italiani", "extracomunitari", "regolari", consapevoli che l'unica divisione reale è fra sfruttati e sfruttatori.

Assieme agli immigrati e alle immigrate, opponiamoci ai centri lager mobilitandoci in prima persona, autorganizzandoci al di fuori delle istituzioni e praticando l'azione diretta.

Rivendichiamo l'uso pubblico e collettivo dell'ex-caserma di Gradisca come di tutti gli altri spazi inutilizzati e lasciati a marcire.

Vogliamo spazi sociali non nuove galere!

Gruppo Anarchico Germinal
aderente alla Federazione Anarchica Italiana - FAI

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