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"Incidenti"

(6 Novembre 2010) Enzo Apicella
Esplode la Eureco di Paderno Dugnano: sette operai feriti, quattro rischiano la vita. In Puglia tre morti sul lavoro nell'ultima settimana

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(Di lavoro si muore)

Thyssen. E' omicidio volontario. condanna a 16 anni per A.D. azienda

(16 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l'omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssenkrupp. L'amministratore delegato dell'azienda, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione. Sono state accolte anche tutte le richieste dell'accusa per gli altri imputati nel processo per il rogo dello stabilimento Thyssen di Torino. Solo per Daniele Moroni la Corte ha aumentato la pena a 10 anni e 10 mesi, i pm avevano chiesto 9 anni. I giudici hanno quindi accolto in toto le richieste dei pubblici ministeri confermando l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale per l'amministratore delegato del gruppo tedesco, Harald Espenhahn, condannato a 16 anni e mezzo di reclusione. Confermata la condanna a 13 anni e 6 mesi per gli altri 4 dirigenti: Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri.

Come redazione, come giornalisti, come persone era la notizia che aspettavamo, per ANTONIO, GIUSEPPE, ROCCO, ROBERTO, ANGELO, BRUNO, ROSARIO, mortri tre anni fa a seguito dell'incendio che divampò la notte del 6 dicembre bella Linea 5.

Morti per caso? Per fatalità? No, morti perché chi doveva non ha controllato, chi aveva l'obbligo di attuare le misure di prevenzione e sicurezza no lo ha fatto, anzi ha scelto, con consapevolezza e calcolo che si poteva assumere il rischio di non fare i dovuti lavori di adeguamento e seguitare a far lavorare a pieno ritmo una fabbrica in dismissione e così si poteva avere un gran bel risparmio.

Oggi si è celebrato un processo che farà scuola, perché dice che morire sul lavoro non è colpa del caso, e l'omicidio non è colposo ma volontario. Così hanno deciso i giudici della Corte d'assise di Torino (due togati, sei popolari), dopo aver ascoltato l'accusa di Raffaele Guariniello, la difesa e aver letto gli atti.

Legge e giustizia divengono una sola cosa, e anche se questa sentenza non riporterà in vita i sette operai, almeno è stata data a loro, ai familiari, ai compagni giustizia e piena verità sullo svolgimento dei fatti.

Alessandra Valentini - DirittiDistorti

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