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Ricordando Stefano Chiarini

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(6 Febbraio 2007) Enzo Apicella
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Mirella Mingardo, 1919-1923: Comunisti a Milano.

(27 Aprile 2011)

Mirella Mingardo, 1919 – 1923: Comunisti a Milano. La Sinistra comunista milanese di Bruno Fortichiari e Luigi Repossi dalla formazione del PCd’I all’ascesa del fascismo, Introduzione di Dino Erba, Milano tra riformismo e massimalismo. Appendice: Profili biografici a cura di Dino Erba. Quaderni di Pagine Marxiste, Milano, 2011. Pagine 292, 15 € (comprese le spese di spedizione). Il libro può essere richiesto via e-mail a: http://www.paginemarxiste.it/




Il libro presenta un’ampia panoramica sulla situazione sociale e politica milanese negli anni 1919-1923, basata su un’approfondita ricerca. Filo conduttore è la Sinistra socialista e poi comunista, rappresentata a Milano da Bruno Fortichiari e Luigi Repossi, due giovani dirigenti che si erano fatti le ossa prima e durante la guerra, affrontando momenti di forti tensioni sociali e di pesante repressione statale. In tali circostanze, toccarono con mano i frutti velenosi del collaborazionismo riformista e l’impo-tenza del massimalismo parolaio.

Contemporaneamente, vissero in presa diretta la nascita del fascismo, con il quale dovettero confrontarsi, nei giorni di fuoco del «biennio rosso». Momento clou fu l’occupazione delle fabbriche nell’estate 1920, che a Milano toccò il punto più alto, assumendo una connotazione politica rivoluzionaria, che ebbe significativi riflessi anche sul piano dell’organizzazione militare. Questi aspetti, in generale, sono stati sottaciuti dalla storiografia «ufficiale», che ha privilegiato l’esperienza di Torino, orientata verso forme di cogestione, di cui si fece promotore «L’Ordine Nuovo» di Gramsci.

Grazie a un background fortemente legato alla classe operaia, la Sinistra comunista milanese dette un fondamentale contributo alla formazione del Partito Comunista d’Italia, in cui ebbe un ruolo di primo piano, condividendone fermamente l’orientamento, impresso alla fondazione: Livorno, 21 gennaio 1921. Repossi fu responsabile dell’attività sindacale del Partito, mentre Fortichiari fu responsabile dell’attività «riservata», l’Ufficio I, che consentì al PCd’I di avere una costante presenza tra i proletari, anche durante la dittatura fascista.




«Nel 1992, Mirella Mingardo pubblicò Mussolini, Turati e Fortichiari. La formazione della sinistra socialista a Milano. 1912-1918 (Edizioni Graphos di Genova), in cui delineava tre ipotesi politiche – riformismo socialdemocratico, rivoluzione comunista e reazione fascista –, che di lì a poco sarebbero giunte a uno scontro, i cui esiti determinarono le sorti del nostro Paese per 25 anni, ma anche oltre. Quello scontro è l’argomento di questo secondo libro, da cui emerge un’importante constatazione: finché la Sinistra – prima socialista e poi comunista – esercitò la sua influenza nel movimento operaio milanese, il fascismo non riuscì a controllare la città, anzi ne restò a lungo ai margini, benché fosse nato proprio a Milano. Il fascismo prese piede quando l’azione svolta prima dal socialismo massimalista e poi dal Komintern «bolscevizzato» fiaccò e indebolì la Sinistra. Seguendo l’evoluzione di questi due passaggi, Milano appare il laboratorio di soluzioni politiche, che si sarebbero poi estese a tutta l’Italia.» [Dall’introduzione: Milano tra riformismo e massimalismo, di Dino Erba]




In Appendice, i profili biografici ricordano molte figure di militanti comunisti milanesi, che una storiografia serva dell’ideologia dominante ha abbandonato all’oblio.

Dino Erba

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