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(16 Marzo 2011) Enzo Apicella
Nonostante il disastro di Fukushima imperversa l'ipocrisia filonucleare

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    Giappone: nuova forte scossa, USA preoccupati per gli errori della Tepco. In Francia radioattività nella pioggia e nel latte

    (8 Aprile 2011)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

    Giappone: nuova forte scossa, USA preoccupati per gli errori della Tepco. In Francia radioattività nella pioggia e nel latte

    foto: www.radiocittaperta.it

    07-04-2011/23:13 --- A meno di un mese dal disastro che ha causato decine di migliaia di vittime, è tornata la paura in Giappone per un nuovo violento terremoto e il conseguente allarme tsunami. La scossa é avvenuta alle 16.32 ora italiana e ha raggiunto una magnitudine di 7,4 gradi della scala Richter con epicentro a una sessantina di kmi dalla città di Sendai. Malgrado il terremoto sia avvenuto a oltre 400 km da Tokyo, la forte scossa é stata nettamente avvertita anche nella capitale, dove gli edifici più alti hanno tremato visibilmente. I tecnici impegnati nel tentativo di mettere in sicurezza la centrale nucleare di Fukushima sono stati evacuati, anche se per pochi minuti. Il centro di allarme per gli tsunami, con base alla Hawaii, ha lanciato un allarme tsunami, anche se poi le onde che si sono abbattute sulla costa nella prefettura di Miyagi non hanno superato i due metri di altezza. Il terremoto ha distolto per un momento l’opinione pubblica giapponese ma le preoccupazione per le conseguenze del disastro di un mese fa nella centrale di Fukushima rimangono intatte.
    Ieri il New York Times ha pubblicato in prima pagina un articolo (U.S. Sees Array of New Threats at Japan’s Nuclear Plant) che rivela i contenuti di un documento confidenziale finora non reso pubblico, della Nuclear regulatory commission per il governo Usa. Nel documento la situazione nella centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi è definita «estremamente grave». Inoltre la commissione USA afferma che alcune delle misure prese dalla Tepco e dal governo di Tokyo «hanno causato ripercussioni impreviste e nuovi problemi, in particolare per quanto riguarda gli interventi effettuati nei “contenimenti” dei reattori che «Mettono in dubbio la loro capacità di resistere alle scosse di terremoto di assestamento del terremoto». Quel che preoccupa gli americani sono soprattutto le esplosioni di idrogeno verificatesi nella centrale e per bloccare le quali da ieri i tecnici giapponesi hanno cominciato ad usare azoto liquido sui reattori per tentare di raffreddarli, tentativo andato solo in parte a buon fine.
    Il documento USA afferma di basarsi sui «Più recenti dati disponibili» di numerose organizzazioni giapponesi ed americane, inclusi quelli delle imprese nucleari, del Japan atomic industrial forum, del Dipartimento dell’energia Usa, di General Electric, dell’Electric power research institute e di Ong indipendenti». Il documento solleva nuovi interrogativi sul fatto che si possa sostenere indefinitivamente lo sversarmento di acqua sul combustibile nucleare in assenza dei sistemi di raffreddamento. Secondo gli esperti della Nrc i giapponesi dovranno continuare a mantenere “al fresco” il combustibile per molti mesi, fino a quando la centrale nucleare non sarà “stabilizzata” E il New York Times sottolinea che «C’è la crescente consapevolezza che i rischi del pompaggio dell’acqua sul carburante presentano una nuova categoria di sfide che l’industria nucleare sta solo cominciando a comprendere».
    Margaret Harding, una ex manager della General Electric, si dice preoccupata per le conseguenze delle scosse di assestamento, la più forte delle quali si è verificata proprio oggi: «Se fossi nei panni dei giapponesi, sarei molto riluttante ad avere tonnellate di acqua all’interno di un containment la cui integrità strutturale non è stata verificata dopo il terremoto».
    Secondo l’articolo, «Il documento suggerisce anche che i frammenti o particelle di combustibile nucleare dalle piscine del combustibile esaurito sopra i reattori siano saltati in aria fino a un miglio dall’unità” e che pezzi di materiale altamente radioattivo siano caduti tra due unità e hanno dovuto essere rimossi in fretta e furia per proteggere i lavoratori sul sito. L’espulsione di materiale nucleare, che potrebbe essersi verificato durante una delle precedenti esplosioni di idrogeno, potrebbe indicare maggiori danni di quanto precedentemente indicato alle piscine estremamente radioattive».
    Il rapporto dell’Nrc - che risale al 26 marzo scorso - ritiene «Che c’è stata un’esplosione di idrogeno nella piscina del combustibile dell’unità 4, che ha causato emissioni di radiazioni maggiori» e il reattore 4 potrebbe essere quello che rilascerà più sostanze radioattive nell’ambiente. Il Nuclear information and resource service (Nirs) fa notare che «Non abbiamo ancora visto una sola lettura ufficiale o ufficiosa delle aree che si trovano all’interno della zona di evacuazione».

    Anche in Francia la preoccupazione per le conseguenze dell’incidente nella centrale nucleare giapponese continua a crescere. Dopo l’arrivo qualche giorno fa sui cieli dei pesi europei della nube radioattiva proveniente da Fukushima Daiichi, le autorità parigine hanno rilevato la presenza di Iodio-131, un isotopo radioattivo, nell’acqua piovana e nel latte. Lo Iodio -131, sebbene decada in soli 8 giorni (i tempi di decadimento degli altri isotopi radioattivi sono invece lunghissimi) è considerato pericoloso per la tiroide. Gli studiosi, però, temono l’”effetto accumulo”, considerato che questo radioisotopo è atteso per almeno altre due settimane e che la contaminazione sta avvenendo attraverso le piogge.
    Per quanto i livelli rilevati siano bassi, normalmente non ci dovrebbero essere neanche tracce di Iodio-131 nell’acqua della pioggia e nel latte, ma le autorità tranquillizzano i francesi dicendo che non è motivo per preoccuparsi. Tuttavia, secondo un istituto di ricerca, il CRIIRAD, la contaminazione dell’aria e dell’acqua piovana continuerà almeno per le prossime due settimane. Quello che gli scienziati temono, appunto, è l’”effetto accumulo”. Gli spinaci, la lattuga e altre verdure sono i primi prodotti alimentari sensibili alla contaminazione da Iodio-131 essendo coltivati all’aperto e sotto il diretto effetto della pioggia; la contaminazione indiretta del latte avviene in qualche giorno dopo che le vacche hanno mangiato erba da pascolo, spiega il CRIIRAD. Il fatto che l’IRSN – un altro istituto di ricerca - abbia trovato Iodio-131 in un campione di latte del 25 marzo indica che la caduta di iodio era già avvenuta il 23 marzo.

    Marco Santopadre, Radio Città Aperta

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