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Primo maggio. non ci faremo consumare

(1 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in confederazione.usb.it

Primo maggio. non ci faremo consumare

foto: confederazione.usb.it

Nazionale – sabato, 30 aprile 2011 Il Primo Maggio è sempre una scadenza di conflitto, di rivendicazioni, di libertà di far festa. Il 1° maggio nasce come iniziativa di lotta dei lavoratori, sulla rivendicazione delle otto ore come limite massimo dell'attività lavorativa, con la sanguinosa repressione della rivolta operaia di Chicago del 1886.

Il Primo Maggio deve essere difeso con forza da ogni tentativo di cancellazione, difeso dai tentativi di svuotarlo, di mummificarlo, di farne una “messa cantata” dalla concertazione e dal collaborazionismo sindacale dei sindacati istituzionali CGIL-CISL-UIL, di farne una giornata di shopping da passare all'ipermercato, di farne una giornata di sfruttamento come e peggio di altre, con le catene commerciali che sbandierano festose l’apertura dei negozi il 1 maggio, anche grazie all’utilizzo massiccio di lavoratori precari e sotto ricatto.

Il Primo Maggio è da sempre il giorno della solidarietà mondiale tra i lavoratori, contro ogni “chiamata alle armi”, contro ogni guerra. Oggi gridiamo ancora: fuori dalla guerra, fuori dalla LIBIA, Subito!

Il Primo Maggio è nato per mostrare a tutti la forza e l’entusiasmo di chi lotta per i propri diritti e per una vita libera dalle miserie. Più di un secolo fa, la prima volta, si chiedevano le otto ore al giorno di lavoro, perché si lavorava dall’alba al tramonto, in una condizione di semischiavitù, oggi ci ritroviamo a dover lottare contro condizioni lavorative sempre più precarie, mal pagate, contro il costante ricatto della disoccupazione.

Dopo anni di attacchi ai diritti, di leggi e di accordi governo-sindacati sui redditi e sulla flessibilità, siamo sommersi di contratti capestro, intermittenti, interinali, a progetto, a coppia, a termine,...quando si lavora si passano le ore sotto ricatto, quando non si lavora si passano le ore a cercare il prossimo ricattatore.

Dopo anni senza veri aumenti contrattuali, senza più il diritto alla casa e affitti equi, siamo sommersi da debiti e mutui e arrivare a fine mese è un problema per tutti; avere un solo stipendio non basta più e in tanti, chi può, passa le giornate tra secondi e tripli lavori.

Oggi ci dicono che è un lusso non lavorare il Primo Maggio, che i negozi devono essere tutti aperti, che bisogna rilanciare i “consumi”: a questi ben pensanti rispondiamo che i negozi sono più vuoti perché per “consumare” ci vogliono salari con aumenti veri e ci vuole una occupazione piena e stabile.

USB CONNETTE LE LOTTE
salario reddito diritti dignità

USB Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato

Fonte

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