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La difesa della razza

La difesa della razza

(25 Maggio 2010) Enzo Apicella
Il Guardian ha pubblicato i documenti delle trattative per la vendita di atomiche israeliane al regime razzista del Sudafrica nel 1975

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    (Imperialismo e guerra)

    Si puo’ sempre dire di no

    solidarietà agli obiettori di coscienza nell'esercito israeliano

    (2 Febbraio 2004)

    Hanno detto NO

    - 5 obiettori di coscienza israeliani, in carcere da oltre un anno e condannati il 4/1/2004 a un altro anno di detenzione per aver detto NO ad un esercito che opprime un altro popolo mantenendo un’occupazione senza fine, calpestando i diritti umani elementari, ma anche distruggendo la società israeliana, i suoi valori morali, la sua economia. Sono entinaia i ragazzi israeliani che obiettano.

    - Oltre 500 riservisti israeliani che hanno rifiutato di prestare servizio nei Territori occupati, di “porre sotto assedio, dare la caccia, ridurre alla fame un intero popolo” per rispondere ai “bisogni militari”.

    - 27 piloti dell’esercito israeliano che si sono rifiutati di eseguire ordini di attacco illegali e immorali su centri abitati, attacchi che continuano ad infliggere sofferenze a civili innocenti.

    Anche noi possiamo, dobbiamo dire NO:

    - al militarismo che giustifica l’uso della guerra e politiche aggressive per difendere gli interessi dei paesi più ricchi;
    - alla militarizzazione delle nostre vite e delle nostre città, ai continui messaggi di violenza e sopraffazione, di giustizia sommaria e di odio diffusi nella nostra società;
    - alla proroga delle cosiddette “missioni di pace” che, come in Iraq e in Afghanistan, altro non sono che missioni di guerra, occupazione di paesi, un atto di servilismo alla politica degli USA;
    - al continuo aumento delle spese militari, cresciute del 5% con la finanziaria di quest’anno che ha tagliato istruzione sanità, assistenza, settori di spesa già molto sotto la media europea;
    - alla produzione e al commercio di armi, linfa vitale per la prosecuzione di tutte le guerre che insanguinano soprattutto Africa e Medio Oriente, ma anche Asia, America Latina ed Europa.

    Diciamo invece SI’:

    - ai programmi di promozione della cultura e dell’azione di pace, di interventi per eliminare la violenza di qualunque tipo, di sostegno ad un’economia di giustizia, sia a livello nazionale e internazionale che a livello locale;
    - ai candidati alle elezioni amministrative ed europee che si impegnano a sostenere il nostro NO alla guerra, in qualsiasi modo essa venga declinata.
    - alle spese sociali, alle proposte che prevedono di spendere più e meglio per asili nido, scuole e università, per la sanità, per la casa, per l’ambiente, per l’assistenza a tutte/i coloro che ne hanno bisogno, senza discriminare tra italiani e stranieri.
    - alla riconversione delle fabbriche di armi in produzioni civili, alla riconversione ed al recupero delle aree militari in disuso per un loro utilizzo sociale.

    DIRE DI Si O DI NO E' UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA' PERSONALE DI FRONTE A SCELTE DI VITA
    Per questo saremo in piazza Garibaldi, in nero e in silenzio, il 4 febbraio alle 17


    4 febbraio 2004

    Donne in Nero di Padova

    Fonte

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