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PRESIDIO DAVANTI AL POLICLINICO IN DIFESA DELLA 194 E
DELL'AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE

(16 Aprile 2011)

Lunedì 18 aprile, a Modena, la risposta forte delle donne ai rigurgiti integralisti.

Lunedì scorso 11 aprile alle 6.30 del mattino, come donne del Collettivo femminista di Rifondazione e di Assedonna del Guernica abbiamo organizzato un presidio davanti al Policlinico, dove si incontrano i cattolici integralisti dell'Associazione Papa Giovanni XXIII a pregare per l'anima dei feti "assassinati dalle reprobe" che interrompono la loro gravidanza.
Questa storia dura da ben dieci anni, sempre il lunedì mattina, giorno in cui, fino a poco tempo fa, al Policlinico si svolgevano appunto le interruzioni di gravidanza: preghiere, cartelli contro i medici e le madri assassine, molestie alle donne di passaggio, alcune delle quali si sono rivolte all'Udi per denunciare la violenza psicologica di cui erano fatte oggetto. Il tutto all'ombra di un enorme crocifisso di sapore controriformista. Il comune e l'ospedale non sono mai intervenuti in questa vicenda, palleggiandosi pateticamente la responsabilità del lembo di terreno in cui gli antiabortisti si fermano a pregare e a lanciare i loro strali contro la legge 194.
Un paio di mesi fa si è tenuta presso la sede dell'Udi un'assemblea pubblica in cui, di fronte a una platea di donne esterrefatte e arrabbiate, i rappresentanti delle istituzioni, in primis l'assessore ai servizi sociali Maletti - che le sue radici politiche cattoliche le tiene sempre ben presenti – hanno chiuso la questione a tarallucci e vino, invitando gli antiabortisti all'ennesimo tavolo di confronto sulle maternità difficili. Il principio di sussidiarietà è stato così trionfalmente sdoganato: ai nostri amministratori del Pd pare fatto normale che degli antiabortisti fanatici, quali sono i membri dell'associazione di Don Benzi (quello, per intenderci, per cui l'omosessualità è una "deviazione psichica" e al contempo un vizio), vengano ammessi nei servizi pubblici ad ammannire alle "peccatrici in difficoltà" il loro "aiuto" confessionale e integralista. Dopo il presidio, il giornale Modena Qui e la corrispondente televisione si sono scagliati contro l'iniziativa, falsificando la realtà dei fatti in maniera che definire vergognosa sarebbe un eufemismo: un presidio in cui si lanciavano slogan e si esprimevano, con un piccolo megafono che a due metri non si udiva, un'analisi della situazione e contenuti politici, è stato trasformato in un episodio di guerriglia urbana in cui macchiettistiche femmine scapigliate assalivano scompostamente le vittime sacrificali della Papa Giovanni che porgevano evangelicamente l'altra guancia. Ma queste menzogne non sono le uniche: il pio ingegner Mazzi, esponente della comunità antiabortista, ha dichiarato davanti alle telecamere di non prendere una lira dal servizio pubblico, quando invece il denaro per ospitare le donne in difficoltà nelle case famiglia dell'associazione proviene dalle casse dei servizi sociali.
Forse Mazzi voleva dire che i soldi non vengono affidati a lui personalmente ma arrivano direttamente alla casa madre di Rimini? Non apprezziamo la differenza. Chiediamo anzi all'assessore Maletti di rendere pubbliche una volta per tutte le cifre annualmente erogate dal suo assessorato all'associazione di don Benzi. Cifre che andrebbero destinate ai servizi sociali: se il comune non ha servizi residenziali per le mamme in difficoltà, perché non vi investiamo tutti questi soldi, magari integrandoli con quelli destinati alla piscina in progetto al Parco Ferrari o al parcheggio nella zona archeologica del Novi Sad?
Il segretario del Pd Boschini, vittima di un invincibile riflesso condizionato, ha preso le distanze dal nostro presidio accreditando le indecenti ricostruzioni giornalistiche della stampa locale che si è occupata della questione: sarà che niente può intralciare la gloriosa marcia verso l'alleanza con l'Udc, grazie alla quale è stato approvato un finanziamento di 30mila euro per le maternità difficiili (chi lo gestirà, la Papa Giovanni?)? Ma come, il Pd non è paladino dei dei diritti civili e delle donne? Però, a quanto pare, i violenti siamo noi e non chi viene a umiliare con prepotenza la libertà delle donne in un momento così doloroso della propria vita come quello in cui si sottopongono ad un aborto.
Siamo tornati al Medioevo? Rispedendo al mittente le prediche dei benpensanti, lunedì saremo di nuovo al Policlinico dalle 6.30 in poi, a rivendicare l'autodeterminazione delle donne e a sostenere la legge 194. Continueremo questa mobilitazione poiché non pensiamo che le soluzioni vengano dall'attesa di un intervento delle istituzioni di destra e di centrosinistra che, come i fatti ampiamente dimostrano, sono compiacenti con l'integralismo cattolico.

COLLETTIVO FEMMINISTA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

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