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Dopo Livorno nasce a Pisa e provincia l’Associazione Comunisti Uniti

(30 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Dopo Livorno nasce a Pisa e provincia l’Associazione Comunisti Uniti

foto: www.comunistiuniti.it

I comunisti ovunque collocati trovano un comune terreno di confronto.

Nasce L’ASSOCIAZIONE dei COMUNISTI UNITI (Pisa)
Venerdì 18 marzo alcuni/e compagni/e comunisti/e, per dar seguito all’assemblea del 29 gennaio a Livorno, hanno deciso di dare vita a una associazione delle comuniste e dei comunisti.
I promotori dell’iniziativa, a Pisa e provincia, condividono un percorso di riflessione del metodo e della prassi marxista per ridefinire un’analisi di classe adeguata ai compiti dei comunisti di fronte alla crisi globale e strutturale del capitalismo.
L’obiettivo comune è quello di ricomporre i soggetti e le realtà che operano nei conflitti sociali, sindacali, nei movimenti, una ricomposizione che non sia sommatoria di sigle ma un percorso comune.
Discutere criticamente non significa cancellare la storia, piuttosto affrontare questioni storiche, politiche e culturali, per tentare di comprendere le ragioni profonde della sconfitta dei comunisti del ‘900.
L’associazione lavorerà per superare le divisioni tra comunisti/e, nella consapevolezza delle difficoltà, ma con atteggiamento propositivo per superare isolamento e limiti, non ponendoci solo su un terreno culturale e ideologico ma affrontando tutte le questioni concrete sulle quali si misura la proposta e l’iniziativa politica.
Il sistema capitalista è arrivato ad una crisi economica e finanziaria tale da evidenziare in pieno il suo carattere barbarico e regressivo. Lo scoppio delle centrali nucleari in Giappone sono il sintomo di un capitalismo incivile e pericoloso per le sorti stesse dell’intera umanità, e ci pongono con urgenza la questione di un nuovo modello di produzione e di sviluppo. Il ricorso alla guerra, ipocritamente definita “umanitaria”, è il modo con cui il capitalismo copre ideologicamente la ricerca di fonti energetiche e il controllo sulle stesse. La tesi leninista dell’imperialismo come condizione strutturale fa emergere la sua tendenza naturale alla guerra, cosi come il ruolo speculativo e parassitario delle banche e delle multinazionali rimane il medesimo, e ciò sia che al governo ci sia Bush o che ci sia Obama. Lo stesso vale sia con Berlusconi che con Bersani o Vendola domani.
La questione del lavoro poi, con la diffusione anche sul territorio pisano della “cura” Marchionne, adottata da Colaninno, non trova ostacoli neppure nella FIOM che alla Piaggio accetta di barattare i diritti dei lavoratori con la rappresentanza ai tavoli di trattativa, ipotecando le loro stesse condizioni di vita e di lavoro con un modello organizzativo che intensifica i tempi e i ritmi e lega i processi occupazionali e retributivi agli andamenti di mercato.
Una cosa pensiamo debba essere chiara, chi si schiera con la guerra imperialista e col modello di relazioni sociali voluti da Marchionne, con i processi di privatizzazione dell’acqua e a favore del nucleare, non sono nostri parenti che sbagliano, ma nostri avversari da combattere e indebolire. Proprio per questo la battaglia è per affermare la rottura, anche nelle Giunte locali, con il partito della guerra, che in Toscana, e a Pisa in particolare, ha assunto il volto sempre più marcato e insostenibile del PD.
Da questi presupposti l’Associazione dovrà sviluppare una critica spietata e senza sconti al politicismo governista dei gruppi dirigenti del P.R.C e del P.d.C.I, per restituire ai comunisti una propria identità e indipendenza politica, una rinnovata azione nella società, nel mondo della conoscenza e nei luoghi di lavoro.
L’Associazione dei Comunisti Uniti vede nel conflitto capitale-lavoro la contraddizione centrale da cui partire per una prospettiva di società senza classi contro sfruttamento e profitto; la validità dell’analisi marxista, con i contributi leninisti e gramsciani, è decisiva per la lotta politica nei partiti, sindacati e associazioni di massa.
La battaglia culturale deve sviluppare l’autonomia politica dei comunisti contro la subalternità a forze ormai compromesse con il padronato e che sono definitivamente inserite nel quadro organico del sistema capitalistico ed imperialistico, come il PD.
La battaglia culturale e la rinnovata iniziativa in ambito sociale, politico e sindacale saranno le basi per ricostruire un vasto fronte di resistenza alla crisi economica e di civiltà del sistema capitalista, per una sinistra anticapitalista e la ricostruzione di un radicato e forte partito comunista.
L’Associazione si impegnerà prioritariamente su:
1 - la questione internazionale;
2 - la questione del lavoro;
3 - la questione sindacale, con particolare attenzione alle situazioni sul nostro territorio (vedi vicenda Piaggio);
4 – la relazione tra Costituzione e movimento operaio e comunista nel ‘900;
5 – l’autonomia politica dei comunisti per ricostruire un blocco sociale anticapitalista.
Sollecitiamo tutte/i le compagne/i ovunque collocate/i che ritengono necessario un processo ricompositivo, senza scorciatoie organizzativistiche e beceri tatticismi che eludono le questioni politiche, a portare il proprio contributo e la propria esperienza.

Pisa, 26 marzo 2011

Associazione dei Comunisti Uniti

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