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(15 Marzo 2011) Enzo Apicella
Dopo Fukushima. Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo dichiara che il programma nucleare italiano non cambia

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(Nucleare? No grazie!)

Le menzogne del nucleare

(16 Aprile 2011)

Il nucleare è pulito. Nucleare significa costruire un tempio consacrato alla produzione di energia, che non potrà essere più smantellato, non riuscire a smaltire le scorie in alcun modo, usare acque di fiumi e mari per il raffreddamento del processo, alterandone l’equilibrio e avvelenandoli, utilizzare “risorse umane” finché esse non vengano contaminate.

Il nucleare è sicuro. Nucleare significa affidare la nostra sicurezza ad una speranza. Non serve pensare a Fukushima per sostenere che la sicurezza di cui parlano gli esperti venditori del nucleare, sia solo un calcolo matematico di rischi e possibilità. Dietro la statistica si cela sempre l’imprevisto, la probabilità, il cigno nero di cui si tace non perché tecnici e scienziati non lo conoscano, ma perché è più conveniente sperare che esso non si verifichi- tenendo conto che la radioattività è sempre e comunque presente durante il processo di produzione di energia.

Il nucleare è destinato ad uso civile. Nucleare significa sottoporre il territorio in cui sorgerà una centrale e la popolazione che vi abita ad un continuo controllo militare, produrre scorie e altri materiali che vengono da sempre usati per costruire bombe. E anche se il legame che esiste fra nucleare civile e militare è coperto da segreto, come non ricordare le bombe all'uranio impoverito, i cui effetti si cominciano a scorgere oggi dopo il bombardamento in Kosovo e dopo l’operazione Desert Storm, in Iraq, i missili a testata nucleare e i sommergibili a propulsione nucleare? Il nucleare è una risorsa che ci garantirà l’autonomia energetica. Nucleare significa essere dipendenti da una risorsa quale l''uranio che dovrà essere comunque importato e le cui riserve sono destinate ad esaurirsi e per la cui estrazione non si esiterà a stringere accordi con i più crudeli dittatori o a fomentare guerre tra popoli (come succede tutt’ora in Africa).

A chi serve questa ulteriore energia così pulita, sicura, civile e autarchica? Quanto siamo disposti a sacrificare in cambio di questo nuovo combustibile, che sembra spingerci verso una sempre più imminente apocalisse ecologica, e che serve solo per continuare ad alimentare questo modello di sviluppo/sfruttamento? Siamo sicuri che il referendum sia la strada giusta per mettere definitivamente al bando il nucleare? Siamo sicuri che il problema che ci pone la scelta nucleare sia risolvibile con la scelta dell'energia alternative? Da anni il governo, lo stato, l'industria, la ricerca e l'università italiana ( fra cui spicca quella di Genova) si stanno muovendo per far tornare questo tipo di energia e Caorso è stato nuovamente identificato come sito papabile per la sua produzione.

Per questo dire ‘No’ alla centrale di Caorso è dire ‘Basta’ ad un sistema di produzione mortifero, è farsi attivi per dire ‘No al nucleare’ , in ogni dove e per sempre.

Se non scendiamo in strada a dire ‘No’, e continueremo a delegare ad esperti, più o meno di parte, le nostre vite, non potremo sapere cosa ci accadrà.

MARTEDÌ 19 APRILE ALLE ORE 19
ASSEMBLEA PUBBLICA
DI CONTROINFORMAZIONE E DI PRESENTAZIONE DEL
CORTEO CONTRO IL NUCLEARE A CAORSO
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA, VIA BALBI 4

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