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Grande manifestazione del KKE ad Atene

(21 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in it.kke.gr

Il popolo è guidato dalla sua aspirazione alla vittoria

Migliaia di operai, lavoratori autonomi e giovani, persone che lottano per vivere, sono giunte da ogni angolo dell'Attica per partecipare alla grande manifestazione organizzata dal KKE nel centro di Atene, di fronte al Parlamento in Piazza della Costituzione.

Il KKE intensifica in questo modo la sua attività politica e la capacità di incidere nella presa di coscienza degli strati popolari e della classe operaia, nella direzione della rottura con il potere del capitale, per il suo rovesciamento, per la conquista del potere popolare e la costruzione dell'economia popolare.

Dal palco della manifestazione, la Segretaria Generale del Comitato Centrale del KKE, Aleka Papariga, ha presentato la proposta politica del Partito per una via d'uscita dalla crisi in favore dei lavoratori e ha annunciato in proposito l'avvio di una campagna politica nazionale.

Aleka Papariga ha detto tra l'altro che:

"Viviamo oggi un'occasione storica: il popolo deve misurare la sua forza, passare all'offensiva, sconfiggere e rovesciare il potere dei monopoli in ogni singolo stato. Noi non sottovalutiamo l'importanza delle mobilitazioni immediate sulle questioni urgenti, in fabbrica, in ufficio, nel quartiere, nel comune e a livello regionale. E noi siamo in prima linea, ovunque dove possiamo".

La Segretaria del Partito ha fornito esempi concreti riguardanti l'attività dei comunisti nel recente passato e ha aggiunto che:

"L'avversario opera in modo strategico, di conseguenza il movimento popolare deve rispondere strategicamente. L'unica considerazione vera fatta dal Primo Ministro è che non vi è alcun limite temporale alla durata della crisi. Metà della zona euro è squassata dalla crisi, le potenze imperialiste del calibro degli Stati Uniti, sono afflitte periodicamente da situazioni di crisi, da cui non recuperano completamente. La maggior integrazione della Grecia nel mercato capitalistico europeo attraverso la partecipazione all'Unione europea, acuisce le disuguaglianze dell'economia capitalista greca, rende la sua gestione ancora più difficile. Alla fine vi sarà un recupero per i capitalisti, ma non per gli standard di vita del popolo e per il loro diritto al lavoro. Sarà una ripresa temporanea a cui seguirà un nuovo ciclo di crisi, anche più profondo di quello che stiamo vivendo oggi".

Aleka Papariga ha sottolineato che: "Perché la lotta sia efficace, un presupposto fondamentale è che siano comprese le cause reali della crisi. Le cause della crisi odierna sono le stesse della crisi del 1929-1933, le stesse della crisi dell'inizio degli anni '70, di quelle delle cosiddette tigri asiatiche del 1997, della Russia del 1998, dell'Argentina e di altri paesi dell'America latina, e recentemente degli Stati Uniti. D'ora in avanti le cose peggioreranno se non lavoriamo per un cambiamento politico radicale.

Il capitalismo fintanto che si svilupperà, sarà sempre più reazionario, intransigente sulle rivendicazioni del popolo, barbaro, pericoloso e parassitario. La causa della crisi economica è in ragione del profitto capitalistico da estrarre attraverso un livello sempre più intenso di sfruttamento dei lavoratori, vera forza trainante della produzione e dell'economia. I capitalisti spingono all'estremo l'aumento della produzione per il desiderio di super-profitti. Producono per conseguire utili e, allo stesso tempo, indeboliscono il potere d'acquisto dei lavoratori. I lavoratori patiscono sia quando i profitti crescono o si riducono. Sono i più penalizzati nella fase di crisi.

Il debito nazionale dipende dalla redditività del capitale ed è in aumento nelle condizioni di crisi. Di conseguenza, il governo [guidato dal PASOK, socialdemocratici], ND [Nuova Democrazia, conservatori] e gli altri partiti di opposizione concentrano le loro proposte attorno al debito. E' una politica ingannevole e pericolosa per il popolo, che trova concordi tutti i partiti, al di là delle sfumature sulle singole questioni. Tutti insieme convengono sulla posizione che le grandi imprese devono essere rafforzate. Non possono e non vogliono colpire il bersaglio".

La Segretaria del KKE ha osservato che "gli sviluppi attuali in Grecia, pongono la questione politica generale in primo piano. La questione è se il percorso di sviluppo capitalista, che porterà un nuovo ciclo di crisi, è nell'interesse del popolo o se il popolo debba scegliere un percorso radicalmente diverso, come propone il KKE: una società dove crisi e sfruttamento, disoccupazione e insicurezza siano relegati al passato. Il rovesciamento del potere dei monopoli, e non solo l'abbattimento di un governo conservatore, è oggettivamente all'ordine del giorno. Così oggi è di vitale importanza che il popolo e la classe operaia impongano, con la loro forza, il potere e l'economia popolare.

In relazione agli sviluppi nella nostra regione A. Papariga ha dichiarato che "risulta confermata la posizione del KKE secondo cui la guerra continua ad essere un'arma del sistema politico borghese per un'uscita dalla crisi in favore del capitale e dei suoi settori dominanti."

Papariga ha parlato degli scenari di elezioni anticipate e cambiamento di governo, menzionando in particolare le ipotesi di creare un "governo progressista", sollecitato dalla formazione opportunista SYN/SYRIZA. Ha sottolineato che: "Vogliono venderci l'idea che un governo può governare in modo progressivo, senza intaccare il potere dei monopoli e che possa tutelare il popolo senza entrare in collisione con l'UE e la NATO. Nessun governo è in grado di attuare una linea politica favorevole al popolo senza una radicale violazione degli interessi dei monopoli e degli impegni nelle unioni imperialiste".

Inoltre ha invitato il popolo a non temere l'instabilità politica: "Non bisogna temere nulla che indebolisca il potere dei monopoli, che ne contenga l'azione. Il popolo deve temere piuttosto un governo stabile, un governo di maggioranza o di coalizione che usi la paura per l'anarchia al fine di portare avanti le misure più severe."

Aleka Papariga ha chiamato il "popolo a rafforzare il suo soggetto politico di riferimento contro ogni forma di camuffamento del sistema politico borghese. Il suo soggetto è il fronte socio-politico delle forze antimperialiste e antimonopoliste, che oggi, nelle attuali condizioni, acquisisce un senso anticapitalista".

Ha evidenziato le forze produttive e le potenzialità di sviluppo del paese a disposizione del potere popolare. La proposta del KKE, presentata dalla Segretaria, è dettagliata e riguarda l'utilizzo delle risorse minerarie, delle risorse energetiche, del potenziale in agricoltura e nell'allevamento, nella produzione industriale, nel settore dei trasporti marittimi, ecc. Un presupposto è che "i principali mezzi di produzione diventino di proprietà del popolo" e si adotti una "pianificazione dell'economia popolare centralizzata e scientificamente organizzata".

Aleka Papariga ha inoltre rilevato che:

"Il potere popolare consentirà di risparmiare notevoli risorse attualmente sprecate nel quadro della strategia borghese per rafforzare la competitività e il potere dei monopoli. Alcuni esempi:

L'abolizione della politica di rapina imposta dalla proprietà capitalistica che dilapida, attraverso sovvenzioni di vario tipo, le riserve dello Stato a favore dei gruppi monopolistici.

La cancellazione del debito pubblico, che non è dei lavoratori e che ha superato 340 miliardi di euro, crescendo nel 2010 di 41 miliardi di euro.

L'abolizione delle spese militari per i piani della NATO (ad esempio le spedizioni in Kosovo, Afghanistan).

La produttività del lavoro aumenta con l'uso delle tecnologie e attraverso la partecipazione del cittadini e il controllo operaio. La riduzione del costo del lavoro e dei materiali saranno realizzati con il contemporaneo incremento della produttività, non avendo nulla a che fare con la ricerca della competitività capitalistica.

Il controllo dei lavoratori e la politica di perequazione sociale e salariale contribuiranno alla drastica riduzione della corruzione dei pubblici dipendenti, nonché fenomeni di cattiva amministrazione.

Il ritiro del Paese dalla UE e da ogni alleanza imperialista creerà le condizioni favorevoli per relazioni internazionali di cooperazione reciprocamente vantaggiose. Il potere popolare è l'unico che può usare efficacemente le contraddizioni interimperialiste per il benessere della società e difendere efficacemente i diritti sovrani del paese.

La posizione geopolitica del paese, soprattutto per il trasporto di energia e merci tra Europa, Asia e Africa, costituisce un vantaggio significativo di negoziazione per il potere popolare soprattutto nel periodo attuale in cui le contraddizioni interimperialiste vanno acuendosi.

Il controllo operaio, la partecipazione del popolo saranno garantite non solo attraverso le leggi e le istituzioni ma anche attraverso misure concrete, quali l'estensione del tempo libero dei lavoratori in modo che sia loro possibile esercitare il controllo operaio.

Si partirà dalle unità produttive con rappresentanti eletti e revocabili e si estenderà a ogni settore, in tutte le regioni. I rappresentanti dei lavoratori nelle unità produttive di Stato parteciperanno negli organi elettivi del potere statale, così come i soci di cooperative, gli studenti, i pensionati ecc. Anche ai più alti livelli di potere statale, i rappresentanti non saranno permanenti ma revocabili. I rappresentanti eletti non avranno alcun vantaggio speciale o privilegi."
La Segretaria Generale del Comitato Centrale del KKE ha sottolineato che "l'aspirazione del popolo a vincere deve essere il faro che gli consente di realizzare qualsiasi obiettivo. Il potere politico borghese e il capitalismo non sono onnipotenti".

19/04/2011

Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Partito Comunista di Grecia (KKE)

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