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    (Imperialismo e guerra)

    La barbarie in Costa d’Avorio o la verità del capitalismo francese

    (6 Aprile 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

    Un « vento di libertà », una « vittoria della democrazia », ecco di cosa si vantavano la stampa e i dirigenti francesi commentando la « folgorante » avanzata militare delle truppe di Alassane Ouattara verso il Sud della Costa d’Avorio. Sarebbero bastate poche ore perché le menzogne crollassero.

    Mentre la stampa aveva già rilevato un bilancio ufficiale provvisorio di più di 400 morti dalle elezioni contestate e ne aveva accusato allegramente il solo Gbagbo, ecco che un comunicato del comitato internazionale della Croce Rossa afferma che « almeno 800 persone » sarebbero state uccise martedì scorso nella città di Duékoué dai partigiani di Ouattara. Un abominio largamente prevedibile che sarà valso a Ouattara almeno tre telefonate imbarazzate di Nicolas Sarkozy.

    Non si osa immaginare quanti massacri ci saranno ancora da deplorare, ma si sa ormai che Ouattara li avrà perpetrati allo stesso modo di Gbagbo, e che il secondo era sostenuto come lo è attualmente il primo. Prova, se ce ne fosse stato bisogno, che la popolazione non ha nulla da sperare da Ouattara come dal suo rivale, entrambi servitori degli interessi imperialistici nella regione.

    Perché se, come pretendono i dirigenti occidentali, Alassane Ouattara è stato eletto presidente « dalle urne» (lui che comunque aveva tentato un colpo di stato militare nel 2002!), eccolo al potere grazie alla forza delle armi. Armi fornite dalle potenze imperialiste e una operazione militare « folgorante » escogitata dai consiglieri francesi e americani presenti sul posto. Come dimenticare in effetti che 9 000 caschi blu sono attualmente presenti nel settore e pretendono di proteggere la popolazione, mentre la Licorne, l’esercito francese forte di circa 1000 uomini sul posto, occupa l’aeroporto d’Abidjan?

    Come dimenticare che le imprese francesi, Bolloré, Bouygues, Total, Orange, Sagem e altre, BNP-Paribas, saccheggiano le risorse naturali e umane del paese, garantendosi il monopolio del mercato ivoriano, questa riserva di caccia francese, grazie a tutti i dittatori « eletti » che la Francia ha messo: Houphouët-Boigny, Bédié, Gbagbo, poi Ouattara.

    Da circa dieci anni la popolazione subisce due bande armate contemporaneamente. Taglieggiati, terrorizzati, addirittura massacrati da due parti, dalle bande rivali, mentre la disoccupazione cresce e la miseria diventa insopportabile. Gbagbo e Ouattara non hanno esitato da anni a utilizzare una demagogia sempre più violenta contro le etnie su cui si appoggia il rivale. Un odio etnico diffuso dall’alto sotto lo sguardo benevolo della Francia, destinato a opporre i poveri gli uni contro gli altri.

    La barbarie razzista che veicolano non è d’origine africana. E’ lo stesso tipo di odio che distillano anche qui, in Francia, Sarkozy e i suoi ministri contro i lavoratori immigrati. Non meno abbietto, e che potrebbe ugualmente avere conseguenze catastrofiche se una parte dei lavoratori vi si lasciasse coinvolgere.

    In Costa d’Avorio, i Gbagbo e i Ouattara hanno o hanno avuto parti intimamente legate ai nostri dirigenti politici: Ouattara, ex-alto responsabile al FMI, grande amico di Sarkozy, e Gbagbo legato ai dirigenti del Partito Socialista, ed entrambi ai diversi governi francesi.

    Oggi, centinaia di migliaia di ivoriani cercano disperatamente di lasciare il paese. Tutto questo ricorda il Ruanda, i suoi centinaia di migliaia di morti e i suoi massacri etnici. Massacri di cui l’imperialismo francese, in Ruanda soprattutto, era già complice.

    Dirigenti che speculano sul razzismo, trust che regnano da padroni, una popolazione povera, schiacciata e terrorizzata. E’ la verità del capitalismo, in questo caso, francese. Bisognerà che un giorno gli sfruttati di tutti i paesi, di tutte le culture, qui come laggiù, siano solidali per farla finita con i loro veri nemici, quelli che li sfruttano e li opprimono, e cercano di dividerli per meglio regnare.

    Editoriale del bollettino di fabbrica "l’Etincelle" pubblicato dalla frazione di minoranza di Lutte Ouvrière - 4 aprile 2011
    http://www.convergencesrevolutionnaires.org
    traduzione di Michele Basso

    Convergences Révolutionnaires

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