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Berlusconismo, alibi del fondo monetario internazionale

(21 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comidad.org

Le leggi berlusconiane sulla prescrizione breve e sul processo lungo costituiscono qualcosa di più di semplici leggi ad personam, poiché configurano una depenalizzazione di fatto dei reati finanziari, che diverrebbero non più processabili a causa delle illimitate possibilità di ostruzionismo offerte ai collegi di difesa, a fronte dei tempi più stretti per giungere ad una sentenza definitiva. Sebbene la stragrande maggioranza della magistratura sia composta da giudici e pubblici ministeri conformisti o corrotti, basterebbero comunque pochi magistrati integerrimi per causare danni irreparabili, data la vastità e l'evidenza del fenomeno del crimine affaristico, perciò occorreva correre ai ripari.

Ciò spiega il consenso che il governo attuale continua a riscuotere da parte degli organi di stampa più rappresentativi della borghesia, come il "Corriere della Sera" e, ovviamente, da parte degli opinionisti ufficiali come Pierluigi Battista, che si affanna a spiegarci che a Berlusconi non ci sono alternative. Berlusconi infatti si assume la responsabilità assoluta ed esclusiva di un lavoro sporco che, peraltro, va a vantaggio dell'affarismo nel suo complesso. Anche "La Repubblica", concentrando il fuoco sul berlusconismo, si guarda bene però dal sottolinearne le ricadute positive per l'impunità dell'affarismo sia interno che multinazionale.

Ciò era accaduto già in passato con le tante leggi considerate esclusivamente ad personam, come, ad esempio, quella sulla depenalizzazione del falso in bilancio, che fu salutata con silenzioso entusiasmo da tutto il mondo degli affari, in quanto poter falsificare impunemente i bilanci facilita ancora di più l'evadere il fisco. L'esistenza di un Presidente del Consiglio pluri-imputato come Berlusconi conferisce così alla borghesia un alibi a prova di bomba, e le consente di fare comodamente i propri affari all'ombra delle "riforme della giustizia" concepite dall'avvocato Ghedini, conservando però il mito e l'alone dell'imprenditoria "sana", con tanto di sceneggiate antimafia da parte di Confindustria.

I media internazionali, a loro volta, mettono Berlusconi alla berlina, ma le multinazionali che possiedono quei media possono agire in Italia sotto la copertura delle leggi "ghediniane", senza che nessun commentatore osi supporre che le stesse multinazionali abbiano qualche responsabilità nel sabotaggio del sistema della giustizia in Italia. Questa ostilità del tutto apparente della stampa internazionale, ha certamente contribuito al mito positivo del Berlusconi in conflitto con i poteri forti della finanza mondiale, così come pure al mito negativo del Berlusconi corpo estraneo all'Occidente democratico; anche se i pochi narratori ancora in buona fede di entrambe le fiabe sono costretti a forzare talmente l'evidenza ed il buon senso, che finiscono per pagare un prezzo davvero terribile in termini di perdita di lucidità.

L'Italia di questi anni è diventata quindi un laboratorio dell'impunità legale dell'affarismo criminale, ma di questo esperimento politico il berlusconismo rappresenta un'intensificazione ed un'accelerazione, senza detenerne l'esclusiva. Nel 2002, al momento di rinviare a giudizio i dirigenti della Philip Morris per un'evasione fiscale da ottomila miliardi di lire, ci si accorse che i reati erano stati depenalizzati dalla riforma fiscale varata dal governo Prodi nella legislatura appena trascorsa, perciò la Philip Morris fu prosciolta. (1)

Nel 2001 la Corte di Cassazione aveva quantificato l'evasione fiscale complessiva della Philip Morris in 120mila miliardi di vecchie lire, che lo Stato italiano non ha più visto grazie a quelle leggi salva-multinazionali del primo governo Prodi. Del resto risulta un'ovvietà osservare che l'attività legislativa e di governo tende sempre a favorire i potenti. Lo stesso istituto della prescrizione in corso di giudizio va a favorire gli imputati in grado di permettersi costosi collegi difensivi addetti alla ricerca di cavilli.

Allorché nel 1989, con la riforma del codice di procedura penale, in Italia si è passati dal processo inquisitorio all'attuale processo di tipo accusatorio, nessuno fece notare che la prescrizione in corso di giudizio non aveva più un senso giuridico, poiché questo istituto di garanzia era strettamente legato alla natura particolare del processo inquisitorio. La figura preminente del processo inquisitorio era infatti quella del giudice istruttore, il quale poteva anche tenere sulla corda per anni un imputato prima di rinviarlo a giudizio; da qui la necessità di porre un limite di tempo alla durata complessiva del processo inquisitorio, mentre porre questo limite per il processo accusatorio ha senso solo in una logica di tutela degli imputati eccellenti.

La novità attuale non sta quindi tanto nella qualità, ma nella quantità di provvedimenti legislativi a favore degli imputati potenti. Se al governo oggi ci fosse ancora un Prodi, o comunque un altro politico dall'aspetto "normale", non vi sarebbe poi alcun modo di spacciare una simile pioggia torrenziale di leggi salva-affaristi come un semplice problema personale del Presidente del Consiglio. Berlusconi quindi deve essere proprio quel clown squallido, laido ed abietto che è, altrimenti potrebbe sorgere il sospetto che il problema non sia solo lui, ma il sistema di potere affaristico multinazionale che lo esprime, e di cui, probabilmente, egli è sempre stato solo un prestanome.

Esperimenti di questa portata non possono avvenire se non sotto la tutela e la gestione dell'ente assistenziale per le multinazionali, il Fondo Monetario Internazionale, che quanto ad illegalità non ha nulla da imparare da nessuno. Ultimamente la propaganda ufficiale si sta dando da fare per convincerci che il FMI sia diventato "buono", che esso abbia messo da parte gli aspetti più feroci ed atroci della sua gestione dell'economia mondiale. (2)

Di fatto c'è invece da constatare la rapidità con cui lo stesso FMI ha formalizzato l'associazione del Kosovo, e della sua economia criminale, alla propria organizzazione. Generato dalla NATO nel 1999 con l'aggressione alla Serbia, il Kosovo è diventato indipendente nel 2008, ed il primo atto ufficiale del Kosovo indipendente è stato la richiesta di adesione al FMI, il quale lo ha accontentato in un tempo record, appena l'anno dopo. La circostanza non stupisce più di tanto, se si considera che il FMI e la NATO sono praticamente la stessa cosa, cioè due organizzazioni espresse dalla stessa cordata affaristico-criminale a guida anglosassone. (3)

Il FMI è un'istituzione che detiene un riconoscimento giuridico in ambito ONU, quindi è un'agenzia ONU, e doveva essere perciò a conoscenza dei risultati delle indagini della stessa ONU sul diretto coinvolgimento del governo kosovaro nel traffico di organi umani. Il FMI non ha avuto però nessuna remora a finanziare con i propri prestiti un business del genere, né la NATO si è fatta scrupolo di tutelarlo con la presenza delle sue truppe. Il Kosovo è stato inventato infatti per costituire un laboratorio dell'illegalità multinazionale, e l'Italia berlusconiana si sta rapidamente adeguando a quel modello. La NATO sta cercando ora di trasformare anche la Libia orientale, la Cirenaica, in un altro Kosovo, e l'Italia perciò si troverebbe a fare da anello di congiunzione geografico di questa grande Mafialand mediterranea.(4)

(1) http://archiviostorico.corriere.it/2002/giugno/27/Frode_fiscale_tutti_prosciolti_nell_co_0_02062710393.shtml

(2) http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:8drTvRqGxc8J:www.ilsole24ore.com/

(3) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://online.wsj.com/

(4) http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:C1vTtg4GBAsJ:www.ansa.it/
http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.france24.com/

Comidad

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