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(30 Marzo 2011)

Ci avviamo verso una fase elettorale e forse è utile ricordare che vince le elezioni chi ha la capacità, i soldi, i mezzi di informazione, per convincere una parte delle classi subalterne (salariati, stipendiati, disoccupati, casalinghe, precari, pensionati) a votare contro i propri interessi, aiutato in modo decisivo dalla struttura operativa della Chiesa, che ha sempre spinto i credenti a votare per la destra.
Ma perché chiamiamo democrazia (potere del popolo) un sistema capitalista che concentra nelle sue mani i poteri decisivi: dalle decisioni di chi assumere nell’apparato produttivo, al potere di licenziare, al potere di decidere quali merci produrre e distribuire, al potere di usare i propri apparati mediatici per imporre mode e consumi, a cui va aggiunto il potere delle mafie, che in Sicilia riescono a far vincere le destre in ogni provincia?

A questi “poteri forti”, a cui si aggiungono le varie massonerie e i servizi deviati sempre operanti nella nostra Repubblica, si contrappone il NULLA nelle sembianze di una opposizione divisa, senza identità, che ha perduto il rapporto con il territorio e con quel proletariato profondo, abbandonato e preda ormai dei preti e del lavaggio del cervello delle Tv commerciali.
Sarebbe saggio ricordare che gli operai al Nord hanno votato Lega,i quartieri popolari di Roma sono tutti per la destra, al Sud comandano le mafie che fanno votare PDL.
La RAI, che sulla carta doveva essere “pubblico servizio” e quindi contrappeso antagonista allo strapotere capitalista, è finita miserabilmente per due terzi in mano agli uomini del Caimano ed è l’ufficio di collocamento dei parenti della Casta politica.
L’opposizione politica ha il maggior rappresentante nel PD, partito interclassista di Centro, diviso in correnti, erede della Democrazia Cristiana, che non mette in discussione il capitalismo, né il ruolo del Vaticano, né la proprietà privata monopolista dei mezzi di informazione, né le guerre imperialiste al seguito degli USA e della Nato.

Nell’ipotesi di un cambio di governo le cose resterebbero pressoché uguali, se si esclude la questione giustizia, che oggi è attaccata solo perché B. vuole evitare la galera.
L’unica speranza è quella di vedere una forte partecipazione ai referendum e da quella vittoria ripartire con l’obiettivo principale di distruggere il tripolio RAI-Mediaset-Murdoch, con la regola tassativa che nessun soggetto può possedere più di una rete e, nel caso della RAI, il Presidente, con tutti i poteri, deve essere eletto dai cittadini che pagano il canone, in regolari elezioni da abbinare a quelle politiche o amministrative.

29 marzo 2011

Paolo De Gregorio

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