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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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LAGHER TRENITALIA.

Chi licenzia i licenziatori?

(28 Marzo 2011)

LETTERA APERTA ALLE COLLEGHE ED AI COLLEGHI

Tra sospensioni, trasferimenti, sollevazioni e promozioni passano le stagioni in assistenza.
Dopo il grande freddo ci aspetta un’altra estate senza che nessuno renda umani e dignitosi i desk mobili, inamovibili dal piazzale e refrattari a qualsiasi copertura o miglioria a difesa della nostra salute e della nostra sicurezza.
Stiamo lavorando, nella piu’ grande stazione d’Europa, con metà s.t.c presenti rispetto ai malati, con una cronica mancanza di personale, senza poter usufruire di congedi e permessi, spesso da soli di notte, in assistenza ed in sala blu.
Sfiniti dal freddo e sull’orlo di una crisi di nervi, stressati dalle moltitudini e dai rumori, abbiamo visto ammalarsi e cadere in terra ai piedi dei deskiller ben tre colleghi in 2 giorni e tutti gli altri con quotidiani malesseri a testa, stomaco, cervicale.
Le raccolte firme e le assemblee, i mugugni ed i rapporti ai coordinatori lasciano il tempo che trovano, mentre l’r.s.u./48, scaduta ormai da 4 anni, si gode le sue centinaia di giornate di a.g. senza informare il personale su nulla, senza muovere un dito, senza appendere un volantino.
In piu’, negli ultimi mesi, trasferimenti e “sollevazioni dal sevizio” per motivazioni dubbie e senza alcuna procedura o provvedimento scritto.
Mentre di cambiare un turno ingiusto ed un orario inutile non se ne parla piu’, nonostante i pubblici impegni presi dalle oo.ss. in assemblea, si tratta sulla nostra pelle un prossimo orario peggiorativo.
Intanto, cresce l’ansia intorno al passaggio di “sala blu” ad r.f.i., di cui i colleghi interessati sono tenuti all’oscuro, tra unicizzazione della postazione e rimandi continui.
In sostanza, ad un aumento esponenziale del volume di traffico corrispondono condizioni di lavoro sempre piu’ gravose, esasperate da un inquinamento acustico-ambientale pari solo alla costante pressione psicologica cui siamo sottoposti.
I frequenti episodi di malcostume e maleducazione della clientela, se da un lato vengono scaricati sul personale con rapporti e punizioni, dall’altro definiscono il quadro di una generale inadeguatezza della risposta di sistema alle crescenti criticita’.
Come è logico e consequenziale, il peggioramento delle condizioni di svolgimento del servizio lascia spazio ad un progressivo sfilacciamento dei rapporti e della collaborazione anche tra di noi, favorito ed accentuato da “scelte” aziendali opinabili quanto discrezionali.
Direttamente proporzionale al superlavoro arriva puntuale la super-repressione, con contestazioni e provvedimenti disciplinari che chiamare “esemplari” e’ un eufemismo.
Sara’ per la rima, a sospensioni, repressioni, collusioni corrispondono promozioni.
Come se l’assistenza fosse una fabbrica di quadri
( spesso due per turno a fronte di una truppa di ben 4-5 sottoposti! ) sul nostro super-stress.
Come se il peggioramento continuo della nostra condizione di lavoro
fosse concordata, come merce di scambio, a qualche tavolo tra azienda ed oo.ss.
Una situazione molto problematica che necessiterebbe di uno sforzo coordinato di azienda, ferrovieri e sindacati per arrivare preparati e “fare squadra”, il piu’ possibile adeguati alle sfide del prossimo futuro con gli altri competitors.
Ci vorrebbe un impegno comune che rendesse davvero “strategica” l’assistenza, dando vita ad una collaborazione fattiva, remando tutti nella stessa direzione, con una dirigenza responsabile ed un personale motivato.
Uno sforzo ed un impegno che non appaiono nemmeno nelle intenzioni, provocando l’attuale procedere in ordine sparso, spesso in una guerriglia di tutti contro tutit, tra chi fa finta di non sentire e chi si esercita in una sorta di “peculato” di basso profilo..
E’ per questo che, inevitabilmente, un po’ per la condizione di nostro svantaggio oggettivo, un po’ per l’umano difetto di provare ovunque a “farsi i fatti propri”, vanno diffondendosi criticabili comportamenti individuali che danneggiano tutti noi.
Mors tua, vita mea!
Insomma, si approfitta della situazione di perenne criticita’ di personale per raggranellare qualche euro, rendendosi “belli” con l’azienda, e facendo divenire noi maggioranza che a malapena riusciamo a “fare il nostro” una banda di lavativi.
Non c’e’, ovviamente, nessuno da convincere ne’, tantomeno da minacciare.
C’e’ pero’ da assumersi ognuno le proprie responsabilita’.
In questa situazione, non si può fare il “salvatore della patria” tirando via le castagne dal fuoco a scapito di altri, contribuendo ad attutire, a nascondere, o a risolvere momentaneamente i problemi, che al contrario vanno messi in evidenza, per essere affrontati e risolti sul serio.
In questa situazione, tra colleghi malati e puniti, bisogna adottare dei comportamenti collettivi condivisi che esplicitino le criticita’ ed esprimano la solidarieta’ ai colleghi colpiti.

Per questo, invitiamo caldamente tutti, compresa la sparuta “coalizione dei volenterosi”, a rispettare il proprio turno, ed a lavorare secondo normativa.

Alcune colleghe ed alcuni colleghi di assistenza
Roma

Ferrovieri Trenitalia

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