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(5 Agosto 2011) Enzo Apicella

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Il decalogo delle “libertà”

(8 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

I popoli, che un tempo furono all’avanguardia della civiltà, sono ora trascinati dalle loro classi dirigenti in una serie interminabile di guerre. Il pretesto è sempre lo stesso: si combatte per la libertà. Ma esiste veramente una sola libertà, o sono tante, spesso in conflitto tra loro?

1) C’è la libertà dell’industriale, di sfruttare l’operaio fino alla consunzione, e di gettarlo in mezzo a una strada quando non serve più.

2) La libertà del finanziere di vendere titoli tossici, rovinando milioni di persone, per poi farsi salvare dalla bancarotta a spese del contribuente.

3) La libertà del mafioso di mettere il pizzo, di minacciare o uccidere chi si ribella, trovando una sponda nel politicante in cerca di voti di scambio.

4) Quella dell’usuraio, intento a succhiare il sangue dei malcapitati coperti di debiti.

5) La libertà delle compagnie petrolifere, che inquinano distese immense di acque oceaniche, perché hanno risparmiato nelle misure di sicurezza; o delle compagnie che gestiscono centrali atomiche, che possono gettare nell’oceano 11.500 tonnellate di acqua radioattiva, in modo “assolutamente legale”.

6) La libertà del capo partito, difensore dei valori cristiani, di fomentare una guerra tra poveri, e di mandare in vernacolo fuori dai c... gli immigrati che fuggono dalla guerra e dalla disperazione, anche se molti annegano nel Mediterraneo.

7) La libertà di un premio Nobel per la pace, di un demagogo francese in fregola elettorale e dei loro complici, di devastare con bombe e missili radioattivi le città della Libia. O di sostenere la corsa al massacro in Costa d’Avorio.

8 ) La libertà di parlamentari non eletti, ma scelti dalle direzione dei partiti, di garantire il loro posto in parlamento votando all’unanimità operazioni belliche che la maggioranza dei lavoratori non desidera e non appoggia.

9) La libertà dei governanti di far pesare con tasse, aumenti di tariffe, accise sulla benzina ...il peso crescente di un apparato burocratico, finanziario, militare sempre più opprimente.

10) La libertà di diffondere menzogne, mediante la stampa, la TV e i media più avanzati. In questo, la nostra civiltà ha battuto ogni altra precedente, anche le più oscurantiste.

Queste, e molte altre “libertà” sono parti costitutive di quella Libertà borghese, di cui lo stato è garante. E’ osannata dai politicanti e dai media. E’ fatta ad immagine e somiglianza della società capitalistica, ed è la più grande prostituta che la storia abbia mai conosciuto.

C’è infine la libertà dei lavoratori e delle masse sfruttate, antagonista e incompatibile con le libertà borghesi, che potrà realizzarsi solo lottando contro quelle sopra elencate, con una rivoluzione che travolga fin dalle fondamenta questo ordine del capitale che, come tutti gli imperialismi, crea il deserto e lo chiama pace, forgia catene e diffonde la fame, chiamandola civiltà.

7 aprile 2011

Michele Basso

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