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Università, Marocco e diritti umani... gli studenti prendono parola per dar voce al popolo Saharawi

(23 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.caunapoli.org

Università, Marocco e diritti umani... gli studenti prendono parola per dar voce al popolo Saharawi

foto: www.caunapoli.org

Venerdì 15 aprile 2011, all'Università Orientale di Napoli si è svolto un seminario dal titolo “Scuola di pace e dei diritti umani: l’importanza del dialogo sui diritti e sulle libertà fondamentali”, organizzato dalla cattedra Jean Monnet, nell'ambito di un ciclo di incontri su “La tutela dei diritti umani in Europa”. Questa volta il seminario, a cui hanno partecipato studenti universitari e di alcune scuole superiori di Napoli, aveva come oggetto principale della discussione i diritti umani nel Regno del Marocco.

Inutile dire che si è ripetuto un copione ormai noto a chi ha avuto la possibilità di ascoltare altri seminari organizzati dall'università su questo tema. Ancora una volta, infatti, si è parlato di diritti umani mantenendosi sul facile terreno della retorica, dell'importanza della solidarietà e della tolleranza tra culture diverse, sulla speranza di un maggiore avanzamento democratico nel Regno del Marocco, senza alcun tentativo di fornire strumenti di analisi dei meccanismi politici ed economici che sono alla base della violazione dei diritti umani e, cosa ancora più grave, senza fare neppure un minimo accenno a chi tali violazioni le subisce. Per non parlare, naturalmente, dell’assenza di qualsiasi problematizzazione del concetto stesso di “diritti umani”.

Cosa ancor più grave è il fatto che proprio l’università si presti ad operazioni di questo tipo. Grazie al proprio ruolo, l’accademia legittima interlocutori, ragionamenti e pratiche: in questo caso è toccato alla rappresentante del Regno del Marocco e alla possibilità gentilmente offertale di declamare i “grandiosi successi” del suo paese in tema di protezione e promozione dei diritti umani. Certo un paradosso nel momento in cui da una parte si esaltano le rivolte nordafricane e dall’altra ci si dimentica che il popolo marocchino stesso è attore di primo piano in queste dinamiche.

Per questo, dopo aver ascoltato gli imbarazzanti interventi dei relatori, abbiamo deciso di prendere parola per ricordare che in Marocco da più di trent’anni c’è un popolo, quello Saharawi, che lotta per la propria autodeterminazione e che subisce perenni violazioni dei propri diritti ad opera del governo marocchino. Che esistono centinaia di prigionieri politici rinchiusi nelle prigioni di Rabat. E che le istituzioni universitarie troveranno chi le “metterà in imbarazzo” ogni qual volta imbastiranno o si presteranno ad operazioni del genere.

Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

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