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Libia: raid nato su tripoli, civili sotto le bombe a misurata

Infuria la guerra civile. Le forze governative e quelle ribelli si combattono a Misurata dove da giorni i civili vivono sotto i bombardamenti. Evacuati un migliaio di migranti. Gli aerei della Nato prendono di mira Tripoli e Sirte.

(16 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Libia: raid nato su tripoli, civili sotto le bombe a misurata

foto: www.nena-news.com

Roma, 16 aprile 2011, Nena News - E’ cominciata ieri l’evacuazione dei migranti da Misurata, la città della Libia dove da giorni infuria la guerra civile. Una nave è riuscita a far salire a bordo un migliaio di persone, in maggioranza egiziani, ed in serata è arrivata a Bengasi. Sono almeno 8 mila i migranti che al porto di Misurata attendono di partire mentre la popolazione civile resta prigioniera dei combattimenti tra le due parti opposte. Ieri razzi avrebbero colpito anche persone in fila per il pane, uccidendo almeno 16 civili. «La gente qui è in trappola e le aree che possono apparire più sicure diventano sempre meno. Questo è un posto molto difficile in cui stare e sta diventando sempre più pericoloso. E la popolazione non ha alcuna possibilità di andare in un luogo veramente sicuro», ha spiegato Donatella Rovera, di Amnesty International, che da giorni segue gli sviluppi a Misurata da una piccola località alle porte della città.

Mentre i ribelli e le forze governative si combattono, la gente è in trappola. Ora gli abitanti della città devono guardarsi anche dalle micidiali bombe a grappolo che secondo il quotidiano New York Times sarebbero state sganciate su alcuni quartieri della città da colpi dell’artiglieria delle truppe agli ordini del colonnello Gheddafi. L'organizzazione umanitaria Human Rights Watch ha riferito che alcuni suoi operatori sul campo, nella notte tra giovedi e venerdi, hanno visto cadere almeno tre ordigni 'cluster' sul quartiere di El Shawahda e che altri due hanno colpito altre zone della città. Da Tripoli però un portavoce del governo ha smentito seccamente la notizia. «Non utilizzeremmo mai armi simili contro le popolazioni libiche - ha detto Ibrahim Musa - oltretutto il mondo ci sta guardando e non potremmo mai fare una cosa del genere».

Le bombe a grappolo (cluster bombs) sono vietate dalle leggi internazionali. Negli ultimi anni ad usarle massicciamente è stato Israele, in particolare durante l’offensiva militare del 2006 contro il Libano. Negli ultimi giorni del conflitto gli aerei israeliani sganciarono sul Libano meridionale centinaia di migliaia di questi piccoli ma devastanti ordigni. Secondo i calcoli di organizzazioni internazionali, ci vorranno molti anni per bonificare il territorio sudlibanese dove le bombe a grappolo disseminate nei campi hanno già provocato decine di morti e centinaia di feriti tra la popolazione civile.

Gli aerei della Nato nel frattempo intensificano i raid contro le truppe dell’esercito regolare libico e ieri hanno colpito Tripoli, Sirte e el-Azizia. Grazie all'appoggio della Nato gli insorti libici sarebbero riusciti a riconquistare la parte orientale di Brega, città costiera e importante centro petrolifero. Ma le notizie dal fronte rimangono incerte. Di sicuro c’è solo che le due forze in campo ammassano truppe e mezzi alle porte di Ajdabiya, sulla strada per Bengasi, la “capitale” dei ribelli. I combattimenti potrebbero riprendere già nelle prossime ore.

Nena News

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