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Vittorio

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(24 Aprile 2011) Enzo Apicella

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    In memoria di una Utopia concreta

    (25 Aprile 2011)

    Il ritorno di Vittorio a Bulciago, il ritorno di Vik Utopia tra noi, sia un momento di raccoglimento e di riflessione. Un lungo e interminabile minuto di silenzio, rotto o interrotto da parole di verità, di condivisione e di commozione, come quelle di Ibrahim Nasrallah, che ha scritto per Vittorio, “Hanno ucciso tutti”, una poesia scandita tre volte dalle parole Per te sia buono il mattino. Non la leggiamo perché sarebbe assai difficile non farsi travolgere dalla sua intensità.

    Vittorio aveva compiuto un atto autentico di “eresia”, separandosi da questo stato di cose, da questa società, che anche in questa occasione è stata capace di urlare tutto il suo cinismo e di mostrare tutta la sua ipocrisia. Un atto di “eresia” che conteneva in sé, per la sua radicalità, anche questo esito tragico. Una scelta compiuta serenamente e all'inizio quasi in silenzio.

    Ma quando è giunto il momento della parola necessaria, Vittorio ha scritto i 19 articoli pubblicati da il Manifesto durante l'operazione Piombo fuso, raccolti successivamente in Gaza Restiamo umani.

    Gaza. Restiamo umani rimarrà il nostro breviario laico. Tradotto in tedesco, in inglese e in spagnolo ha meritato una prefazione di Ilan Pappé, lo storico israeliano autore de La pulizia etnica della Palestina.

    E un filo rosso unisce Gaza Restiamo umani con La pulizia etnica della Palestina, del quale costituisce una specie di postfazione, e con il rapporto Goldstone, del quale costituisce una sorta di anticipazione.

    Vittorio è stato un non-eroe, mite e positivo, che ha percorso ogni angolo della Striscia di Gaza con la sua umanità, densa e intensa. Non è stato un “cooperante” come qualcuno ha scritto, e anche il termine “pacifista” sembra riduttivo. Vittorio è stato un attivista, un attivista in difesa dei diritti umani, dalla parte dei mondi offesi, dalla parte degli oppressi, dalla parte dei deboli, praticando la nonviolenza, la nonmenzogna e la noncollaborazione.

    I tre comandamenti delle minoranze etiche che, di fronte alla miseria della politica e della cultura, devono necessariamente esprimere una radicalità, devono collocarsi “quasi ai margini”, “luogo difficile da frequentare, soglia scabrosa che richiede una rigorosa e continua vigilanza morale”.

    Dopo la morte di Rachel Corrie, l'ISM fu attraversato da una riflessione lacerante su uno dei presupposti della sua azione, che in ogni uomo esista una scintilla di umanità, capace di impedirgli di uccidere, come nel caso di Rachel, usando la pala del suo bulldozer.

    La morte di Vittorio ci ha messo, tutti e tutte, in una crisi altrettanto lacerante. Non sarà facile coglierne e raccoglierne, in ogni aspetto, l'eredità morale e l'eredità politica. E' necessaria una riflessione collettiva, una riflessione critica e autocritica, che è già iniziata in alcuni incontri e che proponiamo di proseguire in un seminario che sarà tenuto a Milano il 7 maggio, che vedrà, tra gli altri, la partecipazione di Jamil Hilal.

    Vittorio è morto nel segno di quei valori che hanno caratterizzato una delle poche pagine della nostra storia delle quali possiamo non vergognarci, la resistenza contro il fascismo e contro il nazismo, pagina della quale evidente è il nesso con la lotta di resistenza del popolo palestinese.

    Come ha scritto il poeta, Per te, caro ViK, sia buono il mattino.

    Bulciago, 24 aprile 2011

    ISM-Italia

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